Leggi del ’38, nuove iniziative
per fissare la Memoria

Nuove iniziative raccontano in questi giorni l’impatto delle leggi razziste a ogni livello della società italiana. Tra gli altri il Cai, il Club Alpino Italiano, ricorderà i suoi soci espulsi a partire dal ’38 nel corso di un incontro con UCEI e Comunità ebraica di Roma che si svolgerà in serata nella sede del Pitigliani. L’iniziativa, al via alle 19, si inserisce all’interno del “percorso di autocritica, riflessione storica e rielaborazione etica” avviato durante l’ultima assemblea nazionale, con tutte le sezioni presenti e rappresentate. Nell’occasione erano stati infatti approvati una mozione e un programma di indirizzo con l’impegno “a ricostruire i fatti rielaborando la propria storia, riconoscere la propria responsabilità nel dare continuità alla politica razziale fascista, pubblicare articoli sui fatti e ricerche storiche sull’argomento, riammettere formalmente tutti i soci espulsi”. Ad intervenire saranno il presidente generale del Cai Antonio Montani, il presidente della sezione romana Giampaolo Cavalieri, la presidente UCEI Noemi Di Segni, la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello, con a seguire le relazioni di Angelo Soravia (Consigliere centrale Cai, “Il Cai e le leggi razziali del 1939”), Lorenzo Grassi e Stefano Ardito (giornalisti, “Il Cai di Roma e le leggi razziali del 1939”), Livia Steve (Cai Roma, “I soci ebrei espulsi dal Cai Roma”), Fabrizio Russo (Coordinatore del Consiglio centrale del Cai, “Attuali iniziative del Cai sulle leggi razziali del 1939”). “Un appuntamento che va nella direzione indicata dall’ultima assemblea nazionale, che sollecitava il Cai ad avviare un confronto con il mondo ebraico. Si tratta di un evento molto significativo sotto molti punti di vista” afferma Steve, che non è soltanto l’organizzatrice dell’incontro ma anche l’autrice di uno studio sulle biografie dei soci espulsi nella Capitale che ha portato all’individuazione di circa 200 nominativi. Tra loro, anticipa a Pagine Ebraiche, varie personalità illustri. Come i Premi Nobel Franco Modigliani ed Emilio Gino Segrè, lo scrittore Alberto Moravia, il medico Attilio Ascarelli che avrebbe poi ricostruito l’identità delle vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. “Spesso, dopo la guerra, si è preferito dimenticare. È giunto il momento di ricordare, agendo nel solco di questa mozione”, prosegue Steve. Mozione che, nella premessa, riporta una frase di Claudio Magris secondo il quale il recupero della Memoria dovrebbe “guardare avanti, portando con sé il passato per salvarlo, per avviarlo verso un futuro liberato dall’ingiustizia e dall’oppressione”, oltre al concetto che nella cultura ebraica il perdono (teshuvà) “può essere concesso solo da chi direttamente ha subito il torto” e quindi che l’atto compiuto dal Cai “non implica alcuna azione di perdono, in quanto la storia è senza perdono” e con essa si “deve fare i conti attraverso il rispetto della Memoria”. In questo senso, si aggiunge, “è necessario ‘il recupero del giusto cammino’, compiendo una completa opera di ritrovamento della verità della Memoria, e di un percorso sociale di piena accettazione della responsabilità del nostro sodalizio, nel dare continuità alla odiosa politica razziale messa in atto durante il fascismo”.
Della legislazione antisemita del ’38 si parlerà anche all’Università Sapienza, firmataria nel 2021 di un accordo quadro che riconosce nella Memoria “un pilastro fondamentale”. Va in questa direzione il convegno ‘L’Università di Roma e le leggi razziali del 1938’ in programma dalle 11.30 di domani con l’obiettivo di far luce sul ruolo “della governance accademica nell’applicazione delle misure discriminatorie, gli effetti sulla comunità accademica e universitaria, le modalità di penetrazione delle ideologie razziste e il conseguente adeguamento degli insegnamenti e dei saperi”, oltre che sugli elementi di continuità e sulle perduranze “di lungo periodo”. I lavori saranno aperti dai saluti della rettrice Antonella Polimeni e di Mario Venezia, presidente della Fondazione Museo della Shoah. Il convegno si articolerà poi in due sessioni, la prima coordinata da Umberto Gentiloni Silveri e la seconda da Serena Di Nepi. Al termine della prima, nell’atrio dell’aula magna del rettorato, sarà svelata una targa commemorativa in ricordo delle donne e degli uomini dell’Università che furono vittima dei provvedimenti del ’38, “della persecuzione antiebraica e dell’indifferenza di tanti”. Nel corso dei lavori sarà presentata una piattaforma online che ha la finalità “censire, selezionare e rendere consultabile la documentazione relativa alla politica antisemita e all’espulsione degli ebrei dall’Università di Roma”.
(Nell’immagine: l’ultima assemblea annuale del Cai)