“Crimini russi contro l’umanità, abbiamo le prove”
Un duro attacco alla Russia, ma anche un avvertimento alla Cina. Sono i due elementi principali del discorso tenuto dalla vicepresidente Usa Kamala Harris in occasione della Conferenza sulla sicurezza a Monaco, in Germania, e analizzato oggi da diversi quotidiani. “Non ci sono dubbi, la Russia ha commesso crimini contro l’umanità”, ha detto dal palco la Harris in riferimento alle azioni dell’esercito di Putin in Ucraina. “Bombardamenti sulle case, torture, violenze sessuali, deportazioni, esecuzioni di civili: prima di entrare in politica, sono stata una procuratrice. Posso dirvi che abbiamo raccolto le prove, conosciamo la legge e non ci possono essere dubbi: questi sono crimini contro l’umanità”. L’obiettivo, ha concluso Harris, è processare i responsabili. La vicepresidente nel suo discorso si è rivolta anche a Pechino: “Da quando è scoppiata la guerra, la Cina ha approfondito le sue relazioni con la Russia. Ogni supporto letale porterà ancora morti in Ucraina e destabilizzerà l’ordine mondiale fondato sul rispetto del diritto”. Una forma di avvertimento, sottolinea il Corriere, a Xi Jinping sul ruolo della Cina nel conflitto. Secondo Repubblica e Corriere proprio Pechino avrebbe in cantiere di presentare un piano di pace. Lo ha annunciato il capo della diplomazia cinese Wang Yi alle cancellerie europee, tra cui quella di Roma. “A Monaco l’inviato cinese – scrive Repubblica – ha detto che ‘la guerra non può continuare’, ma ha anche aggiunto che ‘alcune forze potrebbero non volere il materializzarsi di negoziati di pace’ e potrebbero avere ‘obiettivi più grandi dell’Ucraina’”. Era una stoccata contro gli Stati Uniti, scrive Repubblica, “non molto diversa dalla propaganda della Russia”. Per il commissario europeo al Commercio, Valdis Dombrovskis, “la posizione di Pechino resta molto ambigua”. “Continuano a cercare modi per aggirare le sanzioni alla Russia”.
“Firenze, violenza squadrista”. Ieri davanti al liceo classico Michelangiolo di Firenze due studenti sono stati aggrediti e picchiati da sei giovani di Azione Studentesca – articolazione, scrive Repubblica, del movimento giovanile di Fratelli d’Italia -, tutti identificati dalla Digos e denunciati per violenza privata. “Un’aggressione squadrista di questa gravità e davanti a una scuola è un fatto intollerabile”, ha commentato il sindaco Dario Nardella. Su La Stampa l’episodio è commentato dal storico Giovanni De Luna con un editoriale intitolato: “La destra deve condannare”. “Se è vero che si tratta di un volantinaggio trasformatosi in una spedizione squadristica per punire gli studenti di sinistra allora bisogna stare molto attenti. – scrive De Luna – Non so chi possa farlo, non so come lo si possa fare, ma quello che so è che occorre essere estremamente vigili su tutto quello che la destra ora al governo del Paese propone sul terreno della violenza”.
Toponomastica della vergogna. Sono ancora molte le vie dedicate in Italia a gerarchi fascisti o a personaggi compromessi con il regime. Lo ricorda sul settimanale Oggi la senatrice a vita Liliana Segre, rispondendo a una lettrice sul tema. “In un Paese come la Germania – scrive Segre – questo non accade rispetto a personalità compromesse con il nazismo. Con ogni probabilità, ciò che succede in Italia si deve a una visione erroneamente edulcorata”. La senatrice ricorda come le intitolazioni non siano solo una questione del passato: “lo scorso anno la giunta comunale di Orbetello si è espressa a favore dell’intestazione a Italo Balbo dell’ex idroscalo”. Qualcosa si muove però, aggiunge la senatrice, con diversi progetti che mettono in luce queste distorsioni toponomastiche.
Minoranze d’Israele. Libero intervista l’attivista arabo israeliano Yoseph Haddad. Cresciuto in una famiglia greco-ortodossa, Haddad si rivolge soprattutto alla minoranza araba d’Israele. Un suo recente video è diventato virale: si vede Haddad confrontarsi in arabo con un gruppo di giovani studenti arabo-israeliani davanti all’Università di Tel Aviv perché questi ultimi avevano festeggiato l’attentato terroristico avvenuto a Gerusalemme in cui erano stati uccisi sette cittadini israeliani. L’attivista li accusa di ipocrisia, esortandoli a tomare a vivere a Jenin. “Chi studia a Tel Aviv e gode dei servizi che Israele offre ai suoi cittadini, non può essere talmente ipocrita da incitare all’odio e al terrorismo”, afferma Haddad, secondo cui una maggioranza identificazione da parte della minoranza araba nella democrazia israeliana sarebbe una delle soluzioni al conflitto. Per farlo, aggiunge, serve “coinvolgere di più i cittadini arabi che vogliono far parte della realtà israeliana. Reprimere la loro frustrazione con l’inclusione. II 20% della società israeliana è composta da arabi”.
Su Specchio si parla invece di un’altra minoranza, i circassi, raccontandone la realtà attraverso la città di Kfar Kama.” Su drca 5,3 milioni di circassi oggi nel mondo, poco meno dello 0,1 per cento – 5 mila persone – risiedono in Israele”. “Siamo musulmani sunniti, ma non arabi. Come alcuni ebrei, veniamo dal Caucaso”, racconta al settimanale un mebro della Comunità, arrivata in Israele alla fine dell’800. “Nel 1948 scelsero di combattere per Israele. Dal 1958 gli uomini della comunità sono tenuti a servire nell’esercito e dal1976 hanno ottenuto un sistema educativo autonomo”.
Pregiudizio sudafricano. Una delegazione di osservatori israeliani è stata espulsa ieri dalla cerimonia di apertura del vertice dell’Unione africana (Ua), ad Addis Abeba. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri israeliano, accusando il Sudafrica e l’Algeria per la “grave violazione diplomatica”. La vicenda è raccontata oggi Libero, che titola: “Il Sudafrica è antisemita e putiniano”, parlando anche dei legami con la Russia del paese africano.
Segnalibro. Sul Domenicale del Sole 24 Ore si parla dell’autobiografia dell’attuale Premier israeliano Benjamin Netanyahu, pubblicata al momento in inglese ed ebraico. Bibi: My Story, il titolo del libro. Ciò che emerge, si legge nel pezzo del Sole, “è un pessimismo cosmico di Netanyahu: ‘Non c’è longevità garantita nella vita delle nazioni’. Ancor meno per lo Stato degli ebrei, nonostante i successi militari, diplomatici ed economici conseguiti anche con il suo contributo. Oggi Israele è una potenza dell’hi-tech; possiede le più efficaci forze armate nella regione ed oltre; gode di una solida e munifica alleanza con gli Stati Uniti e contemporaneamente di una più sfumata ma ugualmente efficace intesa con la Russia di Putin; nel modo arabo ha ormai più amici che nemici. Eppure, nella penultima pagina del libro, Netanyahu sente la necessità di concludere il racconto di una vita di successi – 15 anni vissuti da premier – ricordandoci che ‘nelle migliaia di anni di esistenza del popolo ebraico, abbiamo goduto solo di tre periodi d’indipendenza: ottanta anni sotto Davide e Salomone, ottanta sotto gli Asmonei, ottanta dalla creazione dello Stato moderno d’Israele’”.
Complottismo. Dietro la candidata alla segreteria del Pd, Elly Schlein, “c’è il finanziere ungherese Soros che attraverso di lei tenta una opa ostile al Pd per imporre in Italia un modello politico alternativo a quello del premier, su immigrazione, globalizzazione, diritti civili”. A dirlo, segnala oggi il Fatto Quotidiano, il presidente della commissione Cultura di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone.
Daniel Reichel