Il Nobel ebraico agli attivisti
in campo per l’Ucraina
“Un premio alla solidarietà”

Un premio collettivo per ricordare, a undici mesi dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, l’impegno di chi ha risposto alla violenza di Mosca con la solidarietà. Per la prima volta la commissione del Genesis Prize, il “Nobel ebraico”, ha deciso di conferire il prestigioso riconoscimento non a un singolo, ma idealmente a tutti gli attivisti e alle ong del mondo ebraico che in questi mesi si sono impegnati per portare un aiuto alla popolazione ucraina.
In una nota firmata in rappresentanza del comitato del Genesis Prize, Natan Sharansky e Stan Polovets hanno spiegato il perché di questa scelta, ricordando cosa è accaduto in questi undici mesi. “Abbiamo assistito a guerre, distruzioni e sofferenze umane su una scala mai vista dalla seconda guerra mondiale. Decine di migliaia di persone hanno perso la vita; milioni hanno abbandonato la casa, il lavoro, la scuola e la famiglia. – sottolineano Sharansky e Polovets – Mentre i paesi confinanti con l’Ucraina sono stati inondati di rifugiati e hanno dovuto affrontare interruzioni del proprio approvvigionamento energetico. Le ricadute economiche della guerra si sono fatte sentire in tutto il mondo, con un impatto su decine di milioni di vite”. A fronte di questa tragedia, Sharansky e Polovets ricordano come vi sia anche stata un’ampia risposta solidale. “Abbiamo anche assistito alla gentilezza umana, alla compassione e all’attivismo su una scala senza precedenti. In tutto il mondo, migliaia di individui e organizzazioni sono state spinte all’azione, facendo una scelta morale per fare volontariato, donare denaro, dare rifugio agli sfollati e impegnarsi nella difesa politica” dell’Ucraina. Da qui la scelta di premiare in modo collettivo ong e attivisti che proseguono ancora oggi nel loro sforzo per aiutare la popolazione vittima del conflitto. “In questo modo, – si legge nella motivazione del riconoscimento – il Comitato del Genesis Prize invita altri, ebrei e non ebrei, a partecipare allo sforzo per aiutare la lotta dell’Ucraina per l’indipendenza e aiutarla a superare la crisi umanitaria derivata dalla guerra”.
Per tutto il 2023, la Genesis Prize Foundation punterà i riflettori su individui e organizzazioni non governative che lavorano per sostenere l’Ucraina. Condivideremo con la comunità ebraica globale i loro importanti contributi e incoraggeremo altri a partecipare. La nostra Fondazione continuerà inoltre a concedere sovvenzioni alle ONG dedicate ad alleviare le sofferenze in Ucraina, come abbiamo fatto dall’inizio della guerra.
Per Sharansky, noto refusnik e già presidente dell’Agenzia ebraica, il conflitto in corso in corso rappresenta “una battaglia netta tra il bene e il male. Ed è imperativo che noi, come ebrei, assumiamo una chiara posizione morale. Il premio di quest’anno celebra coloro che hanno fatto questa scelta di principio e agiscono di conseguenza”. A quasi un anno dall’inizio dell’aggressione, continua ad essere fondamentale il sostegno internazionale all’Ucraina, afferma Sharansky. “Ed è anche fondamentale che gli ebrei continuino a contribuire a questo sforzo, in modo da rimanere fedeli ai nostri valori fondamentali di lottare per la libertà, la dignità umana e la giustizia”.
Dall’ultimo vincitore del riconoscimento, Albert Bourla, presidente e amministratore delegato di Pfizer, è arrivato poi il simbolico passaggio di testimone. “La tradizione ebraica ci insegna la santità della vita umana e l’importanza di riparare il mondo”. Per questo, spiega Bourla, “sono onorato” di stimolante di attivisti e organizzazioni ebraiche impegnate a salvare e migliorare le vite dei coraggiosi cittadini ucraini”.

(Nell’immagine volontari dell’israeliana United Hatzalah distribuiscono cibo ai rifugiati ucraini in Moldavia)