Il ministro degli Esteri d’Israele a Kiev:
“Siamo al fianco del popolo ucraino”

È iniziata a Bucha, teatro del massacro compiuto dai russi nel marzo scorso, la visita del ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen in Ucraina. Una missione che rappresenta un passaggio importante nei rapporti tra i due Paesi: è la prima di un alto funzionario di Gerusalemme da quando è iniziata, nel febbraio 2022, l’aggressione. Nell’agenda di Cohen, dopo Bucha, un momento di raccoglimento al Memoriale di Babyn Yar (nell’immagine), dove trentamila ebrei furono assassinati dai nazisti tra il 29 e 30 settembre 1941. Poi incontri con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il suo ministro degli Esteri Dmytro Kuleba e la riapertura ufficiale dell’ambasciata a Kiev.
“Sono arrivato oggi per la prima visita di un ministro israeliano a Kiev dallo scoppio delle ostilità. Nell’ultimo anno Israele è stato al fianco del popolo ucraino e al fianco dell’Ucraina. Oggi alzeremo la bandiera israeliana presso la nostra ambasciata a Kiev, che tornerà ad essere costantemente attiva con l’obiettivo di rafforzare le relazioni tra i Paesi”, il commento di Cohen una volta arrivato in Ucraina. Destinazione raggiunta grazie a un treno notturno partito dalla Polonia. Ad accoglierlo anche il presidente della Federazione delle comunità ebraiche di Ucraina rav Meir Stambler, che sui delicati rapporti tra Kiev e Gerusalemme si era espresso in un’intervista a Pagine Ebraiche. In particolare sulla scelta israeliana di fornire aiuti umanitari, ma non militari. Questo per mantenere con Mosca un canale aperto, necessario alla luce del coordinamento tra israeliani e russi in Siria, ufficializzato nel 2015 dal Premier Benjamin Netanyahu in un incontro con Putin al Cremlino.
“Questa guerra richiede di mettere da parte le proprie comodità”, le parole di rav Stambler nel suo colloquio con Pagine Ebraiche. “Richiede di fare ciò che è giusto, certo senza compromettere la propria esistenza. Ma bisogna scegliere. Non vorrei essere il Premier israeliano, capisco si trovi in una situazione delicata. Però non ho dubbi che sia il momento di stare dalla parte giusta della storia. Penso che Israele lo stia facendo, lentamente. Anche perché non ci sono dubbi su chi sia nella ragione e chi nel torto in questa guerra”. Secondo il sito ynet, Cohen oggi annuncerà un ulteriore pacchetto di aiuti umanitari all’Ucraina. Mentre da Kiev si tornerà a chiedere assistenza militare. Un’estensione degli aiuti che, secondo diverse ricostruzioni giornalistiche, è stata chiesta a Israele anche dagli Stati Uniti.
Per Israel Hayom, giornale considerato vicino al Premier israeliano Netanyahu, la visita odierna di Cohen “è un messaggio che Israele sta prendendo una posizione più chiara a favore dell’Ucraina nel conflitto, questo in contrasto con la linea neutrale adottata dai governi Netanyahu e Lapid-Bennett, fino ad oggi”. Il quotidiano segnala che prima dell’arrivo del ministro, funzionari di Kiev hanno trasmesso un messaggio alla diplomazia israeliana: Cohen porti con sé effettivi strumenti di aiuto, e non solo parole di sostegno. L’entourage del ministro, prosegue Israel Hayom, “si sta preparando in questo contesto anche alle critiche a Israele da parte di Zelensky e dei suoi durante la visita”.
A fare un esempio di quali siano gli effettivi strumenti di aiuto che Kiev si aspetta di ricevere è stato un alto funzionario ucraino, parlando con Haaretz. Tra questi, un prestito di mezzo miliardo di dollari e “il sostegno al prossimo voto alle Nazioni Unite sull’iniziativa di pace di Zelensky, che include la richiesta di un ritiro completo della Russia da tutti i territori ucraini occupati dal 2014, e, infine, aiuti militari”.
Rispetto alla visita di Cohen a Bucha, il Times Of Israel e l’emittente pubblica Kan hanno evidenziato le parole del ministro nel luogo del massacro. “È impossibile rimanere indifferenti di fronte alle dure immagini e alle storie dell’orrore che ho sentito” in merito a quanto accaduto a Bucha. Il capo della diplomazia, evidenziano i media israeliani, non ha fatto riferimenti espliciti alla Russia nelle sue dichiarazioni.
Dopo la commemorazione nel luogo del massacro compiuto dall’esercito di Mosca, il ministro ha incontrato nella vicina città di Hostomel, Janette Butenko, 82 anni. “Tra gli ultimi ebrei rimasti in città”, come ha scritto l’ambasciatore israeliano Michael Brodsky. Butenko ha raccontato di come un missile russo abbia colpito casa sua, distruggendo finestre e danneggiando una parte dell’edificio. Ad aiutarla è stata la Federazione delle comunità ebraiche ucraine e, riporta ynet, Cohen le ha ribadito come Israele sia al suo fianco e al fianco dell’Ucraina.

dr