Tradizione giudaico-romanesca,
le ricette dello chef Ruben
“Aò, che te voi magnà oggi?”. Una frase tormentone che ha reso popolare in tutta Italia lo chef romano Ruben Bondì, 25 anni, inventore del format “Cucina con Ruben” che spopola da mesi in rete e sui social network. Dal terrazzo di casa, Bondì cucina ogni giorno piatti della tradizione giudaico-romanesca e altre pietanze in cui è esperto, ispirato anche dalle richieste dei suoi vicini. Un format nato in pandemia e che ha dato il via a numerosi progetti, tra cui un libro edito da Cairo, in cui l’autore sottolinea l’influenza della sua identità e retaggio nel percorso intrapreso: “Siamo una famiglia molto unita e, di solito, i nostri incontri ruotano sempre attorno al cibo; come in ogni famiglia ebraica che si rispetti”. Libro che si rivolge a un pubblico non di soli giovanissimi e che è stato presentato nelle scorse presso le Industrie Fluviali – Ecosistema Cultura, su iniziativa del Centro di Cultura Ebraica della Comunità di Roma. L’evento – cui è anche intervenuta con un saluto Ruth Dureghello, la presidente degli ebrei romani – ha visto Bondì in dialogo con il podcaster Pablo Trincia. Un’occasione per raccontare come tutto è nato, i suoi sogni e progetti futuri. La passione per la cucina, ha svelato lo chef, è sbocciata all’età di 15 anni. E l’ha portato a distinguersi per il suo talento ai fornelli in Italia e all’estero. È stato durante la quarantena a Roma, però, che la sua vita ha preso una svolta con la decisione di “cucinare sul balcone di casa con un fornelletto da campeggio, filmando tutto e pubblicandolo sui social” (dove ha oggi centinaia di migliaia di follower). Di recente Bondì è stato premiato come miglior food influencer agli Inda Awards e invitato a rappresentare l’Italia alla Settimana della Cucina Italiana nel Mondo a Nuova Delhi.