Edith Bruck, un messaggio ai giovani

“Questo devono fare i ragazzi, andare fuori, farsi sentire, urlare che le guerre sono il fallimento umano”.
Ottantamila studenti delle scuole italiane si sono confrontati con la Testimone della Shoah Edith Bruck, nel corso di un’iniziativa online promossa dalla Fondazione Museo della Shoah di Roma con la presenza e l’intervento del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. “L’atteggiamento dei giovani – ha raccontato Bruck – in parte mi ripaga della grandissima fatica di testimoniare. Anche perché nei primi vent’anni ho sempre pianto nelle scuole. Non riuscivo a controllarmi. E ancora oggi mi capita, perfino con zoom, di piangere. Però credo che finché possiamo piangere e sentire va tutto bene. Guai se non sentissimo più niente”. Del dovere di non abbassare la guardia di fronte all’antisemitismo odierno, ma anche del fare i conti con il passato ha parlato il ministro Valditara nel suo intervento. “Vigiliamo, ricordiamo e cerchiamo di capire che i rischi oggi sono tanti. E ha ragione Edith Bruck: dobbiamo fare i conti con il nostro passato perché l’Italia ha promulgato le leggi razziali. – ha sottolineato il ministro – Se alcune decine di migliaia di cittadini italiani di religione ebraica sono stati deportati nei lager è anche perché dei collaborazionisti che appartenevano a un determinato regime hanno collaborato. Trovo infame che ci possa essere stato un italiano che viveva sullo stesso pianerottolo, che sino al giorno prima si salutava cordialmente e poi abbia potuto dire ‘guardate qua c’è un ebreo, deportatelo’. Trovo infame tutto questo. Dobbiamo avere il coraggio civile di ricordare”.
L’appuntamento odierno della Fondazione Museo della Shoah di Roma va ad inserirsi nel quadro dei numerosi progetti didattici sviluppati nel corso dell’anno.
Nelle scorse ore, intervenendo alla presentazione del libro “Il ragazzo che liberò Auschwitz” di Roberto Genovesi al Maxxi, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha intanto annunciato l’impegno “a fare concretamente il Museo della Shoah a Roma: troppe volte è stato annunciato e non è stato fatto; entro tre o quattro anni massimo deve assolutamente vedere la luce”. Allo stesso tavolo, insieme all’autore, il presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia, la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, l’esperto di comunicazione e nuovi media Giampaolo Rossi e il presidente del Maxxi Alessandro Giuli.