Gerusalemme, un polo
per tutte le culture

Situata tra la Knesset e il Museo d’Israele, nel cuore di Gerusalemme, la nuova sede della Biblioteca Nazionale sarà sia un’icona architettonica che un centro vibrante e pulsante di cultura. Il nuovo edificio e il campus, progettati dallo studio Herzog & De Meuron, sin dalla loro conformazione hanno infatti l’obiettivo di rappresentare una visione di apertura e accessibilità per accogliere un pubblico sia israeliano che internazionale e invitarlo ad interagire con i suoi inestimabili tesori. La nuova Biblioteca, la cui inaugurazione è in programma nella primavera del 2023, andrà infatti a proporsi come “un centro di confronto e dibattito”. Per perseguire tali scopi i programmi educativi e culturali in ponte attingeranno dalle collezioni dell’ente per raccontare i diversi aspetti culturali della società israeliana e permettere ai cittadini di conoscere se stessi, gli altri e il mondo. Una fonte di conoscenza e di apprendimento “inclusiva, apolitica e laica”.
“La nostra nuova sede consentirà alla Biblioteca di realizzare la sua missione e il suo ruolo, in questo XXI secolo, di istituzione leader della memoria nazionale per lo Stato di Israele così come per il popolo ebraico a livello globale, nonché come fonte di ispirazione per un pubblico eteogeneo in tutto il mondo, come indicato nella nostra missione” le parole di Caron Sethill, responsabile del programma Europa, nel dialogare con Pagine Ebraiche. In risalto collezioni che “spaziano dall’ebraico a Israele, dall’Islam al Medio Oriente e alle scienze umane”, con tesori che comprendono “importanti opere manoscritte di luminari come Maimonide e Sir Isaac Newton, splendidi manoscritti islamici risalenti al IX secolo e archivi di personalità come Martin Buber, Natan Sharansky e Naomi Shemer”. Un patrimonio sviluppato nel corso di 130 anni. Ma il viaggio “per realizzare il nostro massimo potenziale – continua Sethill – è iniziato solo di recente e infatti siamo in un processo di costante rinnovamento, che comprende anche iniziative culturali, educative e digitali all’avanguardia, attraverso le quali stiamo aprendo l’accesso ai nostri tesori come mai prima d’ora”. Quasi la metà della collezione, composta da oltre cinque milioni di volumi rari, manoscritti, incunaboli, libri e materiale stampato di vario genere, è già stata trasferita dall’attuale edificio nel campus Givat Ram dell’Università Ebraica (dove trovava posto dal 1925) verso il nuovo sito. “Quanto è giusta la missione che la Biblioteca Nazionale di Israele si è assunta: rinnovarsi e trasformarsi in un vibrante centro intellettuale che collega la saggezza delle generazioni passate alle sfide del presente”, affermava appena annunciato il progetto l’ex Presidente Shimon Peres. Una casa “per tutti i cittadini di Israele, ebrei e arabi: dobbiamo essere tutti aperti alla cultura del nostro vicino, alle culture della regione e a quelle del mondo”.