Vercelli e gli avvocati espulsi:
una targa ulteriore per fare Memoria

Il registro cronologico dei verbali delle adunanze del Direttorio del sindacato fascista avvocati e procuratori di Casale Monferrato, nel volume che riporta le sedute dal 20 giugno ’39 al 30 gennaio ’45, contiene le delibere di cancellazione degli avvocati appartenenti alla “razza ebraica”. Con approvazione unanime il Direttorio delibera pertanto di cancellare dall’elenco sindacale degli avvocati, con effetto immediato, sei avvocati ebrei che esercitavano la professione a Casale. In precedenza una delibera di qualche mese prima aveva dichiarato che, poiché si era in attesa dell’emanazione delle norme complementari e di coordinamento della legge 29 giugno 1939 che prevedeva la cancellazione dagli albi degli iscritti appartenenti alla “razza ebraica”, si prevedeva la cancellazione con effetto dal primo marzo 1940. Si era, in pratica, soprasseduto per qualche mese alla cancellazione degli albi, ma poi si procedette con rigore e velocità e così i sei avvocati ebrei di Casale furono costretti a lasciare la professione. Il Tribunale di Casale Monferrato da qualche anno non esiste più ed è stato accorpato in quello di Vercelli. Anche qui un avvocato ebreo vercellese, l’unico, venne cancellato dall’albo. 
Ieri è stata data dignità al ricordo di quella infame cancellazione con l’apposizione di una targa davanti alla sala principale delle udienze del Tribunale di Vercelli, dopo che una precedente a giugno dello scorso anno era stata apposta nella sala del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati. Come ha evidenziato la Presidente del Tribunale Michela Tamagnone “se l’anno scorso abbiamo riportato nella loro casa gli avvocati che ne sono stati esclusi, oggi facciamo conoscere a tutti gli utenti del Palazzo di Giustizia quella pagina vergognosa”. Alla cerimonia, davanti ad avvocati, magistrati e alcune scolaresche vercellesi, hanno preso parte, oltre alla Presidente del Tribunale, i rappresentanti dell’Ordine degli Avvocati di Vercelli, Danilo Cerrato e Matteo Bongianino, il Prefetto Lucio Parente, il Procuratore della Repubblica Pier Luigi Pianta, la Presidente della Comunità ebraica Rossella Bottini Treves e il Vicepresidente UCEI Giulio Disegni, che ha invitato a non dimenticare mai, soprattutto oggi, come la legge di esclusione degli avvocati, così come tutto l’impianto normativo delle leggi razziste, costituisse una precisa scelta del regime fascista. Regime che fu responsabile della persecuzione dei diritti, prima ancora che della terribile persecuzione delle vite.