Una luce per la vittoria

Dopo aver acceso i lumi si usa recitare il brano “Hannerot hallalu/questi lumi”. In questo testo, che originariamente si trova nel trattato extra canonico di Soferim (20:6) e successivamente riportato nell’Arba‘a Turim (Orakh Chayym, 676) di Rabbenu Ya‘akov ben Asher (1269-1343) è scritto: “per i miracoli, per le salvezze, per le meraviglie che ha operato ai nostri padri per mezzo dei tuoi Kohanim”. Tuttavia, in alcune versioni si trova scritto anche “ve‘al hamilchamot/ per le battaglie”. Questa espressione dimostra chiaramente che l’accensione della chanukkyà non è stata istituita solo per il miracolo dell’olio come raccontato dal Talmud, ma anche per quello della vittoria militare. Questo concetto spicca comunque anche nelle versioni che non riportano esplicitamente l’espressione “ve‘al hamilchamot/per le battaglie”. Evidenziare che accendiamo i lumi per i “nissim, teshu‘ot, niflaot/miracoli, salvezze, meraviglie” operate per mezzo dei Kohanim (maccabei), non essendo loro gli artefici del miracolo dell’olio vuol dire riconoscere in questo atto anche quello della vittoria militare.

VII lume – Un miracolo unico

Nel trattato dei Padri (Avot 5:5) è scritto che nel Tempio di Gerusalemme si manifestavano dieci eventi miracolosi: 1. Non ci fu mai un aborto causato dall’odore della carne dei sacrifici che non si potevano mangiare; 2. La carne dei sacrifici non giunse mai a putrefazione; 3. Non si vide mai una mosca volare nel luogo in cui si offrivano i sacrifici; 4. Non si riscontrò un’impurità nel Sommo Sacerdote nel giorno di Kippur (cosa che lo avrebbe reso invalido per il servizio); 5. Il fuoco del Mizbeach hanechoshet/l’Altare di rame, sul quale venivano effettuati i sacrifici, non si spense mai benché l’altare fosse all’aperto; 6. La colonna di fumo che si alzava dal Mizbach hazahav/l’Altare d’oro dove venivano bruciati gli incensi, non fu mai spostata dal vento né a destra né a sinistra ma si innalzava diritta verso il cielo; 7. Non si trovò mai alcun difetto in tutte le offerte farinacee; 8. Benché durante le festività il Bet Hamikdash fosse occupato da migliaia di persone, che stavano strette in piedi, non mancò mai il posto per la prostrazione davanti al Signore nel momento giusto; 9. Né un serpente né uno scorpione hanno mai causato danno a coloro che si recavano a Gerusalemme per portare le offerte al Santuario; 10. Nessuno disse “non c’è abbastanza posto per dormire a Gerusalemme” durante le tre feste di pellegrinaggio in cui l’affluenza era totale. Se questi miracoli avvenivano costantemente, cosa rende unico questo miracolo dell’ampolla dell’olio rispetto agli altri? La risposta sta nel capire che il miracolo dell’olio è necessario per accorgersi del miracolo della vittoria di Mattatyà e dei suoi figli.

Rav Adolfo Locci, rabbino capo di Padova