Case della Memoria, al Meis
l’incontro per istituzioni e scuole

Un nuovo appuntamento per il progetto REMEMBR-HOUSE, che ha visto ieri lo svolgimento a Ferrara di un incontro rivolto agli operatori della scuola e alle istituzioni culturali. Nato dalla collaborazione fra il Meis e la Fondazione 1563 di Torino, il progetto è sostenuto da un finanziamento dell’Unione Europea e realizza percorsi formativi per docenti, professionisti, educatori e studenti, partendo dal prezioso archivio EGELI conservato nel capoluogo piemontese. Le carte relative ai sequestri e alle confische dei beni ebraici avvenuti tra il 1939 ed il 1945 costituiscono il materiale di partenza per una riflessione da svolgere durante un laboratorio pratico sul concetto di casa. Cosa accadrebbe, ci si è chiesti, se venissimo privati delle certezze e delle sicurezze che ruotano intorno alla nostra casa?
Il pomeriggio, aperto dai saluti dai presidenti delle due fondazioni – Dario Disegni e Piero Gastaldo – è stato segnato da due sezioni. Nella prima parte sono state esposte ai presenti, dalle coordinatrici del progetto Sharon Reichel ed Erika Salassa, le direttrici principali di REMEMBR-HOUSE. È seguito un panel a cui hanno partecipato, portando le proprie esperienze di valorizzazione delle fonti e didattica della Shoah, Milda Jakulytė-Vasil, curatrice della mostra Lost Shtetl del Museo di Storia Ebraica di Šeduva, Marianne Windsperger, Research Coordinator del Vienna Wiesenthal Institute for Holocaust Studies (VWI), in rappresentanza di EHRI-European Holocaust Research Infrastructure, e Anthony Majanlahti, Professore della Northeastern University di Boston.
A chiudere una riflessione di Gadi Luzzatto Voghera, direttore della Fondazione CDEC, che ha presentato risultati e lavoro dell’Osservatorio Antisemitismo.
D’ora in avanti si entrerà nella fase più viva del progetto, che prevede training per i docenti, workshop e laboratori con i ragazzi, eventi di divulgazione, contenuti multimediali, contest, la realizzazione di un manuale e kit didattico in formato bilingue. Il percorso si concluderà con il modulo laboratoriale e la realizzazione di una propria casa della memoria in scala. Tanto il MEIS che Fondazione 1563 si sono detti “profondamente convinti” che il format, i cui risultati si cominceranno ad avere tra la metà del 2023 e il 2024, sia esportabile a tanti altri Paesi europei che hanno conosciuto la persecuzione dei diritti e la Shoah.