“Leonardo da Vinci, origini circasse”
“Una giovane donna, profuga, schiava, esule per il Mediterraneo”. Sta facendo il giro del mondo la notizia delle conclusioni cui è giunto Carlo Vecce, italianista di fama e tra i massimi studiosi di Leonardo da Vinci, nel suo nuovo libro “Il sorriso di Caterina”. Presentato quest’oggi nel corso di una conferenza stampa internazionale, il volume è edito da Giunti e si basa su alcune scoperte d’archivio che dovrebbero aver chiarito una volta per tutte alcuni passaggi rispetto all’identità familiare del genio fiorentino. Che sarebbe stato italiano solo per metà, figlio di una schiava circassa originaria del Caucaso. Una tesi che era già circolata in passato e sulla quale Vecce sembra aver messo un sigillo, svelando il documento inedito che racchiude l’atto di liberazione di Caterina “filia Jacobi eius schiava seu serva de partibus Circassie” pochi mesi dopo la nascita di Leonardo. Il suo sorriso, la tesi di Vecce, potrebbe essere quello della Gioconda.
Scoperta d’impatto straordinario che riaccende l’attenzione su un popolo dalle radici antichissime, ma relativamente poco conosciuto. Si stima che vivano oggi nel mondo, sparpagliati in poco meno di una decina di Paesi, circa tre milioni di circassi. Uno di questi Paesi è Israele, nel cui territorio i circassi sono stanziati fin dai tempi dell’Impero ottomano, in fuga dalle persecuzioni zariste, in particolare nelle località di Kfar Kama e Rehaniya.
I circassi sono musulmani sunniti e costituiscono una realtà tra le più vitali della società israeliana, partecipando a pieno titolo al suo sviluppo e benessere. Il tasso di laureati tra i giovani è di circa l’80%. Da sempre inoltre è molto alta la percentuale di chi svolge il servizio militare, su indicazione degli stessi leader circassi. In una recente visita a Kfar Kama il presidente dello Stato ebraico Isaac Herzog ha ringraziato i circassi “per il loro importante contributo e per la cultura e le tradizioni che hanno diffuso nel mondo intero, specialmente in Israele”.