L’Aia: “Putin può essere processato”
La Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto per il presidente russo Vladimir Putin per l’aggressione dell’Ucraina. Il tribunale dell’Aia ha accusato Putin di essere responsabile dei crimini di guerra che le sue truppe hanno commesso nel paese invaso. Il presidente russo “può essere processato per i presunti crimini commessi durante la guerra in Ucraina, nonostante Mosca sostenga di non essere soggetta alle decisioni di questo tribunale”, ha affermato, in un’intervista alla Cnn ripresa oggi da molti quotidiani italiani, il procuratore della Corte penale internazionale, Karim Khan. “Putin come i nazisti”, scrive La Stampa. “La richiesta di arresto di Putin e della commissaria presidenziale per i diritti dell’infanzia Maria Alekseyevna Lvova-Belova arriva con l’accusa di ‘rapimento e deportazione illegale di bambini ucraini’”, spiega Repubblica. Tra le accuse infatti anche l’accusa di aver di fatto deportato minori ucraini in Russia. Il Corriere raccoglie la testimonianza di una madre a cui era stato strappato il figlio e che è riuscita a recuperarlo a Mosca. Uno di tanti casi, riporta il quotidiano. Da qui l’intervento della Corte dell’Aia, il cui procedimento, rileva un esperto a La Stampa, difficilmente porterà, in caso di condanna, a un arresto di Putin. Ma il mandato d’arresto, si spiega, è la dimostrazione dell’isolamento del Cremlino.
Sul fronte del conflitto, il Corriere riporta le analisi dei generali americani. “Ritengono che l’Armata putiniana e le milizie mercenarie della Wagner siano allo stremo e a corto di munizioni. Possono essere battute, se non travolte, a patto di produrre uno sforzo aggiuntivo e di fare presto”.
Proteste in Israele. Per l’undicesimo sabato consecutivo decine di migliaia di israeliani si sono raccolti nel centro di Tel Aviv per protestare contro la riforma giudiziaria del governo Netanyahu ritenuta un rischio per la democrazia. Proteste si sono tenute in 120 località. “A far rumore – scrive il Quotidiano nazionale -sono state anche le parole di Yair Netanyahu, figlio del primo ministro, che ha paragonato i manifestanti alle ‘camicie brune’ naziste”.
Musei. “Il Meis avrà rapporti di cordiale collaborazione e non ci sarà sovrapposizione di attività. Il Museo della Shoah non sarà un museo che farà concorrenza: abbiamo scopi istituzionali diversi e speriamo complementari”. A chiarirlo, il presidente del Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah Dario Disegni in un’intervista alla Nuova Ferrara alla luce dello stanziamento del governo per la realizzazione del Museo della Shoah di Roma. “È un progetto in piedi da circa vent’anni quello del Museo della Shoah, – sottolinea Disegni – e con questo stanziamento potrebbe essere sbloccato: se cosi fosse potrebbe essere un momento importante, e altrettanto sarà fare rete, così come già facciamo, con tutti gli altri e memoriali”. Il Meis intanto si prepara ad aprire una nuova mostra temporanea il prossimo 20 aprile: “Case di vita. Sinagoghe e cimiteri ebraici”.
Libano-Italia. Flussi migratori, esportazioni di gas, gli accordi tra Iran e Arabi Saudita. Sono alcuni dei punti toccati nell’intervista di Repubblica al Premier ad interim libanese Najib Miktat in missione a Roma dove ha incontrato la Presidente del Consiglio Meloni. “Argomento importante nel colloquio con Meloni è stato il gas e lo sfruttamento del giacimento Leviathan che si trova nelle acque al confine fra Israele e Libano”, afferma la giornalista. “L’accordo sul confine marittimo – la replica di Miktat – è una fonte di pace per il Sud del Libano (la parte del Paese che confina con Israele). Senza quello non avremmo potuto permettere a Qatar Energy, Total e Eni di esplorare il giacimento: stanno facendo le ricerche preliminari, che non sono semplici. Non c’è ancora un piano per esportare il gas né ci sono impegni ufficiali: è presto. Ma è chiaro che sarà esportato verso l’Europa, verso i nostri amici, verso i Paesi che ci sono più vicini: penso alla Francia, all’Italia, alla Grecia, a Cipro”. Altro tema toccato, la gestione dei flussi migratori. “La questione delle migrazioni è un problema per il Libano come per l’Italia: ho chiesto alla premier Meloni di creare un tavolo di discussione comune in cui tutti i Paesi coinvolti possano presentare idee e arrivare a risolvere il problema una volta per tutte”.
Il presidio milanese. A Milano è stata organizzata ieri in piazza della Scala una protesta contro lo stop alla registrazione dei figli di famiglie omogenitoriali. “A dare un contenuto politico alla giornata – scrive La Stampa, tra i quotidiani che aprono con questa notizia – ci pensa la segretaria del Pd Elly Schlein, che annuncia battaglia in Parlamento per una nuova legge che riconosca i diritti delle famiglie omogenitoriali”.
Migrazioni. Sul Sole 24 Ore è pubblicata la lectio tenuta da Vittorio Lingiardi all’inaugurazione dell’anno accademico alla Scuola Superiore di Studi Avanzati della Sapienza di Roma. Un intervento dedicato alle migrazioni, ovvero il tema del corso di quest’anno. “Lo studio delle migrazioni invita a studi transdisciplinari: geopolitici, climatici, economici. L’innalzamento del livello degli oceani, la distruzione ambientale, l’oppressione politica, la povertà, la guerra. – spiega lo psichiatra Lingiardi – Lo studio dell’esperienza traumatica e le sue eredità emotive, ma anche la dignità, il coraggio e «il principio speranza» del filosofo tedesco Ernst Bloch. Vicino al quale ricordo un altro filosofo, Walter Benjamin. Profugo ebreo in fuga dal nazismo che, giunto sul confine franco-spagnolo, sfinito, si suicida La Gestapo aveva sequestrato la sua casa di Parigi, la sua biblioteca. Era reduce da una lunga traversata sulla montagna. A Portbou, al confine tra Francia e Spagna, dove il suo corpo non è stato trovato, lo scultore Dani Karavan ha costruito un monumento e lo ha chiamato Passagen. Per iscrizione un frammento benjaminiano: ‘È compito più arduo onorare la memoria di esseri anonimi che non quella di persone celebri’”.
Segnalibro. Sul Corriere della Sera viene presentato da Luciano Canfora il carteggio tra il giovane Arnaldo Momigliano e il maestro Gaetano De Sanctis, pubblicato alle Edizioni Tored. Giulio Busi sul Domenicale del Sole 24 Ore e Adriano Prosperi sul Manifesta Alias analizzano invece il nuovo volume a firma dello storico Giorgio Fabre II gran consiglio contro gli ebrei 6-7 ottobre 1938: Mussolini, Balbo e il regime (Il Mulino). “Fabre ha scoperto e usato è un dossier completo di quel dibattito notturno. – scrive Prosperi – Si capisce dalle sue pagine come la questione si presentasse agli occhi di Mussolini in una fase avanzata della campagna antiebraica ma di ancor grande incertezza sui suoi possibili esiti. C’era un rischio personale che il capo correva e da cui voleva mettersi al sicuro. Questo incontro notturno fu l’occasione scelta da lui per chiarirsi personalmente le idee. L’occasione fu creata da lui per trovare la saldatura con l’organo supremo del partito, cioè con i capi che attraverso i loro quotidiani orientavano l’opinione collettiva. Questa è l’ipotesi di partenza che Fabre verifica e conferma attraverso l’analisi del modo in cui il ciclostilato fu corretto e modificato da Mussolini”.
Giovani. Su Avvenire si parla di un convegno promosso dalla Commissione ecumenismo e dialogo delle diocesi del Lazio incentrato sui giovani. A intervenire tra gli altri, racconta Marco Gnavi, incaricato della stessa Commissione, anche rav Benedetto Carucci Viterbi, direttore della scuola ebraica di Roma. Il rav “ha dato una lettura attraverso la Torah della modalità del rapporto con le nuove generazioni. Modalità che non può essere impositiva ed intrusiva”.
Daniel Reichel