L’accordo strategico con l’ADL
“Abu Dhabi, giovani e coesistenza”
Le alleanze, nel complesso scenario mediorientale, sono spesso fragili e mutevoli. Gli Accordi di Abramo del 2020 hanno però aperto una strada nuova e, un mattone dopo l’altro, la rete di collaborazione intessuta nel loro solco sembra farsi sempre più solida. A porre un altro tassello al mosaico che va delineandosi da circa due anni e mezzo è il “Centro regionale per la coesistenza” inaugurato ad Abu Dhabi nella giornata di ieri, in collaborazione con l’Anti-Defamation League. L’ong ebraica statunitense, fondata nel 1913 e in prima linea nell’impegno contro l’odio da oltre un secolo, sarà il partner privilegiato di uno progetto educativo che punta, tra i vari obiettivi, a creare relazioni con le università della regione e del Sud-est asiatico “per promuovere la pace e la prosperità”. Agendo anche attraverso corsi di formazione “per gli studenti”. Il primo dei quali, è stato annunciato, prenderà il via in agosto.
“L’Anti-Defamation League porta 100 anni di esperienza nella lotta alle radici dell’antisemitismo e dell’odio”, la soddisfazione del suo numero uno Jonathan Greenblatt. “Siamo onorati – ha poi aggiunto – di essere l’attore chiave nel fornire programmi educativi per questo incredibile sforzo: il centro si pone infatti in continuità con quanto già avviato per favorire pace e convivenza in Medio Oriente, anche nel segno degli storici risultati raggiunti finora”. Tra i punti qualificanti dell’offerta lo sviluppo di materiali educativi “volti a favorire la reciproca accettazione”, progetti di scambio e conferenze “con istituti di istruzione associati”, l’organizzazione di concorsi annuali “di alto profilo”, la presentazione di ricerche e studi sulle “migliori pratiche” da adottare. A condividere l’entusiasmo di Greenblatt è stato tra gli altri l’ambasciatore emiratino negli Usa Yousef Al Otaiba, secondo il quale il centro rappresenterà “un modello per la regione, riflettendo i valori comuni dei nostri due Paesi, compresa la sfida di promuovere la pace e la convivenza e la creazione di opportunità per i giovani”.
In febbraio gli Emirati avevano ospitato un’altra cerimonia significativa: l’inaugurazione della Casa della Famiglia Abramitica, al cui interno si trova anche una sinagoga intitolata al grande rabbino e pensatore Maimonide. Ad apporre la mezuzah all’ingresso dell’edificio era stato il rav Ephraim Mirvis, rabbino capo d’Inghilterra e del Commonwealth. L’inaugurazione era stata preceduta da una serie di conferenze, con al centro temi come “il ruolo della cultura e dell’arte nella civilizzazione umana” e “lo sviluppo del dialogo interculturale”. Così il ministro emiratino per la Tolleranza Nahayan Mubarak Al Nahayan nel rivolgersi ai presenti: “Il nostro obiettivo è incoraggiare, responsabilizzare e consentire a persone di diversa estrazione religiosa di lavorare insieme per il bene di tutti”.