Rav Prato, memorie di un rabbino

L’assemblea delle Nazioni Unite ha appena deliberato la nascita dello Stato d’Israele quando rav David Prato, il rabbino capo di Roma, prende una decisione storica: annullare il bimillenario divieto, che gli ebrei romani si trasmettono da sempre, di recarsi sotto l’arco di Tito simbolo della catastrofe e distruzione del Tempio di Gerusalemme per mano delle truppe imperiali. Una folla lo segue, percorrendo l’area nel senso opposto rispetto a quello in cui gli schiavi ebrei dell’anno 70 furono costretti a sfilare, volgendo le spalle alla loro città e al loro santuario. Una suggestiva fotografia rispetto all’operato di questo grande rabbino italiano, che fu anche leader religioso della comunità di Alessandria d’Egitto, evocata dal presidente della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia Dario Disegni nelle prime battute della presentazione del volume “Memorie di un rabbino italiano. Le agende di David Prato (1922-1943)” curato per l’editore Viella da Angelo M. Piattelli e Mario Toscano. L’iniziativa, svoltasi presso la Biblioteca Nazionale dell’Ebraismo Italiano Tullia Zevi, ha visto confrontarsi sul libro anche il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni, i docenti universitari Ester Capuzzo e Gabriele Rigano e il direttore della Rassegna Mensile di Israel rav Gianfranco Di Segni.
Numerosi i temi approfonditi nel corso di un incontro che, moderato dal direttore del dipartimento Beni e Attività Culturali della Comunità di Roma Claudio Procaccia, si è aperto con i saluti della presidente della Comunità Ruth Dureghello e del consigliere UCEI Saul Meghnagi. “Ricordiamo oggi una figura importante, eppure ancora poco nota. Questa pubblicazione si inserisce nel lavoro che la nostra Comunità persegue e prosegue, con rapporti intensi nel tessuto accademico. Si tratta infatti della terza pubblicazione nel contesto del Centro Romano di Studi sull’Ebraismo”, ha osservato al riguardo Dureghello. “Un documento straordinario suscettibile di ulteriori riflessioni. È essenziale che si sia recuperata una fonte originaria di osservazione e che gli storici possano sviluppare un ragionamento a partire da essa” il pensiero di Meghnagi, nel guardare alla ricchezza di questa testimonianza inedita. Tra le sue pagine, evidenziano i curatori, “vicende e riflessioni, ritratti di re e dittatori, rabbini e leader politici”. Il quadro di un’epoca complessa e tormentata, nella prospettiva di un grande Maestro del Novecento.
Angelo M. Piattelli, esperto di manoscritti e libri ebraici, è stato ricercatore presso l’Institute for Jewish Bibliography di Gerusalemme e presidente della comunità ebraica italiana in Israele. Ha pubblicato studi sulle tipografie ebraiche e sulla storia del rabbinato italiano.
Mario Toscano è stato professore ordinario di Storia contemporanea presso la Sapienza – Università di Roma. Fa parte della direzione di «Mondo contemporaneo. Rivista di storia».