“La Calabria e l’ebraismo,
un legame nel segno del cedro”

Rabbini da tutto il mondo si recano ogni anno in Calabria per procacciarsi i migliori cedri per Sukkot, la Festa delle Capanne che ricorda la peregrinazione nel deserto dopo la fuga del popolo d’Israele dall’Egitto. Un simbolo d’eccellenza del territorio calabrese certificato come tale anche dall’Unione europea: da Bruxelles è arrivato infatti il via libera all’attribuzione del “marchio dop” a tutela di questo prodotto di cui la località di Santa Maria del Cedro in particolare è un centro di richiamo senza confini. Segno ed emblema di un rapporto speciale al centro di molti progetti sviluppati all’interno di un percorso concertato assieme alle istituzioni dell’ebraismo italiano. “Il cedro rappresenta un asset di sviluppo straordinario per tutta la Calabria. È un frutto molto apprezzato dalle comunità ebraiche, e la nostra è una regione che si candida a essere sempre più un luogo di riferimento per questa cultura” le parole del presidente della Regione Roberto Occhiuto nel corso di una conferenza stampa svoltasi quest’oggi al Museo del Cedro, cui sono tra gli altri intervenuti il vicepresidente UCEI Giulio Disegni e il referente locale della Comunità ebraica di Napoli Roque Pugliese. “Abbiamo anche molte giudecche e tanti insediamenti che possono essere valorizzati in questa direzione, a cominciare proprio dal cedro”, ha aggiunto al riguardo Occhiuto. Un plauso per questo risultato è arrivato sia dall’UCEI che dalla Comunità di Napoli. “Il cedro è un frutto tradizionale dell’ebraismo, citato già nella Bibbia. Un frutto importantissimo usato nella liturgia e nel rituale della Festa delle Capanne. Un frutto legato a una tradizione bimillenaria, con dei connotati molto particolari”, la testimonianza del vicepresidente UCEI. Il riconoscimento europeo, ha detto Disegni, “riempie di gioia tutti coloro che hanno a che fare con il cedro: anche l’UCEI vuole esprimere la propria soddisfazione e gratitudine per quello che si sta facendo per migliorare sempre di più le prospettive che si possono avere dall’utilizzo di tale frutto”.