“Curiamo centinaia di vittime, molti bambini tra i nostri pazienti”
In 72 ore sono state curate oltre trecento persone nell’ospedale da campo allestito da Israele in Turchia. E lo sforzo per aiutare le vittime del sisma continua senza sosta, ha dichiarato il viceambasciatore d’Israele ad Ankara Nadav Markman. L’ospedale, pienamente operativo da venerdì mattina, fornisce una serie di cure, dalla terapia intensiva alla pediatria, dalla chirurgia generale all’ortopedia. È stato allestito nella città di Kahramanmaraş, nella Turchia meridionale. “Da quando siamo arrivati qui, abbiamo fornito cure a centinaia di pazienti, non solo del terremoto, ma anche affetti da malattie croniche che non hanno potuto trovare un ospedale dove farsi visitare”, la testimonianza del medico Raymon Mokalled, parte della delegazione. Tra i pazienti, molti bambini “che hanno perso le loro famiglie sotto le macerie, e arrivano in condizioni molto critiche”. Il medico ha raccontato ad alcuni media locali dell’arrivo tra gli altri di un bambino siriano che aveva tra i 4 e i 5 anni. Era rimasto sotto le macerie per cinque giorni senza mangiare né bere prima di essere salvato. “È stato difficile per noi vedere un bambino di 5 anni in condizioni così critiche. Piangeva e voleva vedere la sua famiglia, ma noi sapevamo che fosse morta”, il racconto di Mokalled. Il piccolo è stato poi dimesso dall’ospedale quando le sue condizioni sono migliorate. “Non le dimenticheremo mai. – ha proseguito il medico – “questo ci fa capire l’importanza della nostra presenza qui e l’importanza di curare queste persone”.
Il numero dei morti del sisma che ha colpito Turchia e Siria ha superato le quarantamila. Delegazioni da tutto il mondo sono arrivate per prestare soccorso alle popolazioni colpite. Israele, oltre all’ospedale da campo, ha fornito anche squadre di salvataggio, che hanno iniziato a operare poche ore dopo il sisma in Turchia. Per questioni di sicurezza però uno dei team è dovuto rientrare. “Purtroppo, abbiamo appena ricevuto informazioni su una minaccia concreta e immediata alla delegazione israeliana. – ha fatto sapere la United Hatzalah, una delle realtà israeliane presenti in Turchia – Dobbiamo mettere la sicurezza del nostro personale al primo posto”.