Israele, Herzi Halevi
alla guida dell’esercito

“Guardando indietro, ogni ruolo che ho svolto nei miei 37 anni di servizio ha contribuito a questo momento”. Il momento in cui Herzi Halevi è diventato ufficialmente il ventitreesimo capo di Stato maggiore d’Israele. In queste ore infatti il suo incarico alla guida dell’esercito israeliano ha preso avvio, dopo il passaggio di consegne con il suo predecessore Aviv Kochavi. “Nei 75 anni della nostra indipendenza, ci siamo trasformati da un Paese circondato da nemici in un Paese che ha una posizione di vantaggio, con la sua potenza e le sue capacità avanzate”. Non per questo, ha detto Halevi, si può abbassare la guardia: “Molte minacce diverse continuano a svilupparsi intorno a noi”. Tra queste, le tensioni in Cisgiordania, la minaccia terroristica da Gaza e i tentativi del nemico iraniano di radicarsi nella regione. “Prepareremo l’esercito per la guerra in arene lontane e vicine; espanderemo il reclutamento di qualità da tutti gli strati della popolazione, la fonte della nostra forza; rafforzeremo la riserva e manterremo un esercito unito, concentrato, morale e professionale, libero da tutte le considerazioni diverse dalla sicurezza”, ha dichiarato Halevi. Un riferimento quest’ultimo all’influenza che l’ala più estremista dell’attuale governo Netanyahu vuole avere sulle forze di sicurezza. Azioni che il predecessore di Halevi, Kochavi, ha in queste settimane apertamente criticato, parlando di modifiche – promosse dai ministri di estrema destra Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir – che rischiano di minare la catena di comando dell’esercito, in particolare rispetto ai piani per ristrutturare l’autorità militare in Cisgiordania. A fare da garante per l’indipendenza del capo di Stato maggiore si è posto l’attuale ministro della Difesa Yoav Gallant. Intervenendo alla cerimonia, Gallant ha dichiarato che lavorerà per contenere le “pressioni esterne” sull’esercito. “In virtù della mia posizione e come richiesto dalla legge, agirò in modo che il capo di Stato maggiore, Herzi Halevi, possa adempiere alle sue responsabilità. Nel frattempo, mi assicurerò che le pressioni esterne – politiche, legali e di altro tipo – si fermino a me e non raggiungano le porte dell’esercito”.
“Di fronte alle minacce che incombono su Israele, soprattutto da parte dell’Iran e dei suoi affiliati terroristici, dobbiamo dimostrare la nostra determinazione”, ha dichiarato invece il Premier Netanyahu. “Questo è ciò che abbiamo fatto nell’ultimo decennio e questo è ciò che continueremo a fare”. Il suo discorso si è concentrato sulla minaccia rappresentata dal regime di Teheran. “L’Iran è responsabile del 90 per cento dei problemi del Medio Oriente. Questo regime minaccia di distruggerci e di danneggiare altri Paesi. L’esercito, insieme al Mossad e allo Shin Bet, farà tutto ciò che è necessario. Non ci faremo trascinare in guerre. Ma ci sono situazioni in cui dovremo dimostrare la disponibilità al sacrificio per mantenere la nostra libertà, la nostra sicurezza e la nostra stessa esistenza”.


Classe 1967, Halevi fu chiamato Herzel in memoria dello zio, ucciso nella battaglia per Gerusalemme durante la Guerra dei Sei Giorni. Il nonno paterno era un ex combattente dell’Irgun, il gruppo paramilitare attivo durante il Mandato britannico e guidato dall’ex Primo ministro Menachem Begin, mentre la nonna paterna era la nipote di rav Abraham Isaac Kook, considerato uno dei padri del sionismo religioso. Proprio in questo ambiente è cresciuto Halevi, frequentando a Gerusalemme il liceo di impronta nazional-religiosa Himmelfarb. “Ai miei occhi, Halevi rappresenta il punto di connessione tra il sionismo religioso e le parti laiche che costituiscono una parte significativa dell’infrastruttura dell’esercito e del suo comando. – ha raccontato a ynet il tenente colonnello Yuval Rahmilevich, un tempo comandante del prossimo capo di Stato maggiore – È bello vedere come possa rappresentare un ponte tra queste realtà. Con la sua personalità riesce ad essere quel collante necessario”.
Halevi si è arruolato come combattente nei paracadutisti nel 1985. Nel corso degli anni ha servito in diverse aree operative dell’esercito. È stato capo del Comando meridionale, ha guidato la direzione dell’intelligence militare e poi nel 2021 è stato nominato vicecapo di Stato maggiore.
A fianco al percorso militare, ha inoltre conseguito una laurea in filosofia e amministrazione aziendale presso l’Università Ebraica di Gerusalemme e un master in gestione delle risorse presso la National Security University di Washington. “È una persona di grande intelligenza che si distingue per le sue capacità di leadership. Sa cosa ci si aspetta da lui. – la valutazione di Rahmilevich – Ha un’etica molto forte e un tipo di comando che non è né appariscente né aggressivo, ma presente e basato sull’ascolto. È un uomo di squadra, che allo stesso tempo sa guidare gli altri. Ha quello che ci si aspetta da un capo di Stato maggiore: essere un buon comandante delle operazioni, avere capacità di pianificazione e creatività, nonché l’abilità di adeguarsi in tempo reale alle situazioni che cambiano”.
In un’intervista del 2013 al New York Times, Halevi aveva spiegato di aver trovato gli studi di filosofia molto più utili per la sua carriera militare rispetto all’economia aziendale. “La gente mi diceva sempre che l’economia aziendale è per la vita pratica e la filosofia è per lo spirito”, il suo commento allora. “Nel corso degli anni, ho scoperto che è esattamente il contrario: ho usato la filosofia in modo molto più pratico”.