Memoria, raccogliere il testimonelavorando in archivio
“Stiamo attraversando un momento molto delicato, ci sono rigurgiti di antisemitismo, odio e intolleranza alimentate da teorie del complotto. Vogliamo contribuire a creare nei giovani degli anticorpi in modo che possano diventare dei cittadini responsabili. La trasmissione della memoria deve essere di stimolo per contrastare la diffusione di messaggi distorti”. A sottolinearlo, il presidente della Comunità ebraica di Torino, Dario Disegni, presentando nelle sale del Consiglio regionale del Piemonte il progetto “Il passaggio del testimone: dalle microstorie alla Storia”. Un’iniziativa il cui cuore è proprio la trasmissione della Memoria alle nuove generazioni. Si tratta di una piattaforma (clicca qui) dove i ragazzi possano scoprire e immedesimarsi nelle storie dei deportati e delle vittime della Shoah. Un progetto che ha visto la Comunità ebraica torinese come promotrice, con il sostegno del Consiglio regionale piemontese e del Comitato Resistenza e Costituzione, in collaborazione con “Il Pitigliani Centro Ebraico Italiano”, l’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea (Istoreto), e il MEIS-Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah.
“Abbiamo voluto sostenere con convinzione il progetto che si rivolge in modo specifico alle scuole, mettendo loro a disposizione un archivio che trasmette la memoria dai nonni ai nipoti e che è tanto più prezioso oggi che i testimoni diretti della Shoah, della Resistenza e delle vicende del periodo nazifascista stanno scomparendo”, le parole del vicepresidente del Consiglio e presidente del Comitato Resistenza, Daniele Valle. “Per contrastare l’antisemitismo e il razzismo, i negazionismi così come le pericolose riscritture, falsificazioni o banalizzazioni della Storia, c’è un’unica strada: – ha commentato Valle – la cultura e l’educazione”. E su queste si fonda il progetto “Il passaggio del testimone”, ideato prendendo spunto dall’esperienza del Pitigliani di Roma e del suo “Memorie di famiglia”. Un’iniziativa ormai consolidata il cui obiettivo è la trasmissione del ricordo dai nonni ai nipoti attraverso la lettura delle testimonianze e la ricerca. Una chiave di lettura riproposta a Torino, allargandola alle scuole “per proporre agli insegnanti – spiegano i promotori – una raccolta di fonti e materiali didattici di facile accesso insieme ad un metodo di lavoro”.
Al centro di tutto, l’archivio digitale delle testimonianze piemontesi e la documentazione inerente a queste ultime. A spiegare lo sviluppo del lavoro, Claudia Abbina, consigliera con delega alla Cultura della Comunità ebraica della città. “Proponiamo l’adozione di una o più storie e delle relative famiglie da parte degli studenti, fornendo nel contempo un metodo di interrogazione delle fonti. A latere del progetto abbiamo già sperimentato una formazione per gli insegnanti, che riteniamo imprescindibile, per la prima volta pensata specificatamente per il corretto utilizzo di questo archivio”. Ad oggi, ha spiegato Abbina, venti testimonianze piemontesi sono già state studiate e contestualizzate appositamente per gli studenti. “Vogliamo trasmettere un metodo di lavoro diretto su questo tipo specifico di fonti, ma poi utilizzabile anche come approccio allo studio. Come insegnano gli storici del periodo, questo tipo di testimonianze non può essere consegnata alla scuola senza una corretta formazione sul come studiarla e portarla all’esame degli studenti”.
La piattaforma è stata messa a disposizione da Alicubi, come ha illustrato il Ceo Augusto Cherchi: “Abbiamo messo a disposizione l’esperienza che avevamo nel gestire questo tipo di contenuti. Negli anni sono cambiati radicalmente il concetto di prodotto editoriale e le modalità di fruirli tramite il web. Mettendo in relazione tutte le informazioni che abbiamo a disposizione possiamo creare una narrazione o un’interpretazione che vede l’utilizzatore al centro. La piattaforma permette anche di implementare i contenuti in maniera partecipativa”.
“Abbiamo aderito a questo progetto perché il tema di come passare dalla memoria alla storia ci interroga profondamente – ha concluso Barbara Berruti, direttrice di Istoreto – e ci viene in soccorso la figura di un grande storico come Bruno Vasari, che in vita ci ha invitato a lavorare per la verità e raccogliere tutte le testimonianze per servire alla storia futura”.