Vite spezzate, un racconto
tra immagini e testi
Raccogliere il testimone della Shoah per ricordare lo sterminio di milioni di persone “uccise per la sola colpa di essere nate”, ma anche per diventare testimoni e denunciare gli orrori del tempo presente. Paolo Mansolillo e Rocco Carta trasmettono questa missione nel presentare “Vite spezzate”. Il volume (Calbano editore) porta avanti, tra immagini e testi, un’idea nata da un incontro con uno degli ultimi Testimoni italiani della Shoah ancora in vita: Sami Modiano. Se ne è parlato nelle scorse ore, nel corso di un incontro nella sede della Comunità ebraica di Casale Monferrato.
“Tutto nasce da una visita alla sinagoga di Rodi”, spiega Mansolillo. “Qui, in modo del tutto imprevisto, io e la mia compagna abbiamo incontrato Sami. Ci ha chiesto di stringere il tatuaggio che ha sul braccio e di esprimere un desiderio. Ci siamo detti: dobbiamo fare qualcosa, dare il nostro piccolo contributo alla Memoria e l’unica cosa che so fare sono fotografie. Così sono andato ad Auschwitz-Birkenau con il preciso scopo di realizzare una galleria fotografica che diventasse un’esperienza didattica. Avevamo appena cominciato a presentarlo nelle scuole quando è scoppiata la pandemia. Ma non volevamo che la cosa cadesse nel vuoto e abbiamo deciso di farne una pubblicazione, aggiungendo dei contributi letterari”. Tra questi alcuni sono di Rocco Carta, educatore alla scuola ebraica di Milano: “Il racconto che ho scritto per il libro, ‘Graffi’, si rifa all’immagine dell’unica camera a gas rimasta in piedi ad Auschwitz. Ho avuto la fortuna di entrare in quel luogo con Sami Modiano e ci ho messo molto tempo a elaborare quell’esperienza. I graffi sono quelli che mi è sembrato di vedere sulle pareti scrostate. Ho immaginato quelle persone che vi si appigliavano alla disperata ricerca di sopravvivere e ho pensato a chi cerca oggi la sua libertà e soffoca, annegando a bordo di un barcone”.
Nella presentazione, condotta da Massimo Biglia (anche lui tra gli autori dei testi), la memoria del naufragio di Cutro è più che mai attuale.
Per Mansolillo infatti “si possono fare i conti con la Memoria solo se la leghiamo al presente”.