“Grazie all’Italia ebraica per il sostegno
Ogni aiuto alla Turchia è importante”

“Ringraziamo la Comunità ebraica italiana per il sostegno. Tutto può essere d’aiuto”. C’è stanchezza, preoccupazione e gratitudine nella voce di rav Mendy Chitrik. Da Istanbul dirige l’Alleanza dei rabbini degli Stati islamici e da qui è partito il 6 febbraio, poche ore dopo il terremoto, per coordinare gli aiuti alla piccola comunità ebraica di Antiochia, nel sud della Turchia. Un viaggio di oltre tredici ore in auto, compiuto con alcuni amici, con l’obiettivo di trarre in salvo più persone possibile.
“La città è in condizioni terribili”, la sua testimonianza. In bilico il destino di migliaia di vite, tra cui quelle del presidente della realtà ebraica locale e della moglie, Saul e Tuna Cenudi. Le notizie dicono che sono vivi. “Ma sono ancora sotto le macerie”, spiega a Pagine Ebraiche rav Chitrik, rabbino capo ashkenazita di Istanbul ed emissario Chabad. La loro casa è crollata così come centinaia di edifici in tutta la città. Anche due ospedali sono collassati a causa delle fortissime scosse.

Antiochia, come testimoniano anche le immagini scattate da Chitrik, appare devastata. Tra le poche strutture ancora in piedi, la sinagoga, pur molto danneggiata. Dopo aver verificato le condizioni dei membri della comunità, il rav si è recato lì con alcuni di loro. I Sefarim (rotoli della Torah) che vi erano contenuti sono stati portati via. Ora sono a Istanbul, racconta il rav. Con grande amarezza li ha portati con sé. Al suo fianco, nel viaggio di ritorno, anche dodici persone della comunità. L’impegno ora è trovare loro “una sistemazione dignitosa”. Ma l’atmosfera è di grande tristezza. “Sanno che quasi certamente non vivranno abbastanza per tornare nella loro città”. Il timore del rav è che la storia ebraica di Antiochia, lunga 2300 anni, si sia ora irrimediabilmente interrotta a causa del terremoto.
Quello che serve però ora sono gli aiuti. L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha lanciato una raccolta fondi per le vittime del terremoto. “Ne siamo grati. È molto molto d’aiuto”, sottolinea Chitrik, che spiega di essere in contatto costante con la delegazione di soccorso arrivata da Israele.
“Le squadre di ricerca e soccorso israeliane sul terreno hanno salvato con successo quattro persone intrappolate tra le macerie, tra cui alcuni bambini. – ha annunciato il viceambasciatore in Turchia Nadav Markman – Le nostre squadre stanno lavorando simultaneamente in vari siti 24 ore su 24, in pieno coordinamento con le autorità turche”.

Le squadre sono in tutto quattro e una si sta occupando di mettere in piedi un ospedale da campo. “In queste condizioni tutto può essere utile. – sottolinea rav Chitrik – Vestiti, medicine, cibo. L’importante è che arrivino nelle destinazioni giuste”.

Daniel Reichel