Netanyahu in arrivo a Roma:
“Democrazia israeliana robusta”
“La democrazia israeliana dimostra di essere robusta e uscirà più forte da questa prova”.
A dirlo, in una intervista con Repubblica, è il premier d’Israele Benjamin Netanyahu. In arrivo a Roma, Netanyahu sostiene che le proteste in atto nel Paese siano una dimostrazione di “quanto è solida la nostra democrazia” e che “nella popolazione è molto forte la richiesta di riequilibrare la bilancia dei poteri fra esecutivo, legislativo e giudiziario”. Rispondendo alle domande di Maurizio Molinari, il direttore di Repubblica, parla di “relazioni molto solide” con l’Italia, anche se “vorrei vedere più collaborazione economica: Israele è una patria dell’innovazione e credo che relazioni più strette con le vostre aziende saranno positive per entrambi”. Uno dei temi di cui discuterà nell’incontro con Meloni, previsto per la giornata di domani, è l’Iran: “Dobbiamo impedire che raggiunga l’atomica perché con i suoi missili potrebbe raggiungere molti Paesi, anche in Europa, e nessuno vuole essere preso in ostaggio da un regime fondamentalista dotato del nucleare”. Inoltre, prosegue Netanyahu, “auspico un’accelerazione nel cambiamento di approccio dell’Italia alle votazioni all’Onu: dal 2015 l’Italia ha votato all’Onu ben 89 volte contro di noi, è un fatto che stride con le ottime relazioni bilaterali”. Della premier italiana invece dice: “Faccio attenzione al fatto se le persone hanno imparato la lezione della Storia. Non ho dubbi sul fatto che Meloni e altri leader del suo partito l’abbiano imparata, condannando chiaramente l’antisemitismo e l’antisionismo”. Secondo Netanyahu “il pericolo che abbiamo oggi è la convergenza a cui assistiamo in Europa fra alcuni gruppi dell’estrema sinistra, che mossi dall’odio verso Israele si alleano perfino con ijihadisti dell’Islam radicale che disprezzano i diritti delle donne”. Netanyahu esprime in conclusione una speranza: “Credo sia venuto il momento per Roma di riconoscere Gerusalemme come capitale ancestrale del popolo ebraico”.
La visita di Netanyahu è oggetto di numerosi articoli, con un taglio molto spesso critico. Secondo La Stampa “il governo italiano non mostra alcun segno di imbarazzo; al contrario, con buona pace dell’irritazione di parte della comunità ebraica italiana che non dimentica la storia del nostro fascismo, Meloni sceglie di stringere un legame ancora più forte con Bibi”. La Stampa propone due interviste. Alla giornalista e saggista Sarit Yishai-Levi, che afferma: “Mi aspetto di vedere proteste contro Netanyahu a Roma da parte delle comunità ebraiche e degli israeliani in Italia”. E a Olga Dalia Padoa, la traduttrice che ha rifiutato l’incarico offertole per queste giornate romane. Dichiara la donna: “Se accetto di collaborare alla sua traduzione in un momento in cui l’intero Paese sta opponendosi a lui, i miei figli non mi guarderanno più in faccia. Sono stati inflessibili: non si collabora con chi promuove principi fascisti e liberticidi”. Riporta il Fatto Quotidiano che la visita di Netanyahu “non sarà la festa che avevano immaginato per lui i suoi ammiratori Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Matteo Salvini” e che “riuscirà impossibile a Netanyahu tacciare di antisemitismo le proteste di chi lo chiama ospite indesiderato, visto che a promuoverle sono concittadini israeliani residenti a Roma; al fianco dei quali manifesteranno anche molti ebrei italiani”. Della visita parlano tra gli altri anche Giornale (“Netanyahu a Roma in fuga dalle proteste”), Domani (“Netanyahu sotto assedio cerca rifugio dall’alleata Meloni”) e Avvenire (“Oggi arriva Netanyahu, proteste anche a Roma”).
Nel commentare con il Riformista i post e messaggi antisemiti contro Elly Schlein, David Meghnagi afferma: “L’antisemitismo è una costruzione ideologica che ha come obiettivo la distruzione del sistema democratico e prende di mira gli ebrei con tali finalità. È per questo e non per altro che è stata odiosamente attaccata”.
Il Foglio plaude al monologo teatrale ‘Ebreo’ di David Parenzo: “Tra serissima ironia e verissima autobiografia, per raccontare anche attraverso vicende familiari il senso generale delle feste ebraiche e la necessità del ricordo, per frugare nello scrigno di un’identità dove ritrovi pure le divertenti ma assai poco frivole zuffe che possono animare le dispute rabbiniche”.
La Procura Federale ha aperto un’indagine sull’orrendo coro intonato da tifosi della Lazio a Napoli. Nei video diffusi sui social media, ricorda il Messaggero, “si sente chiaramente un gruppo di sostenitori ‘ospiti’ intonare ritornelli beceri di chiaro contenuto antisemita”.
“In politica il termine assoluto mi sembra poco ragionevole. Il fascismo è stato il male e lo dico da esponente di una famiglia ebraica che è stata perseguitata. Ma assoluto vuol dire che non ha relazione con altro. E che vuol dire?”. È il pensiero di Ugo Volli, in una intervista con Libero.
Adam Smulevich
(9 marzo 2023)