Sami Modiano, l’intervento alla Camera:
“Nuove generazioni, ho fiducia”

“Io e mia moglie siamo sposati da 65 anni. Più andiamo avanti e più ci vogliamo bene. Non abbiamo figli, ma in compenso abbiamo adottato un sacco di nipotini. E voi ne fate parte. Vorrei abbracciarvi uno per uno”.
È il messaggio che ha concluso l’intensa esposizione di Sami Modiano, uno degli ultimi Testimoni della Shoah ancora in vita, chiamato a confrontarsi con alcuni studenti raccolti nella sala della Regina di Palazzo Montecitorio per una “riflessione” e un “dialogo” sulla sua storia personale, la deportazione ad Auschwitz-Birkenau in cui unico della sua famiglia sopravvisse, la sfida e l’impegno di Memoria nel passaggio tra le generazioni. Occasione d’incontro al termine della quale è stato anche insignito della cittadinanza onoraria del Comune piemontese di Arona dalle mani del sindaco Federico Monti, intervenuto assieme al presidente della Commissione Attività produttive della Camera Alberto Gusmeroli e alla presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello. In sala gli allievi della 4° A e B del Liceo Fermi di Arona e rappresentanti della 5° C del Galilei di Borgomanero: a loro il compito di porre a Sami le domande che hanno innescato questa nuova testimonianza e trasmissione di valori. “Io non ho potuto studiare, sono rimasto alla terza elementare. Avrei voluto anche io studiare: era il desiderio mio, della mia famiglia. Voi che avete una famiglia fate tesoro di ciò. Ho fiducia in voi, siete la speranza del domani”, le sue parole ricordando quando bambino fu espulso da scuola dopo le leggi razziste. “Quello che gli occhi di Sami hanno visto, quello che il suo cuore ha sofferto, quello che la sua anima ancora porta come ferite, sicuramente non gli potrà essere restituito da nessuno”, ha evidenziato in conclusione d’incontro Dureghello. “Quello che possiamo fare – ha poi aggiunto – è far sì che il suo impegno nella testimonianza, nell’incontro con i ragazzi, l’emozione ed empatia che ha creato, siano il motore che muove alla capacità di distinguere tra il bene e il male, di opporsi a chi vuole far pervadere nella società sentimenti discriminatori divisivi o di odio e di essere voi stessi portatori di un modello di civiltà, valori e principi costituzionali nei quali ci dobbiamo sempre riconoscere”.