“Davanti al buio antisemita
non rimarremo mai in silenzio”

Per la prima volta la Casa Bianca ha una sua Chanukkiah. È stata fatta interamente in legno, riutilizzando alcune travi rimosse durante una ristrutturazione dell’epoca della presidenza Truman. “Ogni dettaglio è stato accuratamente realizzato con legno recuperato dalle fondamenta della Casa Bianca. La sua bellezza ci ricorda il miracolo di Hanukkah e la gioia che ha ispirato. Da oggi in poi, questa menorah è un pezzo permanente della Casa del Popolo”, la nota con cui l’amministrazione guidata da Joe Biden ha annunciato il suo nuovo e unico pezzo, posizionato tra i ritratti dei presidenti Jimmy Carter – il primo a celebrare la festa delle luci alla Casa Bianca – e Lyndon Johnson. La prima accensione della nuova Chanukkiah è avvenuta nel secondo giorno della festa, accompagnata da un messaggio di grande preoccupazione da parte del Presidente Biden sulla costante crescita degli episodi di antisemitismo nel paese e non solo. “Riconosco la vostra paura. Siete feriti. Siete preoccupati che questo veleno violento stia diventando troppo normale”, le sue parole, davanti a diversi ospiti della comunità ebraica Usa. “Come vostro Presidente, voglio che sia chiaro: come direbbe mio padre, e molti come molti di voi hanno già detto, il silenzio è complicità. Non dobbiamo rimanere in silenzio”. La scorsa settimana la sua amministrazione aveva annunciato la creazione di una nuova task force diretta proprio al contrasto dell’antisemitismo nel paese. Secondo l’Anti-Defamation League, organizzazione ebraica impegnata nella lotta contro l’odio, ha nel 2021 ci sono stati negli Usa 2.717 casi di aggressione, molestie e vandalismo di matrice antisemita. Il 34 per cento in più rispetto a quelli registrati nel 2020. “Insieme, dobbiamo opporci al preoccupante aumento dell’antisemitismo. E insieme, dobbiamo opporci all’intolleranza in ogni sua forma. La nostra democrazia dipende da questo”, ha dichiarato nel corso dell’accensione della Chanukkiah il procuratore generale Merrick Garland. “Come discendente di coloro che sono fuggiti dalle persecuzioni perché ebrei, è particolarmente significativo essere qui stasera mentre accendiamo questa menorah nella capitale della nostra nazione e sotto la protezione delle sue leggi”, ha affermato Garland, ribadendo l’impegno dell’amministrazione nel combattere la minaccia antisemita.
“Il male” e “l’odio” non prevarranno negli Stati Uniti, la promessa di Biden, che nel suo discorso ha salutato in particolare tre ospiti accolti per l’inaugurazione della prima Chanukkiah della Casa Bianca: Bronia Brandman, deportata ad Auschwitz con la sua famiglia quando aveva soli dodici anni. “Non ha parlato del suo dolore per 50 anni, fino a quando non ha iniziato a fare volontariato al Museo del patrimonio ebraico. Ora condivide la sua storia con tutti coloro che hanno bisogno di ascoltarla, compreso me all’inizio di quest’anno”. Figlia e nipote di sopravvissuti alla Shoah è l’ambasciatrice Michèle Taylor, altra ospite citata da Biden, che l’ha scelta come rappresentante degli Stati Uniti presso il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite. Altro ospite della cerimonia “Avi Heschel, nipote del rabbino Abraham Joshua Heschel, leader del movimento per i diritti civili. Dalla sua scomparsa, avvenuta cinquant’anni anni fa – ha sottolineato Biden -, l’eredità del rabbino Heschel continua a vivere attraverso la sua famiglia e tutti coloro che conservano le sue parole nei loro cuori”.
Infine, il Presidente ha dato la parola a Charlie Cytron-Walker, rabbino della sinagoga riformata Beth Israel di Colleyville. “Quando la sua congregazione fu presa in ostaggio, il rabbino Cytron-Walker tenne coraggiosamente calmo l’uomo armato e si mise in pericolo per permettere ai suoi fedeli di fuggire. Siamo onorati di averlo qui a condividere con noi la benedizione”, il saluto di Biden. “Molte persone mi chiedono di quel giorno, mi chiedono del trauma e parlano di una tragedia. – il racconto di Cytron-Walker ai presenti – E io rispondo che ce l’abbiamo fatta tutti. Grazie a Dio non è stata una tragedia. Avrebbe potuto essere molto peggio. È stato terribile e terrificante, e siamo riusciti a uscirne vivi. E questa è la storia di Hanukkah: la storia in cui il popolo ebraico ha sofferto per l’oppressione, il dolore, la perdita e la guerra. E nonostante tutte le difficoltà e la lotta, oggi siamo qui a festeggiare perché, contro ogni previsione, l’ebraismo ha resistito e ha prosperato”.