Usa, antisemitismo in crescita

Nel 2013 il Pew Research Center, autorevole centro studi che analizza i fenomeni sociali negli Usa, convoca una dozzina di esperti di ebraismo americano. L’obiettivo è costruire attorno a questo argomento un sondaggio e agli esperti si chiede quali siano le priorità e le aree su cui concentrare l’indagine. La replica condivisa, quando si tocca il punto antisemitismo, è che sia ai minimi storici negli Stati Uniti e che, pur da trattare, non rappresenti un tema urgente. Dieci anni dopo il giudizio si è completamente capovolto. “Ci hanno detto che l’antisemitismo è un problema molto urgente e che dobbiamo dedicare molta attenzione alla sua comprensione” ha spiegato al Washington Post Alan Cooperman, direttore delle ricerche sulle religioni del Pew. A certificarlo anche le indagini di alcuni enti ebraici americani, dall’American Jewish Committee (Ajc) all’Anti-Defamation League (Adl). Il primo il 13 febbraio scorso ha diffuso il suo annuale sondaggio “Lo stato dell’antisemitismo in America 2022”. Tra i dati più preoccupanti il fatto che sempre più ebrei si sentano insicuri negli Usa: si è passati dal già inquietante 31 per cento del 2021 al 41 del 2022. “Il senso di sicurezza si è eroso – si legge nel report – soprattutto a causa dell’aumento degli attacchi, dei crimini e delle violenze di matrice antisemita e di quanto siano diventati accettabili l’antisemitismo e il razzismo” nella società d’oltreoceano. L’ultimo episodio, una settimana fa a Los Angeles dove un uomo ha sparato contro due persone nei pressi di due diverse sinagoghe. Il sospetto responsabile è stato arrestato e secondo il procuratore della città avrebbe preso di mira le sue vittime “perché erano ebree o credeva che lo fossero”.
Se il lavoro dell’Ajc testimonia la preoccupazione del mondo ebraico Usa, un’indagine dell’Anti-Defamation League si sofferma sui pregiudizi. In particolare mostra quanto quelli antiebraici siano diffusi tra gli americani. Più di tre quarti degli intervistati (85 per cento) risulta infatti credere a almeno uno stereotipo antisemita, rispetto al 61 per cento rilevato nel 2019. Il 20 crede a sei o più stereotipi antisemiti, un numero significativamente superiore all’11 rilevato dall’ADL nel 2019.
Agli intervistati è stato chiesto di valutare la veridicità di quattordici affermazioni che fanno riferimento a classici pregiudizi antisemiti. Ad esempio si chiede se gli ebrei “hanno troppo controllo e influenza a Wall Street”; se “negli affari siano così scaltri che gli altri non hanno la possibilità di competere”; se “sono più fedeli a Israele che all’America”. Il sondaggio ha rilevato che circa sette americani su dieci credono che gli ebrei siano più uniti degli altri americani e che più di un terzo pensa che non condividano i loro valori e “amino essere a capo delle cose”. Circa uno su cinque ritiene che abbiano troppo potere negli Stati Uniti, che non si preoccupino di ciò che accade agli altri e siano più disposti degli altri americani a ricorrere a “pratiche losche per ottenere ciò che vogliono”. Quattro su dieci credono alla teoria cospirazionista della doppia lealtà, per cui gli ebrei sarebbero più fedeli a Israele che agli Usa. Per Matt Williams, vicepresidente del Centro per la ricerca sull’antisemitismo dell’ADL, questi dati dicono che “l’antisemitismo nella sua classica forma fascista sta emergendo di nuovo nella società americana”. Il paese ha già registrato atti di estrema violenza antisemita in questi anni e il timore è che, in questo clima, l’orizzonte sia ancora più fosco.