“Storie di pietra e di responsabilità”
Nelle prossime settimane l’artista tedesco Gunter Demnig poserà a terra l’esemplare numero 100mila delle pietre d’inciampo da lui ideate per fare memoria delle vittime del nazifascismo. Monumento diffuso in progressiva espansione che riguarda da vicino anche l’Italia e per prima Roma, dove le stolpersteine sono arrivate nel 2010 (ispirando poi numerose altre amministrazioni). Proprio alla realtà capitolina si rivolge il progetto “Due dentro ad un foco. Storie di Pietra”, itinerario narrativo sviluppato dall’attore e regista Rosario Tedesco in collaborazione con Rossella Tansini e Alberta Bezzan dell’associazione culturale Tracce.
Dall’ex Collegio militare di via della Lungara a Largo 16 ottobre: quattro le soste e quattro le occasioni per approfondire la realtà di quei mesi drammatici in un percorso che “legherà” insieme le vicende di vittime e carnefici. “È una storia che mette al centro la responsabilità di ogni essere umano nel momento storico che si trova a vivere”, la riflessione di Tedesco nel presentare l’iniziativa nella sede dell’ambasciata di Germania in Italia. Ad accompagnarlo alcuni brani eseguiti dal coro delle scuole ebraiche della Capitale e da studenti della Scuola Germanica.
“Due dentro ad un foco. Storie di Pietra” ha esordito a Milano, con ottimi riscontri e nuovi itinerari in lavorazione. “Nel segno di questo successo si è deciso di portarlo a Roma. Le pietre d’inciampo rappresentano d’altronde uno strumento essenziale per avvicinare il ricordo di quei giorni”, uno dei concetti rimarcati nel suo saluto dall’ambasciatore Viktor Elbling. Che ha poi aggiunto: “L’antisemitismo non è una minaccia estinta, ma qualcosa di molto attuale. Per contrastarlo l’arte può dare il suo contributo”.
Dopo il Collegio Militare l’itinerario proseguirà a via della Lungara 29, dove saranno ricordati i nomi di Paskvala Blazevic e Jean Bourdet, dirigendosi poi a vicolo della Penitenza 24 (Giuseppe Giusti), lungotevere Sanzio 2 (Teresa Campagnano, Amadio Sabato Fatucci, Angelo Fatucci, Attilio Fatucci, Cesira Della Torre) e via dei Giubbonari 30 (David Limentani, Angelo Tagliacozzo, Angelo Limentani e Settimio Limentani). Vittime e carnefici: un racconto intrecciato “perché è essenziale che si faccia luce su chi rese possibile tutto quel che è avvenuto, collaborando attivamente allo sterminio: molto spesso, a macchiarsi di delazioni, fu il proprio vicino di casa”. Arte e teatro per la responsabilità, un concetto chiave: “Non possiamo evitare le domande scomode che i loro ruoli portano con sé. Perché lo hanno fatto? Conoscevano le vittime? Sapevano la loro ultima destinazione? Lo hanno fatto per compiacere i propri superiori? Domande che chiamano in causa il lato sbagliato della storia, che aprono anche l’interrogativo al pubblico: cosa avresti fatto tu in quel momento…”.
Il progetto, prodotto dall’associazione culturale Tracce, è realizzato grazie al sostegno dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania in Italia e del Goethe-Institut Roma, in collaborazione con la Scuola Germanica Roma – Deutsche Schule Rom e le Scuole Ebraiche di Roma e col patrocinio di Arte in memoria, dell’Associazione Figli della Shoah, del Centro Alti Studi per la Difesa, del Centro di Cultura Ebraica di Roma, della Comunità ebraica di Roma, della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano, della Fondazione Museo della Shoah e dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.