Ben Gvir e la prima crisi
del nuovo governo

Venti di tensione in Medio Oriente dopo la visita all’area del Monte del Tempio/Spianata delle Moschee da parte del neo ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, leader del partito di estrema destra Otzma Yehudit. Tra le conseguenze del suo gesto lo slittamento della missione del premier Netanyahu negli Emirati Arabi Uniti, ufficialmente per “questioni logistiche”. Contestazioni sono arrivate tra gli altri dallo storico alleato americano, che ha parlato di “azione inaccettabile”.
“Erano cinque anni – racconta Repubblica – che un ministro israeliano non si recava sul luogo che negli ultimi anni è diventato uno dei punti di maggiore tensione del conflitto arabo-israeliano. Un episodio che ha scatenato l’ira dei palestinesi e dure critiche da parte della comunità internazionale, creando la prima crisi per il nuovo governo”.
Il neo ministro, riporta il Corriere, “ha chiesto di rimanere da solo per numerosi minuti, un momento di raccoglimento per saldare con un gesto il suo obiettivo principale: modificare lo status quo che dal 1967, dalla cattura israeliana di queste aree alla Giordania, prova a mantenere equilibrio attorno ai macigni più contesi tra i macigni contesi della Città Vecchia”. Per La Stampa “è pesante, pesantissimo, il passo di Itamar Ben Gvir sulla Spianata delle Moschee”. Tanto da “compattare e convogliare, con una controversa passeggiata di tredici minuti a meno di una settimana dalla sua investitura come ministro della Sicurezza nazionale, non solo le minacce dei nemici di Israele, ma anche lo sdegno degli alleati e dell’opposizione” interna al governo. “Aprire la Spianata agli ebrei, trovando per loro uno spazio, non sarebbe sbagliato”, si legge sul Sole 24 Ore. “Se Gerusalemme – si aggiunge – fosse una città di pace, se fra ebrei e arabi ci fosse armonia e non odio, se gli israeliani permettessero la nascita di uno Stato palestinese. Se Itamar Ben Gvir non fosse un razzista, non avesse minacciato Yitzhak Rabin prima che venisse assassinato nel 1995, non fosse stato espulso dall’esercito per il suo estremismo e per questo finito in galera”.
“Ogni azione ha una reazione, sempre più musulmani cominceranno a reagire. In questa ottica, purtroppo, sempre più persone si uniranno ad Hamas e alla Jihad islamica palestinese, rafforzandole”, sostiene lo scrittore e analista palestinese Mazin Qumsiyeh in una intervista con La Stampa. Dallo stesso Israele viene definito “non uno Stato, ma un regime” e l’esecutivo appena insediatosi un “governo fascista”. Così altri giornali: “Il fanatico Ben Gvir provoca l’Intifada con una passeggiata” (Il Fatto Quotidiano); “Ben Gvir in visita sulla Spianata. La prima grana per Netanyahu” (Avvenire); “Ebreo passeggia a Gerusalemme: Hamas minaccia guerra” (Libero); “La mano di Netanyahu dietro il blitz di Ben Gvir” (Il Manifesto). 

Arrestato a Milano il clochard polacco Aleksander Mateusz Chomiak, ritenuto il responsabile dell’accoltellamento della giovane israeliana Abigail Dresner alla stazione Termini. “Nella caserma Montebello, sede del Nucleo radiomobile dell’Arma, Chomiak, che parla poco l’italiano, non avrebbe confessato. È sembrato poco presente, anche se non avrebbe problemi psichiatrici”, scrive il Corriere. Sulla borsa della vittima “c’erano dei simboli ebraici: forse questi elementi hanno provocato la violenza del giovane polacco?” (La Stampa). Al momento, in realtà, l’ipotesi più accreditata dagli investigatori sarebbe “quella di un gesto sconsiderato”. Il prefetto di Roma Bruno Frattasi, nel merito, si è espresso così: “L’atto di aggressione sembra essere opera di un folle. Io, alla luce dei documenti che ho letto, penso che si tratti di questo”.
“Anche io penso che si tratti di un ragazzo che ha delle difficoltà. Abbiamo letto che vive in povertà, di espedienti e quella del raptus è stata la prima motivazione che ci siamo date. Altre motivazioni, davvero, non riesco a darle”, dice la madre della ragazza al Messaggero. “Comunque aspettiamo che vengano chiariti tutti gli aspetti dell’aggressione perché non abbiamo avuto altri particolari ufficiali. Anche se in questo momento la priorità è la salute di Abigail, che si riprenda e torni a casa”. Diversa, sul movente dell’attacco, la tesi del Giornale: “L’antisemitismo causa dell’attacco alla turista israeliana”. Accusa intanto Il Foglio: “Tra il Viminale e il luogo dell’accoltellamento di Termini ci sono circa settecento metri: Roma è un’emergenza nazionale”. 

Proteste anti-regime in Iran, continua la mobilitazione. La sociologa Mahnaz Shirali, esule da oltre trent’anni in Francia, ricorda che “nel conflitto in Ucraina l’Iran si è chiaramente schierato al fianco del presidente Vladimir Putin, per questo deve essere trattato come la Russia” (La Stampa). Tutte le sanzioni già adottate contro Mosca, incalza Shirali, “devono essere applicate anche a Teheran, senza nessuna eccezione: stiamo parlando di due Paesi che massacrano ucraini e iraniani”. Virale il video shock in cui il 30enne Mehdi Zare Ashkzari, l’ex studente dell’Università di Bologna ucciso, mostrava i segni delle ferite inflitte dal regime. Domani la comunità persiana bolognese lo commemorerà “con una manifestazione in piazza Nettuno” (Repubblica). 

Repubblica segnala la serata per i 50 anni di Sorgente di Vita in programma a Roma lunedì 9 gennaio. L’evento “vedrà il saluto della presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni, dell’ad Rai Carlo Fuortes, l’intervento degli autori del programma, di esperti di comunicazione e personalità del mondo della cultura e la proiezione di clip storiche”.

Adam Smulevich

(4 gennaio 2023)