La delizia dello Shabbat
Mosè fa un riepilogo di tutta l’opera di costruzione del Mishkan e di tutte le spese sostenute per quell’opera grandiosa.
All’inizio della parashà di Va Jakel viene nuovamente ripetuto il dovere dell’osservanza dello Shabbat e il divieto assoluto della sua profanazione, anche per un’opera sacra come quella della costruzione del Mishkan. Al verso 3 del capitolo 25 viene insegnato il divieto assoluto di accendere il fuoco di Shabbat e la conseguente pena per coloro che profanano questa importante mitzvà: “Non accenderete il fuoco nelle vostre abitazioni nel giorno dello Shabbat”.
I rabbini del Talmud si chiedono che cosa voglia insegnarci questo versetto, perché il divieto dell’accensione del fuoco di Shabbat è contenuto in altre espressioni già riportate dal testo della Torà. Nel Talmud è detto: “Ha detto Rabbì Jehudà, ha detto Rav: per tutti coloro che si deliziano dello Shabbat, tutte le loro richieste saranno esaudite dal Cielo”, in quanto è detto: “E ti delizierai del Signore ed Egli ripagherà i desideri del tuo cuore” (salmi 37 v.4).
“Questa ‘delizia’ io non la conosco” – dice Rabbì Jehudà – mentre è anche detto: “E chiamerai lo Shabbat, delizia”; (Isaia 58 v.13) questa “delizia” è lo Shabbat.
Da qui si deduce che la delizia con cui il Signore ci premierà nel mondo a venire non è altri che lo Shabbat; secondo ciò che è detto nel Talmud “ il mondo a venire – l’olam ha ba – è quel luogo dove ogni giorno sarà per l’eternità, tutto sabato e riposo per l’eternità”. Mentre per quanto riguarda questo mondo – l’olam ha zè – l’opinione di Rabbì Chijà figlio di Ashì è, che qualsiasi cosa, anche piccola fatta in Suo onore, ci delizierà di Shabbat.
Rav Alberto Sermoneta, rabbino capo di Venezia
(17 marzo 2023)