Israele e le proteste di piazza:
tensioni e decine di feriti
Proteste e tensioni in Israele. Repubblica, in una cronaca degli eventi delle scorse ore, parla di “giornata difficilissima”, con decine di persone ferite “e almeno 11 trasportate in ospedale nelle manifestazioni contro il governo, con la polizia che lancia granate stordenti e utilizza cannoni ad acqua per impedire il blocco delle strade”. E il primo ministro Netanyahu “che in serata traccia un parallelo tra le proteste di piazza e l’attacco al villaggio palestinese di Huwara messo a ferro e fuoco domenica da centinaia di israeliani per vendicare la morte di due ragazzi uccisi in un attentato poche ore prima”. Il tutto mentre l’approvazione “della controversa riforma della giustizia procede a ritmi serrati, nonostante la profonda spaccatura nella società”.
Sul Corriere una testimonianza su Huwara dello scrittore israeliano Etgar Keret, che definisce quanto avvenuto un “pogrom”. Si chiede al riguardo il noto intellettuale: “Quattrocento ebrei, provenienti dagli insediamenti vicini, hanno dato man forte all’esercito israeliano e preso d’assalto una città palestinese, dove hanno pestato e massacrato la gente del posto e dato fuoco alle case dove le famiglie si erano rifugiate. Non siamo stati capaci di impedirlo, e oggi ci sono membri di questo governo estremista che non sono disposti neppure a condannare l’eccidio. Ma riusciremo almeno a trovare un nome per definire questa tragedia?”.
Sul Foglio un editoriale è dedicato ai “ragionevoli di Israele dopo Huwara”. Si riprendono in particolare le considerazioni di Yehuda Fuchs. Anche secondo il generale, responsabile delle truppe d’Israele in Cisgiordania, a Huwara sarebbe stato compiuto un “pogrom”.
Sul Messaggero uno scatto della protesta di alcune donne, che a Gerusalemme hanno indossato “gli appariscenti costumi della serie TV The Handmaid’s Tate”.
Boom di commenti antisemiti contro Elly Schlein dopo la vittoria alle primarie del PD: a segnalarlo l’Osservatorio Antisemitismo della Fondazione Cdec.
“Alcuni utenti – si legge su Repubblica – riprendono il mito accusatorio dell’ebraismo internazionale, degli ebrei ashkenaziti e di Soros, sempre legando tutto alle sue origini ebraiche paterne per alimentare l’idea che tutto faccia parte di un complotto ebraico. Una utente sostiene che gli ebrei, dopo 2.000 anni, si stanno vendicando degli italiani che ‘li hanno cacciati da Israele’, mentre un altro sostiene di cominciare a comprendere Hitler”. Alcuni di questi contenuti sarebbero stati condivisi da esponenti politici. A documentarlo “l’Unione Giovani Ebrei d’Italia (Ugei)”. Il Secolo XIX chiede un’opinione ad Ariel Dello Strologo, ex presidente della Comunità ebraica di Genova e candidato sindaco per il centrosinistra alle ultime amministrative. “Parliamo – dice – di qualcosa che è sempre presente sottotraccia e negli ultimi anni è emerso con le varie teorie del complotto sul ‘piano Kalergi’ e Soros che finanzia le Ong per portare gli immigrati in Italia o sul Ceo di Pfizer, ebreo, che avrebbe fatto dilagare la pandemia”.
Il Presidente Mattarella sarà oggi a Crotone, alla camera ardente delle vittime dell’ultima strage del mare. Il Capo dello Stato si recherà al Palasport, dove sono allineate le bare, “per dare una testimonianza di rispetto e cordoglio, oltre che per ascoltare la voce di superstiti e soccorritori” (Corriere). Intanto, di fronte alle contestazioni e alle richieste di un passo indietro da parte delle opposizioni, il governo e la maggioranza “fanno quadrato attorno a Piantedosi, atteso oggi in audizione al Copasir e difeso in primis dalla Lega di Salvini” (Il Sole 24 Ore).
Su Repubblica una intervista a Tamara Tenenbaum, scrittrice e filosofa argentina di cui Fandango pubblica il romanzo Tutte le nostre maledizioni. Nel libro l’autrice “racconta il passaggio dall’infanzia all’età adulta di una ragazza ebrea nell’America Latina di oggi”. E lo fa, viene evidenziato, “portando sulla scena letteraria la sua esperienza, quella di una bambina nata e cresciuta nel quartiere Once di Buenos Aires, in seno a una comunità ebraica ortodossa forse più moderna di altre perché meno rigida su alcuni criteri, come ad esempio l’abbigliamento, ma comunque disciplinata da regole severissime”.
Il rabbino Scialom Bahbout propone su Repubblica una riflessione sull’acqua, “il nostro bene più prezioso”, eppure “regolarmente sprecato”. Nel suo intervento numerosi sono i riferimenti ai testi della Tradizione ebraica, a partire dalla Genesi. La Bibbia, spiega il rav, associa spesso la parola maim (acqua) con la parola chaim (vita): “Circa il 71 per cento della superficie terrestre è occupato dall’acqua; l’uomo stesso è fatto d’acqua, quasi nella stessa percentuale della Terra”.
Adriano Sofri (Il Foglio) ripercorre le vicende drammatiche del pogrom di Kishinev del 1903, evento “di ferocia bestiale” e dalla “vasta e fatale ripercussione”. Cambiò infatti, si spiega, “la storia degli ebrei in Europa, America e Palestina”. Secondo Sofri la cronaca di queste ore offrirebbe “un dettaglio romanzesco amaro e ghiotto per i fantasisti delle cospirazioni, perché Ilan Shor, l’oligarca che finanzia e muove le fila della mobilitazione putinista, è nato a Tel Aviv da genitori ebrei moldavi trasferiti in Israele negli anni ’70 e tornati in Moldavia nel 1990”. Un anno prima, cioè, “della proclamazione della Repubblica indipendente”.
Elena Loewenthal resterà alla guida del Circolo dei Lettori di Torino anche nel biennio 2023-2024. A rinnovarle la fiducia la Regione Piemonte, socio unico della Fondazione, e il Consiglio di gestione. L’obiettivo, riporta La Stampa, è quello di “fare sempre più rete, in modo da far sentire la cultura una parte integrante del territorio”. L’incarico giunge “pochi giorni dopo la vicenda della mancata nomina del nuovo direttore del Salone del libro di Torino, con l’ipotesi tandem della direzione di Paolo Giordano e della vicedirezione di Loewenthal” (Corriere).
Inizieranno domani le celebrazioni per la Giornata europea dei Giusti. “Salvare l’umano nell’uomo. I Giusti e la responsabilità personale” il tema svolto in questa edizione, che prenderà il via a Milano (Corriere). Su Avvenire un intervento del presidente di Gariwo Gabriele Nissim, dal titolo “Guardare ai Giusti per pensare il futuro”. Mentre sul Foglio Francesco Cataluccio segnala l’omaggio che verrà reso al giornalista Gareth Jones, primo testimone dell’Holodomor.
Adam Smulevich
(2 marzo 2023)