“Non permetteremo mai
che Mosca vinca”

Un discorso all’insegna delle minacce e del vittimismo quello pronunciato dal presidente russo Vladimir Putin alla vigilia dell’anniversario dell’aggressione da lui decisa all’Ucraina. Un discorso in cui ha cercato di dipingere la Russia come vittima dell’Occidente e ha ribadito la falsa accusa a Kiev di essere un governo di nazisti. “Guardate cosa stanno facendo con i matrimoni gay, con la legalizzazione della pedofilia. Se vogliono distruggere i valori sacri, facciano pure”, uno dei passaggi del discorso di Putin. Tutto il repertorio usato per giustificare la brutale invasione ucraina e lo scontro con l’Occidente, sottolineano le analisi sui quotidiani di oggi. Tra gli attacchi, anche uno implicito all’Italia, citata come destinataria di aiuti durante la pandemia. Poi l’annuncio: la Russia “non esce, ma sospende la sua partecipazione al trattato Start” che limita la produzione e l’utilizzo degli armamenti strategici, ovvero le testate nucleari. “L’ennesimo tentativo di flettere i muscoli. – scrive Repubblica – Salvo poi dover precisare con un comunicato del ministero degli Esteri che la Russia ‘continuerà a rispettare i limiti quantitativi’”. Alle minacce di Putin, ha replicato Biden dalla Polonia e dopo aver visitato l’Ucraina. “Un anno fa il mondo si aspettava la caduta di Kiev che invece resta forte, libera, orgogliosa. Kiev non sarà mai una vittoria per la Russia, il mondo non si è voltato dall’altra parte. Le democrazie oggi sono più forti e gli autocrati più deboli”. “La libertà di Joe Biden contro la paura di Vladimir Putin”, la sintesi del confronto nell’editoriale del direttore di Repubblica Maurizio Molinari. Sulle stesse pagine Vera Politkovskaja, figlia della celebre giornalista assassinata dal regime di Mosca, avverte: “Putin non cadrà il suo sistema di potere è ancora solido”.

Meloni con Zelensky. A ribadire il sostegno italiano all’Ucraina è stata la presidente del Consiglio Meloni che ieri ha incontrato Zelensky a Kiev. “Girarsi dall’altra parte sarebbe molto stupido. Le sorti dell’Ucraina coincidono con le sorti dell’Occidente e passano per la vittoria di Kiev”, le parole della presidente del Consiglio, per poi aggiungere: “La vittoria di Mosca non è pace, la sconfitta dell’Ucraina sarebbe il preludio all’invasione di altri Stati europei”. Zelensky ha ringraziato per il sostegno, ma ha voluto replicare a distanza a Berlusconi, sorprendendo, raccontano Corriere e Stampa tra gli altri, la stessa Meloni. “Mi sembra che la casa del signor Berlusconi non sia mai stata bombardata dai missili, come sono soliti fare i suoi fraterni amici russi. – ha dichiarato Zelensky nel corso della conferenza stampa con la premier italiana – Mai i carri armati sono entrati nel giardino della sua casa, nessun parente del signor Berlusconi è mai stato ammazzato, mai ha dovuto prendere le valigie alle tre di notte per scappare, né sua moglie ha dovuto affannarsi per cercare cibo per la sua famiglia”. Rispondendo a una giornalista in merito alle posizioni del governo italiano, Meloni ha poi affermato: “Valgono i fatti. I partiti della maggioranza hanno sempre votato tutto quel che c’era da votare. La coalizione è stata sempre compatta. Il sostegno all’Ucraina è nel programma elettorale, firmato da tutti”.

Antisemitismo. Un bambino di undici anni della scuola ebraica di Torino “partecipando a una festa di bambini con la kippah in testa si è sentito dire dai suoi coetanei ‘peccato che non siamo in anni precedenti o ti avremmo potuto bruciare’ e tutti gli altri si sono messi a ridere”. A raccontarlo alla Commissione Segre del Comune di Torino, il presidente della comunità ebraica della città Dario Disegni. Un intervento ampiamente ripreso oggi da La Stampa e da Repubblica Torino. L’episodio è stato raccontato dai genitori del bambino a Disegni, che in Commissione si è chiesto con amarezza “dove sentano certe cose i bambini” e “quale sia il ruolo delle famiglie quando capitano fatti di questo genere”. Per il presidente della Comunità ebraica torinese “le due armi fondamentali per vincere l’antisemitismo e l’odio sono educazione e cultura”. Ma inquietano i dati che parlano di un odio antiebraico in crescita in Europa e non solo. “La percezione degli ebrei in Europa è di crescente insicurezza. Circa il 10% degli italiani è censito come antisemita, ma c’è un antisemitismo serpeggiante molto superiore”. Disegni ha poi espresso preoccupazione per la “demonizzazione dello Stato di Israele”. “Se si fanno eventi in cui si accusa Israele di essere uno Stato razzista e che pratica l’apartheid si fanno accuse infamanti, storicamente false e che finiscono per spostare l’odio verso Israele nei confronti delle comunità ebraiche”. Il riferimento è alla presentazione nelle scorse settimane a Palazzo Civico di un report di Amnesty International intitolato “Apartheid di Israele contro la popolazione palestinese”.

Riforme e tensioni. Si continua a parlare anche sui quotidiani italiani della riforma della giustizia israeliana. Due provvedimenti sono stati approvati con una prima votazione – ne servono tre in totale – e nel mentre continuano in parlamento e fuori le proteste contro la controversa riforma. “È intervenuto persino l’Onu, tramite l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, – scrive oggi il Giornale – che ha invitato ieri il governo di Israele a sospendere le modifiche legislative proposte dalla riforma del sistema giudiziario”. In un comunicato, segnala il Giornale, Turk ha espresso la preoccupazione che la riforma della giustizia possa “porre seri rischi all’efficacia della magistratura nel difendere lo stato di diritto, i diritti umani e l’indipendenza giudiziaria”. Il quotidiano segnala anche i tentativi del presidente Herzog di trovare un compromesso sulla riforma, l’apertura del Premier Netanyahu (“parliamone”) e la replica del leader dell’opposizione Lapid (“ne discutiamo solo se viene fermato l’iter legislativo”).

Innovare guardando a Israele. In un editoriale sul Corriere l’economista Roger Abravanel parla della necessità dell’Italia di investire maggiormente nell’innovazione. “Non ci vogliono miliardi di ulteriore debito, ma semplicemente spendere in modo intelligente. Intanto migliorando le naturali fucine dell’innovazione che sono le università, facendovi nascere quella meritocrazia essenziale per creare qualche università di eccellenza che in futuro creeranno spin off e imprenditori high tech”, scrive Abravanel che porta poi come esempio Israele. “Lo Stato può fare molto ma i modelli da cui imparare ci sono come lo Stato israeliano con il proprio ‘Office of the scientist’ e la ‘Innovation Authority’. Serve una drastica trasformazione dell’ecosistema dell’innovazione”. In un altro passaggio, Abravanel spiega che “la difesa israeliana e i sussidi del governo hanno fatto nascere una silicon valley in Medio Oriente che ha fatto dell’economia israeliana una delle più dinamiche del mondo. In Italia tutto ciò non è mai veramente successo”.

Spielberg a Berlino. Il film emotivamente più difficile da girare per Steven Spielberg “è stato Schindler’s list. Quando invitammo sul set alcuni dei sopravvissuti della lista di Oskar Schindler, tutti mi chiedevano di raccontare le loro storie ma non pensavano che finissero nel film, volevano solo rendermi partecipe di ciò che era successo”. A raccontarlo, lo stesso Spielberg in un’intervista pubblicata dal Quotidiano nazionale. Da quell’episodio legato a Schindler’s list, ha aggiunto il regista che sarà premiato con l’Orso d’oro alla carriera a Berlino, è nata l’idea di “una fondazione per raccogliere le testimonianze. E questa è l’impresa di cui sono più orgoglioso. Oggi la Shoah Foundation raccoglie testimonianze da tutto il mondo: da Sarajevo alla Cambogia, al Ruanda”.

Documenti vaticani online. Avvenire riporta la decisione del Vaticano di rendere possibile consultare su internet le richieste d’aiuto che furono presentate alla Segreteria di Stato vaticana durante la persecuzione degli ebrei. Si tratta di 170 volumi, equivalenti a quasi 40mila file. Ad essere consultabile è l’intera serie archivistica “Ebrei” dell’Archivio storico della Segreteria di Stato – Sezione per i Rapporti con gli Stati. La maggior parte dei documenti – il 70 per cento – era stato reso liberamente accessibile su internet il 23 giugno scorso. Ora la pubblicazione è stata completata.

Daniel Reichel