Lotta all’antisemitismo, la nomina del prefetto Pecoraro
Alla vigilia del Giorno della Memoria è arrivata la nomina del prefetto Giuseppe Pecoraro a nuovo coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo. Lo ha annunciato ieri Palazzo Chigi, in una nota in cui si ringrazia l’ex coordinatrice Milena Santerini “per il prezioso lavoro svolto in questi anni” e si esprimono “i migliori auguri al prefetto Pecoraro per il nuovo incarico”. La nomina, il commento in una nota della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, rappresenta “un segnale importante che ci arriva da Palazzo Chigi in queste ore intense di appuntamenti dedicati alla Memoria. Ringraziamo di ciò la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, esprimendo al neo coordinatore i nostri migliori auguri per un fecondo lavoro rispetto alle molteplici sfide che connotano oggi l’antisemitismo in Italia”. “Le comunità – si aggiunge – coralmente esprimono profonda riconoscenza nei confronti di chi l’ha preceduto, la professoressa Milena Santerini, per l’impegno profuso in questi anni per l’avvio della strategia nazionale, le linee guida per la scuola e da ultimo l’accordo per la rete della memoria con le Ferrovie dello Stato”.
27 gennaio. Iniziative in tutto il paese oggi per celebrare il Giorno della Memoria. A partire dal Quirinale, dove si terrà la cerimonia ufficiale con il Capo dello Stato Sergio Mattarella e la premiazione dei vincitori del concorso nazionale “I giovani ricordano la Shoah”. La Camera, racconta il Messaggero, ha scelto di onorare un suo funzionario, l’avvocato Carlo Finzi, che lavorò nell’amministrazione per 37 anni. Fu arrestato nella retata del 16 ottobre 1943 e poi assassinato ad Auschwitz.
In Senato. “L’Italia ha da farsi perdonare e ce l’ha anche il regime fascista, la promulgazione di quelle leggi odiose che furono le leggi razziali”. Lo ha detto ieri il presidente del Senato, Ignazio La Russa, in occasione delle celebrazioni a Palazzo Madama per il Giorno della Memoria. La Russa, riporta Repubblica, ha proposto di istituire il 17 novembre come giorno per ricordare l’infamia delle leggi razziste. Nel raccontare l’evento di ieri, il Giornale scrive: “non c’è l’ombra di un’esitazione, nelle parole con cui ieri Ignazio La Russa ha celebrato in Aula il Giorno della memoria, che oggi commemora la Shoah. E, dopo il passaggio di consegne al Senato con Liliana Segre, è stato un altro giorno storico: il primo presidente erede diretto della storia del Movimento sociale italiano ha invitato e ricevuto con premura e calore una delegazione composta dalla presidente delle Comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni e dai presidenti delle Comunità di Roma, Ruth Dureghello, e di Milano, Walker Meghnagi”. “Eloquente – prosegue il quotidiano – l’incontro con Meghnagi, che ha ritrovato come seconda carica dello Stato quello che non è solo il leader storico della destra milanese, ma anche suo amico personale, come è risaputo nella comunità. Lo ha abbracciato, Meghnagi, ma non è storia di amicizie personali, questa. Semmai è l’esito del percorso di un’intera comunità politica, lo stesso che un mese fa ha portato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a partecipare alla cerimonia dell’accensione delle luci dell’Hannukah al Museo ebraico di Roma, commuovendosi fino alle lacrime. Non c’è (più) un’oncia di ambiguità – conclude il Giornale – verso la pagina più nera della storia italiana”.
Shoah e antisemitismo, opinioni a confronto. Tante le riflessioni e interviste legate al Giorno della Memoria presenti sui quotidiani oggi. In prima su La Stampa una grande foto da Yad Vashem di due bambini vittima della Shoah e il titolo a tutta pagina: “Noi non dimentichiamo”. All’interno, tra gli altri, l’intervento di Lia Levi sulle leggi razziste del 1938 e le responsabilità italiane: “Gli aguzzini e i complici dello sterminio non sono stati solo i tedeschi”, ricorda Levi. Se ne parla anche su Repubblica in un ampio articolo dedicato al campo di transito di Fossoli e “al falso mito degli italiani brava gente”. Tornando su La Stampa, del suo impegno a Testimoniare racconta Sami Modiano, sopravvissuto ad Auschwitz: “Sono ottimista, – afferma – il futuro è nelle mani di chi ascolta la mia storia”. Modiano aveva parlato agli studenti in un incontro al Senato a cui non ha partecipato il presidente La Russa. Un’assenza motivata per “non politicizzare” l’iniziativa. Assenza che per Elena Loewenthal è stata però un errore. Lo storico Giovanni De Luna lancia, sempre dalle pagine de La Stampa, lancia un monito sul “pericolo di un nuovo negazionismo che si aggira tra le destre europee”. Il direttore del quotidiano torinese Massimo Giannini nel suo editoriale in prima scrive poi che: “Siamo tutti Lia, Liliana e Sami”. Sul Giornale Fiamma Nirenstein denuncia: “l’antisemitismo genocida esiste ancora, soprattutto in Iran. Come persistono le paradossali accuse di razzismo a Israele. L’Europa del ‘mai più’ deve prenderne atto e rinnegare gli stereotipi”. In un’intervista a Repubblica Napoli la presidente della Comunità ebraica Lydia Shapiro si rivolge ai giovani: “risveglino le loro coscienze”.
Politica e Memoria. Sul Fatto Quotidiano Gad Lerner riporta un colloquio avuto con Gadi Schoenheit, Consigliere UCEI, in merito ai rapporti tra mondo ebraico e la destra italiana. “Mio nonno materno, Renzo Bonfiglioli, quando era presidente dell’UCEI, a un congresso dell’Anpi indicò un punto fermo per noi ebrei: `Mai con i fascisti’. Ora purtroppo sembra che non sia più così. – sostiene Schoenheit – Nel maggio scorso Walker Meghnagi ha indirizzato un messaggio di amicizia e condivisione -`caro Ignazio, cara Giorgia’ – al meeting di Fratelli d’Italia, apprezzandone l’appoggio a Israele e la condanna delle leggi razziali, aggiungendo che ‘ci accomuna l’amore per la libertà e, da buoni conservatori, lo sguardo al futuro, ma sapendo conservare le tradizioni e l’identità’. Quale libertà, quali tradizioni e quale identità, mi chiedo. Davvero – afferma sempre Schoenheit – può bastare l’ovvia condanna delle leggi razziali per evitare di fare i conti col regime che le promulgò? E per giunta confermando l’omaggio a Giorgio Almirante indicato come padre nobile del partito?”.
Segnalibro. In libreria è uscito KZ2 (Ronzani Editore), secondo volume dedicato all’orrore dei lager in Europa scritto dall’assessore al Bilancio UCEI Davide Romanin Jacur. “KZ – ricorda oggi Libero, intervistando l’autore – è l’acronimo di Konzentrazionlager, campi di concentramento. Senza aggettivi, senza una parola di troppo, ma con tanti numeri e foto”. “Mi sembra l’unica maniera per far capire al lettore la dimensione della tragedia, – spiega Romanin Jacur nella lunga intervista – altrimenti quella cifra di sei milioni di morti che tutti conoscono resta limitata in una parola e non nella gigantesca estensione della cancellazione di due terzi di un intero popolo. Per la memoria non bastano le emozioni, serve la consapevolezza. Le emozioni passano, la conoscenza resta”.
Mostre e Memoria. Repubblica torna sulla mostra “L’inferno nazista. I campi della morte di Belzec, Sobibór e Treblinka”, inaugurata ieri alla Casina dei Vallati, a Roma. Un’esposizione, si legge, che “punta i riflettori sui campi destinati allo sterminio degli ebrei di Polonia, documentando l’orrore dei carnefici, ma anche il coraggio dei prigionieri”.
Jenin. “Israele rientra a Jenin, dopo cinquecento attentati sventati”, titola il Foglio, raccontano dell’ultima operazione antiterrorismo dell’esercito israeliano nel campo profughi palestinese. Obiettivo della missione, scrive il quotidiano “fermare il Jihad islamico, i terroristi legati alla Repubblica islamica iraniana”. Nel corso dell’operazione sono morti nove palestinesi. “Questo è un numero di vittime che non vedi tutti i giorni e ci stiamo preparando per vari scenari di escalation”, dicono dall’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu. “Tre membri della cellula terroristica sono stati uccisi. – prosegue il Foglio – Si indaga su chi siano le altre vittime. Gli scontri hanno segnato il più mortale raid israeliano in Cisgiordania da anni”. Dell’operazione parla anche il Fatto Quotidiano, riportando l’annuncio dei terroristi di Hamas di ritorsioni. A proposito del conflitto tra Israele e palestinesi, su Repubblica Marco Contini invita a guardare la serie israeliana Fauda per avere una chiave di lettura rispetto a quanto accade nella realtà.
Daniel Reichel