Il terremoto in Turchia e Siria

I tre principali quotidiani italiani scelgono lo stesso termine per descrivere quanto accaduto in Turchia e Siria: apocalisse. Il terremoto che ha colpito i due paesi ha infatti provocato un disastro di dimensioni inimmaginabili. Al momento è di oltre 4300 il bilancio dei morti e sono decine di migliaia i feriti. La prima scossa – di magnitudo 7,8 – si è abbattuta sulla Turchia meridionale e la Siria settentrionale alle 4.17 del mattino. “Una potenza che equivale a quella di 130 bombe atomiche. Cinquecento volte più forte del terremoto di Amatrice del 2016”, scrive il Corriere. Dopo la prima scossa ne sono seguite oltre cento di assestamento, che hanno distrutto città e villaggi. “La terra si è spostata di cinque metri lungo 150 chilometri”, scrive Repubblica, che poi riporta tragiche previsioni. “I geologi americani – si legge – azzardano una soglia minima di vittime possibili: diecimila. L’Organizzazione mondiale della sanità crede si possa arrivare al doppio”.

La mobilitazione internazionale. Tutto il mondo si sta mobilitando in queste ore per portare aiuti alle zone colpite dal sisma. Tra i paesi scesi in campo subito, anche Israele che ha fornito sostegno alla Turchia così come alla Siria, nazione ufficialmente nemica. Damasco, riporta il Corriere, ha smentito con sdegno questo sostegno. “Ma è risaputo – scrive il Messaggero – che Israele vanta un primato nei soccorsi d’emergenza, e assicura servizi di Croce Rossa in pieno territorio ‘ostile’. Fa parte della tradizione ebraica, ma anche di una strategia politica. Gli israeliani sono in prima fila ovunque ci sia bisogno di medici, infermieri e genieri”, prosegue il quotidiano, aggiungendo che “la richiesta di aiuti sarebbe arrivata al governo di Netanyahu non direttamente da Damasco, perché non ci sono relazioni diplomatiche tra i due Paesi, ma attraverso la mediazione russa. Israele avrebbe accettato di trasferire alcune forniture basilari, coperte e medicine”. Sia il premier Netanyahu sia il Presidente Herzog hanno espresso condoglianze per le vittime.

Aleppo distrutta. Sia Corriere che Repubblica dedicano un approfondimento alla città di Aleppo. “Le scosse hanno completato quello che l’Isis e 12 anni di repressione di Assad avevano fatto”, scrive il quotidiano di via Solferino. Di città martire, rasa al suolo due volte, parla Repubblica. Per il New York Times è tutta l’area della Siria settentrionale e della Turchia meridionale, già martoriate dalla guerra, dalla crisi dei rifugiati, dai problemi economici, che rischia di diventare un enormi crisi umanitaria.

Milano, il totem della Memoria al binario 21.Da ieri mattina le immagini d’epoca del binario 21 da cui partivano i deportati e una testimonianza filmata di Liliana Segre, guidano i viaggiatori della Stazione Centrale verso il Memoriale della Shoah. Lo racconta, tra gli altri, il Corriere della Sera nelle sue pagine milanesi, descrivendo il nuovo totem multimediale inaugurato ieri in stazione che segnala la presenza del Memoriale e spiega il significato del vecchio binario 21 sotterraneo, da dove partivano i treni della deportazione. Il totem è posizionato nei pressi dell’attuale binario 21. “Ora chi passerà potrà pensare a noi”, le parole della senatrice Segre, sopravvissuta ad Auschwitz e deportata da quel luogo il 30 gennaio 1944. Al fianco della senatrice all’inaugurazione, erano presenti ieri il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, l’ad delle Ferrovie dello Stato Luigi Ferraris, il sindaco Giuseppe Sala e il presidente del Memoriale Roberto Jarach. Quest’ultimo ha ricordato come continuino ad aumentare gli ingressi al Memoriale. E ha parlato di un nuovo progetto, come segnala Repubblica Milano. È stata realizzata “una mappa dei luoghi della Memoria nel nostro Paese e Ferrovie dello Stato ha accettato il progetto della vicepresidente Milena Santerini per garantire condizioni di viaggio agevolate per chi vorrà visitare questo e altri luoghi della storia della deportazione in Italia”.

Memoria e musei. “Nelle scorse settimane ho annunciato che si realizzerà a Roma un grande museo della Shoah per il quale sto rintracciando le risorse. Esiste in grandi Capitali europee ed è bene che anche Roma lo abbia”. Lo ha dichiarato, come segnala oggi il Corriere Roma, il ministro Sangiuliano a margine dell’inaugurazione del totem al binario 21 della stazione centrale di Milano. “Questo museo fu annunciato venti anni fa e per venti anni non è stato realizzato. Adesso ho ripreso la pratica e proverò a darvi impulso”, ha aggiunto il ministro. Il Corriere sottolinea come “esiste un progetto (firmato da Luca Zevi). Esiste un’area (nel comprensorio di villa Torlonia sulla Nomentana). Ma da anni tutto è fermo”. Intanto il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi annuncia che la città è pronta “a ospitare il Centro di documentazione sulle stragi nazifasciste in Italia”. Lo ha fatto, scrive Repubblica nelle pagine locali, a margine dell’inaugurazione al Pan di “Nonostante il lungo tempo trascorso”, una mostra sugli eccidi dal 1943 al1945 e sui procedimenti penali militari.

Terrorismo palestinese. Sulle pagine del Foglio compare un editoriale firmato dal giornalista israeliano Ben Dror Yemini che contesta chi giustifica le recenti violenze palestinesi. “No, non ci sono ‘due parti’. E no, non è l’occupazione’. E no, non è neanche che ‘non hanno una prospettiva politica’. Queste sono illusioni e false affermazioni – scrive Yemini – che non serviranno ad abbassare il livello del terrorismo. Al contrario, ne incoraggeranno l’incremento. E il fatto che vi siano molti utili idioti, appartenenti ai circoli illuminati e progressisti del mondo, incluso in Israele, che adducono delle giustificazioni al terrorismo, non dà ragione a tutte queste persone. Non esiste una ‘spirale di violenza’. C’è una parte palestinese, che è filoiraniana o jihadista, che non è per nulla interessata alla riconciliazione e alla pace, ma piuttosto alla distruzione dello stato ebraico”. Sul Fatto Quotidiano invece Daniele Luttazzi attacca il governo Netanyahu e la sua riforma della giustizia. “Se siete a capo di un governo di destra e, dopo libere elezioni, volete torcere la democrazia fino all’abuso totalitario, – scrive Luttazzi – vi dico in un orecchio come fare: lasciatevi ispirare dall’Israele di Netanyahu”.

L’Italia e il terrorismo palestinese. Il Riformista torna su alcuni documenti desecretati durante il governo Draghi e legati all’attività del terrorismo palestinese sul territorio italiano durante gli anni Settanta e Ottanta. In questo caso si parla di un episodio con al centro due lanciamissili sequestrati a Ortona nel 1979 che “dovevano essere imbarcati per conto di un militante della Fplp”. Secondo la ricostruzione del Riformista, il legame con il terrorismo palestinese del carico fu insabbiato con l’aiuto di uomini dei servizi segreti italiani.

Daniel Reichel