Scoprire la Conegliano ebraica

C’è chi pensa che la sinagoga italiana di rehov Hillel a Gerusalemme sia la più affascinante di tutta Israele. Una testimonianza non soltanto architettonica intrecciata indissolubilmente a una località che rappresenta un simbolo nella storia bimillenaria dell’ebraismo italiano: Conegliano Veneto. Da lì provengono infatti gli interni del Tempio, trasferiti a inizio Anni Cinquanta del secolo scorso nel quadro delle numerose missioni svolte sotto la guida di Umberto Nahon per “salvare” armadi sacri e ornamenti caduti in disuso e rivitalizzarne la funzione primaria nel nuovo Stato. Era anche questo il caso. A Conegliano l’ultima funzione si era svolta infatti nel 1917, in piena guerra mondiale: era stato il rabbino Harry Deutsch, cappellano militare dell’esercito austriaco, a officiarla. Una giornata a suo modo storica immortalata in una foto d’epoca che, trascorsi oltre cento anni, non ha smesso di emozionare.
Malgrado questa presenza/assenza, Conegliano resta un luogo dove molto si può ancora apprendere, immaginare, condividere. Attraverso segni facilmente riconoscibili nella loro peculiarità ebraica e altri invece che aspettano di essere svelati. “La Conegliano ebraica. Itinerario turistico-culturale”, volume curato da Chiara Dall’Armellina e Laura Pasin per conto del Centro Coneglianese di Storia e Archeologia, sarà d’ora in poi di grande aiuto in questo impegno di “restituzione”. Uno strumento efficace per risvegliare l’interesse su questo nucleo un tempo fiorente, i suoi personaggi, le sue tradizioni.
Undici le tappe che caratterizzano l’itinerario, dall’area dove sorgeva il primo ghetto (1637-1675) al secondo raggruppamento forzato in Contrada del Ruio (1675-1797), con una sosta obbligata anche davanti alle lapidi del cimitero istituito sul colle Cabalan: uno dei luoghi più iconici dell’intera Conegliano.
“Vari studiosi hanno approfondito le vicende della Conegliano ebraica nel corso degli anni. Studi di grande importanza che hanno costituito la base del nostro prodotto editoriale, che si caratterizza per il rigore scientifico ma anche per un taglio divulgativo, orientato alla più ampia condivisione possibile”, racconta Dall’Armellina. “Vogliamo rivolgerci ai turisti sia italiani che stranieri, ma anche ai tanti coneglianesi interessati alla storia della loro città: c’è molto da scoprire, basta guardarsi attorno”. Dall’Armellina è attiva in questa direzione da tempo, anche in qualità di guida del cimitero. “Dalla sua riapertura dopo 30 anni di chiusura numerosi concittadini hanno avuto l’opportunità di visitarlo e apprezzarlo, riscoprendo quella che è una parte significativa e soprattutto inalienabile dell’identità locale. È un processo di conoscenza – afferma – che stiamo cercando di accompagnare e stimolare”. Un impegno svolto “con la massima professionalità, perché qualcosa di questa visita resti”. E a titolo gratuito, “come segno di riconoscimento dell’importanza attribuita alla storia ebraica coneglianese”.
Il volume, la cui copertina riporta un quadro dell’artista Tobia Ravà, ha la prefazione del vicepresidente della Comunità ebraica veneziana Paolo Navarro Dina.
“Conegliano – sottolinea – è una piccola capitale dell’ebraismo italiano. Un luogo che rappresenta una memoria e una storia. Una comunità di fede, di tradizione e di culto con interessanti peculiarità”. Un microcosmo rievocato tra le pagine di un libro in cui risalta la traccia ancora viva – nei palazzi, nei luoghi, nella toponomastica – di una ‘Piccola Gerusalemme’ pedemontana che, tra gli alti e bassi della Storia, “ha trovato la forza di resistere, di crescere e di vivere”.