Da Israele al Rwanda,
lo sport che unisce

Oltre mille appassionati in tutto il mondo hanno risposto finora all’appello a contribuire lanciato dalla Israel – Premier Tech per dar vita a un centro sportivo dedicato ai giovani ciclisti emergenti del Rwanda. Un progetto in via di sviluppo che si inserisce nel quadro dei molti impegni assunti nei confronti di un Paese ancora segnato dalla ferita del genocidio e dalla sfida di una non semplice coesistenza.
“Field of Dreams”, quando completato, fungerà da catalizzatore per migliaia di ragazze e ragazzi del distretto di Bugesera. Presentandosi come luogo di aggregazione, ma anche di eccellenza preparatoria. La strada imboccata sembra quella giusta, visto che proprio in queste ore, grazie al significativo sostegno internazionale ricevuto, è stato completato un primo tracciato professionale in cui ruandesi “di ogni fascia d’età” potranno affinare il loro talento o semplicemente divertirsi in sella a una bicicletta.
Un’amicizia speciale che va quindi a rafforzarsi ulteriormente, anche nel segno della Memoria e del passaggio di testimone tra generazioni. Bene lo racconta il documentario “Racing for Change” del 2021, dedicato alla partecipazione del team israeliano (l’unico del World Tour) al Giro del Rwanda. Una presenza per favorire il “cambiamento” e volta anche a far conoscere, oltre i confini dello Stato africano, il significato della parola Kwibuka nel solco dell’imperativo ebraico Zakhor. Monito vivo a non dimenticare un dramma ancora fresco nella memoria di tanti e ad agire consapevolmente. Afferma Sylvan Adams, il proprietario della squadra che veste i colori d’Israele: “Entrambi i nostri popoli hanno subito un genocidio. Questa è una gara molto importante per noi. È anche un messaggio: ci ricorda che lo sport può e deve fare molto di più”.