“Biblioteca Nazionale,
cambiare nome si può”

Nei giorni scorsi il Comitato 9 gennaio, di cui fanno parte tra gli altri UCEI e Comunità ebraica di Napoli, ha presentato una lettera-appello affinché il nome di Vittorio Emanuele III sia cancellato dalla Biblioteca Nazionale del capoluogo campano a lui intitolata da quasi un secolo. “Cambiare nome si può”, sottolinea oggi Il Mattino. “C’è infatti l’ok del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che si è detto d’accordo con le ragioni dell’appello”.
La proposta è che l’istituzione culturale prenda il nome di Benedetto Croce. In visita a Pompei, rispondendo ai cronisti, il ministro ha commentato: “In linea di massima sarei favorevole, però poi come tutte le cose vanno studiate giuridicamente, bisognerà verificare la praticabilità di questa ipotesi che da un punto di vista morale mi vede d’accordo”.
Sul Mattino anche la soddisfazione del promotore del documento Nico Pirozzi: “Un grande passo in avanti per la città, che dopo ottant’anni si riappropria di un pezzo della sua storia usurpato da un sovrano che non poteva rappresentare la città delle quattro giornate e ancora di meno l’Italia”.

In una intervista con il Corriere l’ex ideologo di Trump, Steve Bannon, esalta l’attacco alla democrazia di Brasilia con queste parole: “Meloni, Salvini, Farage, Trump, Bolsonaro e Le Pen sono importanti, ma i movimenti diventano più grandi delle persone e non restano sottomessi a loro, questo è il populismo. Questa Primavera brasiliana è stata autoorganizzata dai cittadini ed è dieci volte più grande della Primavera araba”. A Bannon si chiede anche se il “tentativo di costruire un’internazionale populista in Europa” sia fallito. “Io penso che il movimento sia forte e che la crisi economica ed energetica lo rafforzerà. Ha quasi battuto Macron in Francia e portato Meloni al potere”, la sua risposta. Rispetto ai fatti di Brasilia il Corriere segnala anche la stigmatizzazione del premier israeliano Netanyahu: “Israele condanna i violenti disordini di domenica a Brasilia e sostiene le istituzioni democratiche del Brasile e lo Stato di diritto”.

Su Repubblica una riflessione sul “fascismo che ritorna” di Furio Colombo. Sostiene il giornalista ed ex senatore: “Il fascismo non era mai andato via e adesso è legittimato ad andare avanti da una poderosa vittoria di un partito di estrema destra che — salvo respingere fino alle lacrime ogni partecipazione alla Shoah — del fascismo e del Msi si è preso tutto”.

È scomparso a 97 anni Adolfo Kaminsky, eroe della Resistenza francese, il cui talento nella falsificazione dei documenti permise a molti ebrei di aver salva la vita. La sua storia “non è ancora diventata un film o una serie tv, ma prima o poi qualcuno ci penserà” (Repubblica).

Proseguono le installazioni di pietre d’inciampo nel Paese. “Da San Salvario a Borgo Vittoria arrivano 13 nuove pietre d’inciampo”, titola la redazione torinese della Stampa. “Nuove installazioni per non dimenticare la deportazioni” il titolo della Nazione nel fare riferimento alle pose previste oggi a Firenze.

L’Osservatore Romano si sofferma sull’iniziativa “Rome Call for AI Ethics” svoltasi in Vaticano con il coinvolgimento del mondo ebraico e islamico. L’obiettivo dell’accordo siglato ieri è quello di promuovere “un’alleanza sapienziale e spirituale”.

Riconoscere Gerusalemme come capitale d’Israele. A chiederlo “il Consiglio regionale del Piemonte, che ha approvato ieri pomeriggio un ordine del giorno dell’assessore all’Internazionalizzazione Fabrizio Ricca” (Repubblica Torino).

Adam Smulevich

(11 gennaio 2023)