Sir rav Mirvis e l’etica
della responsabilità

Rav Ephraim Mirvis, rabbino capo di Gran Bretagna, ha iniziato questo 2023 ottenendo un nuovo titolo: quello di Sir.
Re Carlo III infatti lo ha nominato Cavaliere comandante dell’Ordine dell’impero britannico. Un riconoscimento conferito per “i suoi significativi servizi alla comunità ebraica, alle relazioni interreligiose e all’istruzione”. Il rav ha detto di essere “enormemente onorato” per la nomina, sottolineando come sia “particolarmente commovente per me ricevere questo premio da Sua Maestà il Re nel suo primo anno come nostro monarca”. Si tratta infatti della prima lista di nomine di Carlo da quando è salito al trono, succedendo alla regina Elisabetta II.
Nella nota in cui si comunica il riconoscimento, il rabbino capo di Gran Bretagna è definito un pioniere del dialogo interreligioso. In particolare sono citati i suoi progetti con la Comunità musulmana e il programma In Good Faith promosso assieme all’arcivescovo di Canterbury Justin Welby. Viene inoltre apprezzata la scelta del rav di intervenire nel dibattito pubblico, portando la prospettiva
ebraica. “Mirvis affronta gli eventi globali con la sua visione di un ‘ebraismo della responsabilità’ intervenendo, ad esempio, sulla situazione dei musulmani uiguri, unica presa di posizione di questo tipo da parte di un leader di religioso internazionale”. Prima delle Olimpiadi invernali in Cina del 2022 infatti il suo appello da Londra era stato chiaro: “Lo sport è tale se unisce e ispira. Facciamo sì che i Giochi invernali si trasformino in una piattaforma di solidarietà verso la popolazione uigura piuttosto che in uno strumento per distrarre il mondo dalla spaventosa ingiustizia che stanno subendo”. Il monito del rabbino capo era chiaro: “Partecipare ai Giochi senza protestare contro le atrocità” subite dalla minoranza uigura “sarebbe un inaccettabile atto di indifferenza”. Le sue parole sono però per lo più cadute nel vuoto. Altro impegno del rav che Buckingham Palace ha voluto sottolineare è stato quello sulle donne: “È stato un sostenitore di una maggiore inclusività nella vita ebraica ortodossa, nominando la prima consulente halachica donna della Gran Bretagna e creando maggiori opportunità per la leadership e la ricerca femminile”. Rispetto al terzo tema citato, l’educazione, a Mirvis viene riconosciuto il lavoro per sostenere “la causa delle scuole religiose e dell’educazione ebraica”. E inoltre il suo impegno per tutelare la diversità all’interno del mondo scolastico: “Ha pubblicato una guida sul benessere degli alunni LGBT+ nelle scuole ebraiche ortodosse, la prima del suo genere in tutto il mondo”.
Undicesimo rabbino capo di Gran Bretagna, Mirvis ha ereditato l’incarico da rav Jonathan Sacks nel 2013 (anche quest’ultimo, morto nel 2020, era stato nominato cavaliere, ottenendo il titolo nel 2005 dalla regina Elisabetta). Nato in Sudafrica, dopo aver studiato in Israele, il rav si era spostato in Irlanda ricoprendo dal 1985 al 1992 l’incarico di rabbino capo del paese. Qui ha raccontato di aver fatto anche le veci di Israele per l’assenza in quegli anni di un’ambasciata (aperta poi nel 1994). Dall’Irlanda è poi sbarcato in Inghilterra, a Londra, dove per sedici anni ha guidato la sinagoga di Finchley. In quel periodo al suo fianco lavorerà rav Leibish Heller, che a Pagine Ebraiche dirà: rav Mirvis, le sue parole, “è uno dei più pronti ascoltatori che abbia mai conosciuto, una persona che desidera davvero comprende l’anima della questione prima di tentare di fornire una risposta”.