Netanyahu a Roma
La due giorni italiana del Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è aperta ieri con la visita al Tempio Spagnolo di Roma. Ad accoglierlo, la presidente della Comunità ebraica romana, Ruth Dureghello, la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e il rabbino capo di Roma, rav Riccardo Di Segni. L’incontro in sinagoga è al centro delle ricostruzioni dei principali quotidiani. Il Corriere apre scrivendo che “Netanyahu lascia alle sue spalle un Paese lacerato, con centinaia di migliaia di cittadini che protestano da giorni contro quella che giudicano come una svolta autoritaria del governo, sostenuto dall’estrema destra e protagonista di una riforma della giustizia che viene criticata anche dal presidente dello Stato”. Intervenendo al Tempio, il Premier, accompagnato dalla moglie Sara, ha fatto riferimento, evidenzia Repubblica, alla situazione in Israele: “Sono giorni di divergenze, ma restiamo un popolo unico, abbiamo un passato e un futuro comune”. Nel suo discorso Netanyahu ha parlato anche dell’impegno nel contrastare la corsa all’atomica dell’Iran, in cui vuole coinvolgere il governo italiano, e della volontà di estendere gli Accordi di Abramo ad altri Paesi “fra cui l’Arabia Saudita”. Nel corso della visita, è arrivata la notizia di un attentato terroristico a Tel Aviv in cui tre persone sono state ferite, di cui tre in modo grave. “Preghiamo per i feriti e rafforzeremo la sicurezza”, il commento del Premier.
Dopo di lui, è intervenuta Ruth Dureghello, che, scrive La Stampa, “tiene subito a precisare che ‘le scelte del governo di Israele riguardano i cittadini israeliani, che hanno diritto come in ogni democrazia di esprimere dissenso e posizioni diverse. Noi ebrei della diaspora non abbiamo questo privilegio, noi siamo dalla parte dello stato di Israele’”. Repubblica riporta invece la dichiarazione di Dureghello di sostegno al riconoscimento italiano da parte italiana di Gerusalemme capitale. “Ma il governo Meloni – scrive il quotidiano – non ha in programma lo spostamento dell’ambasciata italiana da Tel Aviv a Gerusalemme e sia Farnesina che Palazzo Chigi lo hanno ripetuto: ‘L’argomento non è in agenda’”.
Poi a intervenire è stata la presidente UCEI Noemi Di Segni, che, scrive La Stampa, ha fatto “un discorso lungo e accorato rivolgendosi a Bibi e alla moglie Sara che ascoltano attentamente”. “Le differenze esistono anche qui e non vi è unanime valutazione rispetto alle scelte operate dal governo che lei guida. Non entro nel merito delle singole proposte di riforma della giustizia, ma rispetto ai valori e al modo di porsi, quello sì”, le parole di Di Segni riportate dai diversi quotidiani. “Non posso esimermi dal condividere il senso di profonda preoccupazione, dinanzi alla spaccatura che si sta delineando dentro Israele e che inevitabilmente si riflette anche nelle nostre comunità”. La presidente UCEI ha poi affermato che “Non si può essere orgogliosamente israeliani, né orgogliosamente ebrei, se in nome di una identità ebraica si offre, come risposta al terrore e al lutto, la violenza del singolo e la legittimazione ministeriale agli atti di vendetta”.
Sempre il quotidiano torinese riferisce poi dell’appello all’unità del rabbino capo rav Di Segni: “Un popolo come il nostro è come una grande famiglia”. “Un appello inascoltato”, aggiunge La Stampa, che, come molti quotidiani, riporta delle contestazioni arrivate a Noemi Di Segni al Tempio. In particolare dall’ex presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, che ha gridato: “Vergogna non ci rappresenti”, racconta il Messaggero, che chiude il pezzo parlando dell’appello lanciato nelle stesse ore dal presidente Isaac Herzog “ad accantonare la controversa riforma della giustizia”. “Questa legge – le parole di Herzog – deve essere scartata ora e per sempre perché mette in pericolo le nostre fondamenta democratiche”. Repubblica chiude invece segnalando una manifestazione di protesta che si terrà oggi a Roma contro Netanyahu organizzata da israeliani.
Israele, giorno di proteste. Mentre il Premier israeliano si preparava per volare in Italia, altre manifestazioni di massa si sono svolte nel paese per contestare la riforma della giustizia portata avanti dal suo governo. Ne parla Repubblica, sottolineando come gruppi di manifestanti abbiano bloccato temporaneamente alcune arterie principali di Tel Aviv e ostruito l’ingresso al porto di Haifa. Sempre Repubblica ospita due interventi di giornalisti israeliani: uno di Yossi Melman contrario alla riforma che teme una guerra civile interna, l’altro di Meir Ouziel più favorevole con l’auspicio che si apra a un dialogo. Molto duro poi il citato intervento del Presidente Herzog, che ha chiesto la sospensione immediata della riforma. “Non posso vedere il mio Paese fatto a pezzi davanti ai miei occhi”, dice. “Quello che sta accadendo è una tragedia”.
Riad-Gerusalemme più vicine. Le discussioni per allargare gli Accordi di Abramo all’Arabia Saudita, e quindi normalizzare le relazioni con Israele, sono così avanzate che Riad ha domandato in cambio a Washington garanzie per la sua sicurezza e aiuto per sviluppare un proprio programma nucleare civile. Lo racconta oggi Repubblica, parlando di “un prezzo alto, e non è detto che Usa e Stato ebraico accettino di pagarlo, ma dimostra che la trattativa esiste e si trova in una fase molto concreta. Secondo il Wall Street Journal, le richieste saudite riguardano due punti: la garanzia che gli americani intervengano in loro difesa, se fossero attaccati; e l’assistenza per sviluppare l’energia atomica”.
Antisemitismo. Una svastica e una scritta antisemita contro la segretaria del Pd Elly Schlein e apparsa a Viterbo, lungo un muro in via delle Fortezze. Anche la Digos, segnala tra gli altri il Giornale, è intervenuta per individuare i responsabili della minaccia. Solidarietà alla Schlein è stata espressa in maniera unanime da tutto il mondo politico a iniziare dalla Presidente del Consiglio Gorgia Meloni.
Segre e i Giusti. La Stampa pubblica l’intervento della senatrice a vita Liliana Segre in occasione di un’iniziativa al Senato legata alla Giornata dei Giusti dell’Umanità. “Il tema dell’incontro ‘Costruire democrazia nel nostro tempo e contrastare odio e persecuzioni’ ci ricorda come stiamo parlando del nostro presente. – le parole di Segre – La memoria non è solo un esercizio di commemorazione del passato, ma un elemento decisivo della nostra identità di donne ed uomini di oggi. Primo Levi ci ha ammonito per sempre: ‘È accaduto può accadere ancora’. Perché ancora oggi ci sono guerre, stragi, genocidi e ancora discriminazioni, razzismo, odio”. Segre ha poi auspicato che la Commissione contro l’odio da lei voluto inizi a lavorare anche in questa legislatura al più presto. C’è ancora “tanto da conoscere, da approfondire, da promuovere in termini di iniziativa politica, istituzionale e legislativa”.
Segnalibro. È uscito in libreria La lingua senza frontiere. Fascino e avventure dello yiddish (Garzanti), saggio firmato dalla traduttrice e scrittrice Anna Linda Callow. A recensirlo oggi su Avvenire 7 Massimo Giuliani. “Il fascino che l’autrice ha subìto nei suoi anni di formazione e di studio dello yiddish – scrive Giuliani – lo tramette ora ai lettori, i quali restano ammaliati dallo stile al contempo erudito e arguto, profondo pur senza pedanteria, di quest’opera che si legge come un romanzo storico e nella quale la scrittrice vive essa stessa da personaggio”.
Daniel Reichel