Gino Mantin (1934-2023)

È scomparso a Roma Gino Mantin, una delle colonne della comunità ebraica di Libia riformatasi a Roma dopo l’esodo forzato del 1967. Una figura dal grande carisma, autore del salvataggio di numerosi libri della Torah altrimenti destinati alla distruzione o all’oblio. Presidente onorario dell’associazione Ebrei di Libia 1967, era stato tra gli animatori di alcune iniziative dedicata alla salvaguardia e trasmissione del retaggio degli ebrei libici svoltesi di recente sotto l’egida dell’associazione Astrel. Tra gli altri il convegno internazionale “Storie di rinascita: gli ebrei di Libia” del novembre del 2021, con decine di relatori giunti da tutto il mondo e le sue parole di saluto in apertura di conferenza. “Un evento per i nostri nipoti” il suo messaggio alle nuove generazioni, con l’invito ad impegnarsi al massimo delle possibilità per preservare il patrimonio di storie, identità e tradizione di cui l’ebraismo libico è custode.
Mantin era nato a Tripoli nel 1934, nel quartiere ebraico della Hara, in una famiglia che aveva le sue radici nel Paese da svariate generazioni e che molto aveva dato allo sviluppo e al benessere della Comunità. Intervistato da David Gerbi nell’ambito della rubrica “Storie di Libia” pubblicata su Pagine Ebraiche e YouTube, Mantin descriveva un clima di relativa convivenza e tranquillità fino all’esplosione delle violenze che avrebbero portato alla fine della storia bimillenaria di una presenza ebraica nel territorio. Un mondo andato in frantumi che Mantin si è sforzato di mantenere in vita in molti modi, dalle specificità liturgiche alla tradizione culinaria. Qualcosa, affermava, “che è nel cuore di ognuno degli ebrei di Libia”. Sia il suo ricordo di benedizione.