Un manifesto contro l’antisemitismo
‘Molto da fare, a scuola e nello sport’

“L’antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio nei loro confronti. Le manifestazioni verbali e fisiche di antisemitismo sono dirette verso le persone ebree, o non ebree e/o la loro proprietà, le istituzioni delle comunità ebraiche e i loro luoghi di culto”.
Riprende la definizione operativa dell’International Holocaust Remembrance Alliance il “Manifesto contro l’antisemitismo e contro ogni forma di intolleranza, razzismo ed esclusione” presentato quest’oggi a Venezia, nella sede della Giunta Regionale del Veneto, con l’obiettivo di rafforzare l’impegno delle istituzioni nel contrasto all’odio antiebraico e nella costruzione di nuove piattaforme valoriali e culturali. Temi sui quali si sono soffermati, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Balbi, il presidente del Veneto Luca Zaia, il nuovo coordinatore nazionale nella lotta contro l’antisemitismo Giuseppe Pecoraro e l’assessore al Bilancio UCEI Davide Romanin Jacur. In sala tra gli altri il presidente della Comunità ebraica veneziana Dario Calimani, il vicepresidente Paolo Navarro Dina, il rabbino capo rav Alberto Sermoneta, il presidente della Comunità ebraica padovana Gianni Parenzo, la vicepresidente Gina Cavalieri e il direttore della Fondazione CDEC Gadi Luzzatto Voghera. “Il manifesto si accompagna alla firma di due protocolli d’intesa con ANCI Veneto e Ufficio Scolastico Regionale. Una scelta intrapresa per affermare l’importanza di affrontare questo tema nella scuola, nella società e nelle istituzioni. L’antisemitismo non è una questione del passato” l’osservazione iniziale di Zaia, che ha poi ricordato come proprio il Veneto abbia emanato la prima legge regionale specificamente dedicata alla conoscenza della Shoah e al Giorno della Memoria. Secondo il governatore “il ventre molle è oggi rappresentato dal pericolo diffuso in ambito giovanile” e in particolare dalla rete, che non sarebbe “controllata a sufficienza”.
“Questa è la mia prima uscita pubblica dall’assunzione dell’incarico”, ha esordito Pecoraro. Nel riferire dei suoi incontri degli scorsi giorni con leader ebraici e rappresentanti d’Israele, l’ex prefetto di Roma ha spiegato come “vi sia molta attenzione” sugli impegni e le sfide che lo vedono oggi protagonista. L’antisemitismo, il suo pensiero, “si presenta in modo insidioso in varie forme, sui social con parole talvolta ambigue che colpiscono la sensibilità del mondo ebraico”. Rivolgendosi all’ebraismo italiano, Pecoraro ha poi sostenuto l’esigenza “di uscire da un certo isolamento: non esiste che dei cittadini italiani possano sentirsi non tutelati”. Secondo il neo coordinatore, subentrato di recente a Milena Santerini, “bisogna avere il coraggio di dire: io sono questo”. Un esempio riferito anche al mondo del calcio: “Ho saputo appena ieri che il Napoli, la mia squadra, ha un calciatore ebreo tra i suoi tesserati (Petagna, ndr). I calciatori dovrebbero essere dei testimonial, darci una mano: c’è molto da fare nella scuola e nello sport”. Nel prendere infine la parola Jacur ha ricordato “il passo fondamentale” costituito dalla legge del Veneto sulla Memoria, con l’impegno quest’oggi “a fare un passo in più, che dimostra la volontà di attuazione”. Lotta all’antisemitismo: un tema complesso e che, ha proseguito Jacur, si basa su fenomeni come “ignoranza, stereotipia, antigiudaismo”. L’assessore UCEI ha anche invitato a correggere “una stereotipia d’altro genere: quella di chi pensa che Auschwitz sia stato il solo lager in funzione durante la Shoah, Liliana Segre l’unica Testimone a raccontare, Primo Levi l’unico ad averne scritto; tutti credono di sapere tutto, mentre in realtà è necessario andare molto più a fondo”. Una Memoria attiva e costante. “Non perché vogliamo essere compatiti come vittime”, ha detto ancora, ma per meglio capire come furono possibili l’attivazione e lo sviluppo della “prima industrializzazione della morte” nella storia umana. Non vi furono sei milioni di vittime, il suo ulteriore messaggio, “ma un omicidio ripetuto sei milioni di volte”.
Tra gli obiettivi esplicitati nel documento siglato stamane l’urgenza di “richiamare in ciascuno il senso di responsabilità, sollecitare una reazione all’indifferenza, prendere piena consapevolezza del fenomeno e delle forme in cui si manifesta, per contribuire a contrastare disprezzo, sospetto, intolleranza, esclusione, violenza”. Anche se l’odio antiebraico presenta aspetti peculiari, si attesta in un passaggio, “va combattuto insieme a tutto ciò che discrimina ogni essere umano, ogni gruppo sociale, ogni minoranza”. Essenziale pertanto “sensibilizzare le coscienze dei giovani, perché sul tema dell’antisemitismo la nostra società assimili i valori che la Shoah invita a non dimenticare: pace, uguaglianza di tutti gli esseri umani, rispetto della dignità delle persone e dei valori della convivenza civile”. A firmare i protocolli sono stati il presidente di Anci Veneto Mario Conte e Mirella Nappa dell’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto.
Azioni assunte entrambe nella consapevolezza “che la comprensione della storia sia la miglior forma di contrasto all’antiebraismo e ad altre forme di pregiudizio”.