Torino, oltre le ceneri della distruzione
Sinagoghe incise nel tempo

Sinagoghe incise in lastre di zinco lucide, poi corrose con degli acidi per creare nuove forme, linee, ombre. Nelle opere dell’artista Beverley-Jane Stewart una trasposizione artistica del destino di molti luoghi di culto dell’Europa orientale: un tempo centri di vita ebraica, oggi testimonianze – corrose dal tempo – della distruzione della Shoah, ma anche di resilienza e ricostruzione. “Mi considero una scrittrice visiva perché per realizzare le mie opere partecipo alle funzioni, parlo con le persone, incontro i ministri di culto, studio la storia locale nelle biblioteche, esploro il rapporto tra spazio pubblico e spazio privato, tra vita all’interno e vita all’esterno delle comunità, scatto foto e realizzo gli schizzi per fissare le sensazioni e le emozioni”, il racconto dell’artista londinese Beverley-Jane Stewart, protagonista con i suoi lavori della mostra Beyond the ashes – Oltre le ceneri, inaugurata al Polo del ‘900 di Torino e curata da Ermanno Tedeschi e Vera Pipoul.
Nella serie di incisioni, portate per la prima volta in Italia, sono riprodotti i dettagli intimi e le memorie storiche e spirituali impresse nelle sinagoghe visitate da Stewart. Un viaggio iniziato in Romania, terra d’origine dell’artista, per una ricerca sulla tradizione ebraica. Qui la scoperta di diversi luoghi di culto in disuso e di comunità sempre più ridotte, diventate oggetto del suo lavoro.
“Nelle sue incisioni – spiega Ermanno Tedeschi – il tempo sembra essersi fermato, eppure l’artista riesce a creare una connessione tra gli eventi rumeni passati e presenti, intrecciando la storia locale laica e quella religiosa ebraica, le saghe familiari e la storia culturale yiddish. Nelle opere della Stewart è evidente un’interpretazione originale del suo legame con le radici dell’Europa orientale e del dialogo costante che intrattiene con esse. Sinagoghe abbandonate popolano le sue opere, segnando l’appartenenza culturale, comunitaria e religiosa dell’artista”.
L’ebraismo rumeno, ricorda Tedeschi, prima della seconda guerra mondiale rappresentava, dal punta di vista numerico, una delle maggiori comunità ebraiche d’Europa. “Un gruppo antico, splendido e importante, con un evidente impatto sulle sue fonti e una ricca vita e spirito culturale”, di cui si vede traccia nelle opere di Stewart. “Come “scrittrice visiva” – rileva Vera Pilpoul – l’artista usa la sua arte per raccontare storie di storia sociale ebraica. Oltre ai suoi spettacolari dipinti di interni di sinagoghe, per lo più realizzati dall’alto della sezione femminile, la Stewart si dedica alla ricerca della comunità ebraica nel suo contesto storico-sociale e alla sua integrazione nello spazio pubblico europeo e, ultimamente, anche mediorientale nel corso dei secoli”.
A promuovere l’esposizione, promossa il Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà di Torino e l’Associazione Acribia. Per il presidente del Museo Diffuso Roberto Mastroianni la mostra “Beyond the ashes – Oltre le ceneri” riesce a presentare “in modo iconico e non retorico uno stralcio della storia sociale ebraica ed europea, in relazione alla tragedia novecentesca della Shoah, al tema dell’abbandono e della distruzione dei luoghi di culto e dell’eredità culturale ebraica in generale, attraverso rappresentazioni iconiche dal grande valore evocativo”.