Gli Italkim e l’incontro con La Russa“L’Antifascismo è il fondamento del nostro legame con l’Italia”
“L’Italia di oggi, antifascista nel suo midollo costituzionale, è quell’Italia di cui noi cittadini italiani all’estero siamo orgogliosi di insegnare la cultura ai nostri figli”. Nella nuova sala multimediale di Rehov Hillel 25, cuore della Comunità ebraica italiana d’Israele, Vito Anav, in qualità di presidente, ha salutato la visita del presidente del Senato Ignazio La Russa. Lo ha fatto evidenziando come l’antifascismo sia stato l’elemento fondamentale per ricucire il rapporto tra il mondo ebraico e l’Italia. Un paese che “ha risalito la china di un profondo baratro in cui l’aveva gettata il ventennio fascista, l’adesione popolare ad esso, la vergogna del razzismo, il silenzio della maggioranza silenziosa e pecorona”, le parole di Anav. Un discorso volto a ribadire come sia da condannare tutto il periodo del fascismo, senza cedimenti né eccezioni. Una censura indispensabile per chi come gli italkim – italiani d’Israele – ha scelto di mantenere con orgoglio il proprio legame con l’Italia. “Siamo persone ricche di due culture, quella ebraica, nazionale e tradizionale e quella italiana”. Una identità multipla possibile “perché l’Italia repubblicana ha saputo condannare il periodo fascista”. Lo ha fatto, la riflessione di Anav, con un quadro normativo chiaro – dal divieto di ricostituzione del partito fascista alla legge Mancino di contrasto a ogni forma di discriminazione razziale, etnica e religiosa – e con sentenze delle Corte di Cassazione. Argini su cui anche gli Italkim fanno affidamento, dicendosi “attenti e vigili” ma anche ottimisti sul fatto “che la Storia abbia insegnato quel che doveva insegnare”.
A presentare poi un quadro di chi siano gli italiani in Israele – circa 24mila persone, di cui 20mila ebrei – è stato Beniamino Lazar. Rivolgendosi al presidente del Senato, accompagnato tra gli altri dall’ambasciatore italiano Sergio Barbanti e dal presidente della Comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi, Lazar ha inoltre toccato questioni legate ai lavori parlamentari: una chiedendo il proseguo dell’impegno per il riconoscimento delle benemerenze a chi è stato perseguitato dal regime fascista – L’altra, per intervenire sulle difficoltà degli israeliani di origine italiana che hanno fatto domanda di cittadinanza italiana ma, in quanto costretti a lasciare Libia, Egitto e Siria, non hanno certificati di nascita.
“L’accoglienza che ho avuto nel vostro Parlamento, l’applauso congiunto non solo dalla parte della maggioranza ma anche dalla opposizione, mi ripaga di tante piccole vicissitudini che uno può avere nelle sua vita politica”, le parole di La Russa in Rehov Hillel, riportate dai media. “La mia condanna delle Leggi razziali ‘senza se e senza ma’ è molto antica e sin da quando io faccio politica la difesa dell’esistenza, della integrità e dell’indipendenza di Israele è stata uno dei capisaldi della linea politica dei partiti a cui ho appartenuto”.
Dopo l’incontro con gli italkim, La Russa, che in mattinata aveva incontrato il Premier Netanyahu ed era stato salutato dalla Knesset, si è recato allo Yad Vashem. “In questo luogo di dolore e di ricordo ho rinnovato il sentimento di vicinanza al popolo ebraico nel proposito di contribuire affinché non ci sia mai più un odio così bestiale e inumano”. A chiudere la giornata, la tappa al Muro Occidentale. “In questo luogo si incontrano le religioni e si incontra la storia”, le parole del presidente del Senato. Qui, riportano le cronache dei quotidiani italiani, alcuni giornalisti presenti hanno chiesto se, come disse da Gerusalemme Gianfranco Fini, “il fascismo è il male assoluto?”. “Ho finito di fare dichiarazioni, – la replica di La Russa – non siamo in Italia che uno mi insegue col microfono”.