Mediterraneo, una nuova strage
“Bambini, neonati, madri e padri. I corpi senza vita sono stati recuperati alle prime luci dell’alba. In mare, tra le onde, sulla riva e sulla spiaggia di Cutro, a venti chilometri da Crotone. Almeno 59 le vittime. Ecco il tragico bilancio provvisorio di un’altra strage di migranti”. È il racconto del Corriere della Sera della tragedia avvenuta sulle rive calabresi. Un vecchio barcone partito da Smirne, in Turchia, carico di persone è andato alla deriva per il forte vento e a poche decine di metri dalla riva si è spezzato. I quotidiani ricostruiscono le difficili ore dei superstiti e dei soccorritori. “Le famiglie spezzate sono decine. – scrive Repubblica – Un bimbo di dodici anni ha perso tutti: i genitori, quattro fratelli, altri tre parenti. È rimasto solo, come un ragazzino di diciassette che ha visto morire i propri genitori, e uno di sedici che, insieme alla sorella, ce l’ha fatta a raggiungere la spiaggia. Lei però non respirava più. Rimane abbracciato all’unico figlio che gli è rimasto un uomo a cui il mare ha preso la moglie e tre bambini, fra i tredici e i cinque anni”. La maggior parte delle persone erano afghani, pachistani, siriani, ma c’erano anche iraniani, somali e palestinesi.
Tra le reazioni istituzionali alla tragedia, l’appello del capo dello Stato Mattarella arriva sulle prime pagine: “L’Ue assuma finalmente in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani – scrive Mattarella – impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie, nel sostegno alla cooperazione per lo sviluppo dei Paesi da cui i giovani sono costretti ad allontanarsi per mancanza di prospettive”. Per il governo, riportano Corriere e Giornale, la priorità è “impedire le partenze”. “Dalle Ong, – aggiunge Repubblica – ora frenate nel Mediterraneo dai decreti del governo, arriva però un altro, duro, j’accuse. Un coro unanime che sostituisce la parola ‘tragedia’ con ‘crimine’, nel ‘desolante vuoto dei soccorsi’”.
Terrorismo. Si chiamavano Hillel e Yagel Yaniv, i due fratelli israeliani assassinati in un attacco terroristico palestinese, compiuto nei pressi di Huwara, città a pochi chilometri da Nablus. I due, come ricostruisce la Stampa, stavano percorrendo in auto la superstrada 60, che da nord a sud attraversa la Cisgiordania. “I due, complice il traffico, erano fermi sulla strada che taglia la cittadina, quando un uomo ha sparato dodici colpi contro l’auto, colpendoli mortalmente. Inutile la corsa in ospedale”, scrive il quotidiano torinese. Le forze di sicurezza sono impegnate nel trovare il terrorista. L’attacco è arrivato poche ore dopo che era stata diffusa la notizia di un vertice ad Aqaba tra israeliani e palestinesi per coordinarsi e ridurre l’escalation di violenza. Ai colloqui hanno preso parte anche Usa, Egitto e Giordania. La Stampa scrive che da Israele era arrivata la disponibilità a ridurre le operazione antiterrorismo in Cisgiordania in vista del Ramadan. “Decisione questa poi ribaltata in serata dal ministro della Difesa Yoav Gallant che ha mandato più truppe in un’area che, secondo alcuni sindaci israeliani della zona, è totalmente senza controllo”, riporta ancora il quotidiano torinese, che poi parla delle violente proteste di alcuni residenti degli insediamenti israeliani “con lanci di pietre, case in fiamme, un palestinese morto e altri 98 feriti”. Tutto nella zona di Huwara, dove è avvenuto l’attentato palestinese. Nel frattempo il governo di Gerusalemme – riporta il Corriere della Sera – ha approvato un disegno di legge che istituisce la pena di morte per i terroristi. La norma sarà portata alla Knesset mercoledì in prima lettura.
La Biblioteca nazionale d’Israele. Il Giornale, prima di parlare dell’attentato a Huwara, racconta che “dopo le manifestazioni per denunciare la controversa riforma della giustizia sono adesso gli scrittori a insorgere dopo che il ministro dell’istruzione Yoav Kisch ha annunciato l’intenzione di intervenire nelle nomine della direzione della Biblioteca nazionale israeliana, con l’obiettivo di rimuovere il rettore, l’ex procuratore di stato Shai Nitzan considerato ostile al premier”. Trecento gli scrittori israeliani ad aver sottoscritto la petizione, in cui scrivono di volersi opporre “ad ogni intervento politico nella scelta della direzione della Biblioteca nazionale”. Il Giornale prosegue spiegando che “i politici di destra hanno preso di mira la biblioteca nell’ultimo anno. Nitzan infatti è stato coinvolto nella preparazione delle accuse di corruzione proprio contro Netanyahu. Nitzan è stato però dipinto dagli alleati del primo ministro, come un attivista di sinistra deciso a rimuovere il premier dall’incarico con mezzi illegittimi”. Nel frattempo a contestare la mossa del ministro Kisch anche “l’Università ebraica di Gerusalemme, che minaccia di ritirare dalla Biblioteca Nazionale opere culturali di grande importanza fra cui gli archivi del premio Nobel Shmuel Yosef Agnon e i manoscritti di Naftali Herz Imber, autore del testo di Ha-Tikwa, l’inno nazionale israeliano”.
Il veleno in Iran. Negli ultimi mesi a Qom, in Iran, qualcuno ha avvelenato centinaia di alunne nel tentativo di provocare la chiusura delle scuole femminili: lo ha dichiarato un’autorità sanitaria. “Non ci sono ancora arresti, ma tra le autorità e sui media locali tutti puntano il dito verso il fanatismo religioso: Qom, città definita santa, è il centro per eccellenza degli studi sciiti in Iran, – spiega il Corriere – e molti sono certi, già da prima dell’annuncio di ieri, che gli attacchi al veleno nelle aule scolastiche siano un modo per scoraggiare le ragazze dall’andare a scuola e all’università, do- ve si forma l’opposizione e da cui sono nate le proteste che da settembre infiammano il Paese per la morte della giovane Mahsa Amini”.
Passare il testimone. Sarà presentato il prossimo 2 marzo al Consiglio regionale del Piemonte “Il passaggio del testimone: dalle microstorie alla Storia”, il progetto promosso dalla Comunità ebraica di Torino, sostenuto dal Comitato Resistenza e Costituzione e realizzato in collaborazione con Istoreto, Il Pitigliani – Centro ebraico italiano e Museo nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah (Meis). “L’idea – spiega il Corriere Torino – è salvare le testimonianze dirette e renderle fruibili a studenti e studiosi”. Si tratta di un Archivio delle testimonianze piemontesi relative al periodo del nazifascismo, pensato per le scuole, con l’intento di trasformarlo in un Archivio nazionale. “Al momenta ospitato sulla piattaforma nazionale Zeraim, – prosegue il Corriere – il portale accoglie le testimonianze all’interno di un ampio lavoro di contestualizzazione storica, grazie ad Anna Foa, storica, figlia di Vittorio, e a Barbara Berruti dell’Istoreto, ente coinvolto in questo lavoro”. Al quotidiano Claudia Abbina, consigliera della Comunità ebraica di Torino, spiega: “I ragazzi possono scegliere una testimonianza o un video, possono adottare loro stessi una testimonianza. L’Idea è che producano un elaborato finale, da leggere davanti al resto della scuola. L’Intento è rendere autonome le scuole”.
Schlein alla guida del Pd. Sul fronte della politica interna italiana, i quotidiani aprono con la notizia della nomina di Elly Schlein a nuova segretaria del Partito democratico. “Il popolo democratico è vivo e ha una linea chiara. Ci chiede di cambiare davvero”, le prime parole di Schlein. E poi l’avviso: “Saremo un bel problema per il governo Meloni, organizzeremo una vera opposizione”.
Daniel Reichel