“Tzedakah ed etica della responsabilità”

Il termine ebraico tzedakah deriva dalla radice zdq (agire correttamente), da cui ha origine la parola tzadik (giusto) e può essere tradotto con ‘giustizia riequilibratrice’. Con tzedakah si indica non solo l’aiuto che si deve prestare in determinate situazioni sociali, ma anche la solidarietà come valore e come prassi per prevenire stati di precarietà. Modello “moderno” di quest’impegno è ad esempio l’assistenza sanitaria come “strumento di cooperazione internazionale”. Argomento di stretta attualità, pensando anche alla recente crisi pandemica, cui l’Associazione Medica Ebraica (Ame) e la Comunità ebraica di Ferrara hanno scelto di dedicare un convegno svoltosi quest’oggi con vari relatori sia italiani che stranieri. Un’occasione per fare memoria di un pilastro dell’Associazione, l’ex Consigliere Germano Salvatorelli che, scomparso nel 2020 all’età di 82 anni, era stato tra i fondatori del Gruppo Maimonide che raccoglieva i medici ebrei del centro-Italia poi confluiti nell’Ame. Ma soprattutto un uomo dedito all’esercizio della tzedakah nella vita di ogni giorno e attraverso numerose missioni nel continente africano. Un contributo rimasto costante nel tempo e richiamato nei vari interventi di saluto che hanno preceduto una tavola rotonda sulla cooperazione “in campo sanitario” nelle sue molteplici possibilità. “Germano era una persona sempre pronta ad aiutare chi ne avesse bisogno. Una figura dalle grandi qualità umane e dalle grandi competenze scientifiche” il ricordo del presidente della Comunità ebraica Fortunato Arbib. “Una figura speciale per competenza e partecipazione” la testimonianza di rav Luciano Caro, rabbino capo di Ferrara, che ha poi sottolineato: “Non esiste una professione più ebraica della medicina e ciò è dovuto anche all’attenzione che prestiamo alla sacralità della vita. Ci viene insegnato ‘Devi scegliere la vita’ ed è un imperativo che pone in secondo piano pressoché tutti gli altri obblighi”. La presidente dell’Ame Rosanna Supino ha parlato di Salvatorelli come di “una persona solida, concreta, che credeva nello spirito della solidarietà; era sempre disponibile verso gli altri”. A ricordare la sua carriera universitaria il professor Rizzoli, con cui ha condiviso molti anni di lavoro. Si è quindi entrati nel vivo del convegno, con una riflessione introduttiva del presidente dell’associazione Lech Lechà Davide Assael su tzedakah e tikkun olam come “pilastri del pensiero ebraico”. Moderati dalla presidente dell’Ame, sono poi intervenuti tra gli altri l’ex vicepresidente UCEI Giorgio Mortara, Giovanni Boniolo, Lucia dal Negro, Nadav Davidovitch, Mariano Schlimovich e Massimo Leone.