La Russa in Israele
La prima missione estera del presidente del Senato Ignazio La Russa è Israele. Già sbarcato a Tel Aviv, La Russa incontrerà in queste ore a Gerusalemme il presidente della Knesset Amir Ohana. A seguire ci sarà la tradizionale visita allo Yad Vashem, un incontro con la Comunità degli Italkim, gli italiani d’Israele, e un passaggio al Muro Occidentale. Non è la prima volta che La Russa arriva in visita ufficiale in Israele, ricorda Libero. Nel 2009 c’era stato in qualità di ministro della Difesa. “L’attuale missione, – scrive il quotidiano -, riveste un significato più profondo ed emblematico rispetto alla precedente, in quanto anticipa il viaggio del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che la settimana prossima sarà in Italia e incontrerà il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a sua volta appena tornata dagli Emirati Arabi Uniti, il più importante fra i partner strategici di Israele nella regione mediorientale, nell’ottica degli Accordi di Abramo del 2020”.
Netanyahu verso Roma. I diversi quotidiani italiani raccontano come il viaggio di Netanyahu per Roma sia rimasto coinvolto nelle diffuse proteste contro la riforma della giustizia che il suo governo sta portando avanti. Nessun pilota si è infatti presentato per guidare l’aereo El Al che giovedì porterà il Premier e la consorte Sara in Italia. Dalla El Al hanno poi risolto, ma il caso è diventato una notizia, riporta il Giornale che titola “I piloti in sciopero ‘politico’. Rischia il decollo di Netanyahu”. “La disobbedienza civile all’El Al avrebbe origine sia politica sia tecnica. – scrive il Corriere della Sera – La coppia primoministeriale pretende di volare su un 777 (più lussuoso e spazioso) ma gli equipaggi che hanno mantenuto il numero di ore necessario a pilotarlo sono ridotti causa Covid. Soprattutto – commentano fonti al telegiornale – non ha senso usare un velivolo così grande per un volo che dura poco più di due ore”.
Esercito israeliano, le proteste contro la riforma. Dalle implicazioni più profondo la protesta di altri piloti israeliani contro la rivoluzione giudiziari portata avanti dal governo Netanyahu. 37 dei 40 piloti riservisti della squadriglia 69, una delle più importanti dell’aviazione militare israeliana, responsabile di azioni cruciali come l’eliminazione del reattore nucleare in Siria nel 2007 ma anche contro l’Iran, annunciano in una lettera che non parteciperanno alla prima giornata del periodo di addestramento a cui sono stati richiamati. “Da settimane si discuteva della possibilità che l’obiezione di coscienza potesse diventare un nuovo strumento di protesta contro una riforma che secondo i critici sferrerà un colpo micidiale al carattere democratico di Israele, limitando drasticamente il potere della Corte Suprema e conferendo al governo la facoltà di nominare i giudici di ogni livello”, scrive Repubblica. “Il timore – spiega La Stampa – è che l’indebolimento della Corte Suprema possa danneggiare la reputazione di imparzialità e indipendenza dalla politica dei tribunali israeliani nell’applicazione delle norme internazionali, privando il Paese di legittimità ed esponendo i militari a procedimenti giudiziari da parte di organismi esterni, come la Corte penale dell’Aia”. Per il capo dell’esercito, Herzi Halevi, la protesta potrebbe allargarsi e di questo ha avvertito Netanyahu. A seguire i piloti potrebbero essere ufficiali della celebre unità tecnologica 8200. Intanto, riporta Repubblica, il Ministro della Difesa Yoav Gallant “se da una parte rivolge un appello a soldati e ufficiali a tenere la politica fuori dall’esercito, dall’altro sottolinea la necessità del dialogo con l’opposizione. Che però per sedersi al tavolo vuole che il governo sospenda l’iter legislativo della riforma, il quale invece procede spedito e che la maggioranza vuole completare nel giro di poche settimane”.
Nablus. Il Fatto Quotidiano riprende una videoinchiesta del New York Times che ha fatto una propria ricostruzione, attraverso filmati di telecamere di sicurezza, video di cellulari e testimonianze, dell’operazione condotta dalle forze di sicurezza israeliane per arrestare tre palestinesi che stavano pianificando un attentato terroristico. “Le immagini mostrano le forze di sicurezza israeliane che si fanno strada a piedi attraverso il mercato affollato e prendono posizione nelle case e sui tetti che circondano la casa dove i tre uomini sono rintanati. Quando si rifiutano di arrendersi, scoppia uno scontro a fuoco che continuerà per ore al termine del quale i tre sono morti. Ma anche altri 8 ignari abitanti della zona”, scrive il Fatto sulla base del lavoro del New York Times, a cui il portavoce dell’esercito israeliano ha spiegato che si sta lavorando per una ricostruzione dettagliata degli avvenimenti.
Soccorsi in mare. In settimana il Consiglio dei ministri si riunirà a Cutro, come annunciato. E Repubblica spiega che il piano della Presidente del Consiglio Meloni è “portare a pene più dure agli scafisti e, forse, regole riscritte sui salvataggi in mare”. Secondo il quotidiano inoltre Meloni chiederà al ministro dell’Interno Piantedosi “di rimettere nel cassetto il pacchetto di norme mutuate dai decreti Salvini, quelle che prevedono una stretta sull’accoglienza dei migranti. Sarebbe semplicemente ‘folle’ – oltreché dannoso in termini di opinione pubblica – immaginare di presentarsi con queste novità sul luogo della strage”. la ricostruzione di Repubblica. La Verità riporta invece di una società israeliana specializzata in software che avrebbe mappato “i movimenti di trafficanti di migranti ed estremisti che cercano di penetrare il nostro Paese dalla frontiera tra Slovenia e Friuli Venezia Giulia”.
Giornata dei Giusti. Si celebre oggi la Giornata dei Giusti dell’umanità e tra le iniziative il Resto del Carlino segnala l’appuntamento organizzato in collaborazione il Museo ebraico di Bologna presso l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna. “Appuntamento dalle 10.30, nella sala Fanti di viale Aldo Moro. A fare gli onori di casa, la presidente dell’Assemblea Emma Petitti e la direttrice del Museo Ebraico Vincenza Maugeri”.
Daniel Reichel