“Carlo Finzi, una storia da conoscere”
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Lavorò nell’amministrazione per 37 anni Carlo Finzi, nato a Firenze nel 1876 ed entrato alla Camera nel 1898 come aiuto stenografo. Vi avrebbe trascorso l’intera vita professionale, fino a diventare direttore dei servizi di revisione, statistica legislativa e stenografia, oltre che del “Bollettino parlamentare”. Porta la sua firma, tra gli altri, lo studio “L’autonomia amministrativa ed economica delle Assemblee legislative” del 1934. Finzi fu catturato il 16 ottobre 1943 nel rastrellamento nazifascista degli ebrei romani e deportato ad Auschwitz, dove fu subito assassinato insieme alla moglie Fortunata Coen e ai figli Adriana, Enrico e Luciana. A farne memoria un evento svoltosi nella Sala del Mappamondo della Camera dei deputati, che per l’occasione ha scelto di ripubblicare questo suo approfondimento.
“Il tema era delicato perché in quegli anni il regime fascista, consolidando il suo potere, tendeva a circoscrivere sempre più l’autonomia delle camere. La stessa idea di creare la Camera dei fasci e delle corporazioni nel 1939 non lo troverà d’accordo, essendo lui un uomo del Risorgimento e quindi convinto estimatore delle forme dello Stato liberale classico” le parole di introduzione del presidente Lorenzo Fontana, intervenuto insieme alla presidente UCEI Noemi Di Segni, all’ex consigliere parlamentare Valerio Di Porto (Istituto Dirpolis, Scuola universitaria superiore Sant’Anna di Pisa) e a Mario Finzi, pronipote di Carlo.
Fontana, nel tracciarne la biografia, ha poi aggiunto: “Nel 1938, a seguito delle vergognose leggi razziali adottate dal regime fascista, i due figli più piccoli furono cacciati dal Liceo Giulio Cesare. Da allora, la vita per gli ebrei italiani, e quindi anche per la famiglia Finzi, divenne difficile”. La decisione di ripubblicare questo testo è apparsa quindi “un dovere morale e un sentito tributo al ricordo di questo suo funzionario”. Anche alla luce, ha poi aggiunto, degli “spunti interessanti di riflessione quale testimonianza di un uomo, vittima della ferocia nazifascista, che aveva dedicato la sua vita all’istituzione parlamentare”.