Gaaton, il kibbutz della danza

La prima anticipazione dal numero 138 del giornale ebraico dei bambini l’abbiamo dedicata alla rubrica In cucina, di Claudia De Benedetti, ma in realtà il numero di DafDaf attualmente in distribuzione si apre con la rubrica che Daniel Reichel da qualche mese dedica ai kibbutz. Questo mese la scelta è caduta su una realtà speciale: “Nel profondo nord d’Israele, a una decina di chilometri dal confine siriano, si trova un kibbutz molto particolare. Si chiama Gaaton, come il fiume che gli passa a fianco”. La particolarità di questo kibbutz è che il suo prodotto più famoso non viene dai campi. È infatti famoso in tutto il mondo perché qui è nata la compagnia artistica Kibbutz Contemporary Dance Company, grazie all’impegno di una delle fondatrici del kibbutz: Yehudit Arnon.
Buona lettura!

a.t. social @ada3ves

Il kibbutz della danza

Nel profondo nord d’Israele, a una decina di chilometri dal confine siriano, si trova un kibbutz molto particolare. Si chiama Gaaton, come il fiume che gli passa a fianco.
Anche qui, come in altri kibbutzim, i suoi membri coltivano i campi. Lo fanno sin dalla sua fondazione nel 1948.
A costruirlo, un garin (guscio in ebraico) di giovani del movimento Hashomer Hatzair ungherese, che subito dopo la seconda guerra mondiale scelgono di costruirsi una nuova vita nel nascente Stato d’Israele. Il gruppo dei fondatori si chiama “Primo maggio”, in onore della famosa festa dei lavoratori che cade proprio in questo giorno.
Ma la particolarità di questo kibbutz non è in questo, bensì che il suo prodotto più famoso non viene dai campi.
Non è né un frutto, né un ortaggio, né qualcosa che si può mangiare o bere. È qualcosa che si deve fare: danzare!
Il kibbutz Gaaton è infatti famoso in tutto il mondo perché qui è nata la compagnia artistica Kibbutz Contemporary Dance Company. I loro spettacoli di danza moderna sono applauditi ovunque, dall’Italia agli Stati Uniti all’Australia.
E i ballerini, provenienti dai paesi più diversi, si ritrovano in questa piccola realtà nel nord d’Israele per provare nuove e sempre originali coreografie.
A creare la compagnia di ballo è stata una delle fondatrici del kibbutz, Yehudit Arnon, di cui raccontiamo in queste pagine, insieme a una sua compagna di Gaaton, Rami Baer.
“Il kibbutz ha costruito la sala da ballo prima di costruire la sala da pranzo. – aveva scherzato, ma non troppo Arnon in un’intervista – Quella sala è diventata un tempio per tutta la regione”.

Ballando con Yehudit

Davanti alle compagne stremate dal lavoro forzato, lei salta, volteggia tra le brande, danza con le poche energie che ha in corpo. I nazisti, nonostante tutto, non sono riusciti a strapparle via la grazia e l’eleganza. Quei pochi movimenti che è in grado di fare sono per Yehudit un’espressione di libertà.
E così si esibisce per le sue compagne di detenzione a Birkenau.
Cerca di alleviare con quei passi improvvisati la sua e la loro sofferenza. Una breve distrazione nel buio della persecuzione.
Quando gli aguzzini delle SS vengono a sapere di queste sue esibizioni, le ordinano di ballare per loro per la festa di Natale.
Ma Yehudit non vuole piegarsi a loro. Piuttosto che danzare per quegli uomini spregevoli, meglio morire. Quindi rifiuta.
Le SS non la uccidono, ma la lasciano fuori al freddo, a piedi nudi nella neve. Mentre le sue gambe si intorpidiscono, Yehudit Arnon, classe 1926, giura a se stessa che, se sopravviverà, dedicherà il resto della sua vita alla danza. E cosi farà.
Finita la guerra, Yehudit è ancora in piedi e vuole danzare.
Cresciuta con il sogno sionista dell’Hashomer Hatzair, sa che vuole trasferirsi nel nascente Stato d’Israele.
Prima, dopo essere andata in Ungheria, incontra alcune grandi ballerine. Su tutte Irena Duckstein, danzatrice ungherese che aveva insegnato all’Accademia di Educazione Fisica di Budapest.
Duckstein le fa un corso intensivo e la prepara a un futuro da pioniera nella danza.
Yehudit nel mentre incontra il suo futuro marito, Yedidya Ahronfeld.
Insieme si prendono cura di un centinaio di orfani tra i sei e i sedici anni. Dall’Ungheria li fanno arrivare fino in Italia.
A entrambi non manca il coraggio e la tenacia. Nel mentre Yehudit a questo immenso gruppo di origini e lingue diverse insegna due cose per cui non servono parole: la matematica e la danza.
Nel 1948 con il marito Yedidya e con i diversi gruppi sionisti riesce a organizzare una nave che parte da Venezia alla volta d’Israele. Tra i passeggeri, ci sono anche i bambini che con loro hanno attraversato mezza Europa.
Arrivati a Haifa, la coppia, con altri ebrei ungheresi, si trasferisce dopo poco ancora più a nord e collabora alla fondazione del kibbutz Gaaton. Qui Yehudit, che non perde di vista la sua passione e i suoi obiettivi, prende parte ai balli di gruppo del kibbutz. La tradizione è quella della danza popolare con la partecipazione di tutti, a prescindere dal talento. Ma Yehudit vuole aggiungere un tocco della sua originalità e convince i compagni dell’importanza di provare anche la danza moderna.
È l’inizio di una storia di successo israeliana, che la porta prima a realizzare compagnie di ballo per la regione e poi negli anni Settanta a dare vita alla Kibbutz Contemporary Dance Company (KCDC).
Sotto la sua direzione, la KCDC per venticinque anni ha fatto tournée in Israele, Stati Uniti, Europa ed Estremo Oriente, ed è diventata una delle compagnie di ballo più importanti del mondo. Quel giuramento fatto nella neve è stato più che mantenuto.
E i suoi discepoli al kibbutz Gaaton tramandano la sua lezione di come la danza possa rappresentare l’espressione di una grande libertà.

Daniel Reichel