“Mozart e Chopin, il mio concerto
per i bambini di Odessa”

È l’ultima settimana di febbraio del 2022. La Russia ha appena attaccato l’Ucraina, intenzionata a distruggerne l’integrità sia fisica che psichica. Razzi e bombe piovono in continuazione su Kiev e su decine di altre città. Palazzi sventrati, case in macerie. Centinaia, migliaia di morti. Milioni di profughi.
“In quei primi giorni di orrore non riuscivo a pensare a nient’altro, né a dormire, né a mangiare. Essendo nata e cresciuta in Russia, ho vissuto tutto ciò con particolare sofferenza. Un crimine atroce le cui prime vittime, come sempre succede in guerra, sono i bambini. Pensavo a loro e mi sono sentita smarrita, devastata”. A raccontarlo a Pagine Ebraiche è Svetlana Pekarskaya, musicista di origine russa che vive da molti anni in Italia. Uno shock profondo che l’ha spinta a reagire con l’arma migliore di cui dispone: il pianoforte, l’arte. Subito si è infatti attivata per dare vita a una serie di concerti di solidarietà alla popolazione ucraina che, veicolati attraverso l’Unicef, hanno portato un aiuto a chi più è esposto e più sta soffrendo. Lo stesso obiettivo che la porterà ad esibirsi domenica prossima al Centro Ebraico Il Pitigliani di Roma. Destinatari del ricavato dell’iniziativa “Un pianoforte per la pace”, in collaborazione con Suoniamo Insieme per Alisa, i bimbi dell’orfanotrofio ebraico di Odessa. “Oltre ottomila persone a cui fornire acqua, cibo e solidarietà. Centoventi bambini protetti nell’orfanotrofio e in attesa di essere portati in salvo fuori dall’Ucraina. Cinquanta sopravvissuti alla Shoah da aiutare e tranquillizzare di fronte al risveglio dei traumi del passato. Con poco tempo a disposizione, tra chiamate, beni da distribuire, autobus da organizzare”. Così rav Avraham Wolff, rabbino capo di Odessa, illustrava a Pagine Ebraiche le difficoltà attraversate dalla sua comunità nelle prime settimane di guerra. Un trauma con il quale è ancora urgente confrontarsi: da qui la scelta del Pitigliani.
Nel programma del concerto, che prenderà il via alle 19 (prenotazione obbligatoria, con offerta minima di 10 euro: eventi@pitigliani.it), brani di Mozart e Chopin. Un repertorio accuratamente scelto, spiega Pekarskaya, perché vi si interpretano “i molti stati d’animo con cui possiamo guardare a questa vicenda”. E cioè gli inni di Mozart “alla vita e all’amore”. Ma anche la Ballata numero 2 di Chopin “che si apre nel segno della pace, poi interrotta da una raffica di spari inaspettati”.
Dall’inizio della crisi ucraina forte è stato l’impegno del Pitigliani sul versante sociale. Rispondendo in questo senso – sottolinea Emanuele Rimini, coordinatrice del centro – “a un appello all’accoglienza giunto dall’UCEI”. Alcune famiglie sono state così ospitate a Roma, “con bambini che ancora frequentano le nostre attività del pomeriggio”. Numerose inoltre le iniziative che hanno visto coinvolti grandi e piccini in occasione delle diverse festività ebraiche. Nel segno di quella che è da sempre la vocazione del Pitigliani alla “massima accoglienza: oggi nei confronti degli ucraini, in passato verso altre realtà”.
Pekarskaya, la protagonista di questa nuova attività, è stata avviata allo studio del pianoforte dalla madre ed è stata poi scelta per frequentare la Scuola Centrale di Musica a Mosca. A 16 anni ha vinto l’ambita borsa di studio “Lenin” quale migliore studente dell’anno. Nel 1990, dopo la caduta del Muro di Berlino, la famiglia si è trasferita in Israele e Svetlana ha proseguito gli studi presso la David Rubin Academy of Music a Gerusalemme. Ha vinto per ben due volte con il massimo dei voti la borsa di studio della Keren Sharett America-Israel Cultural Foundation e nel 1994, dopo aver vinto un altro grant, ha scelto di perfezionarsi negli Stati Uniti: a Cambridge, nel Massachusetts, presso la Longy School of Music, e poi al Boston Conservatory. Gli insegnanti a cui deve la sua formazione, sottolinea, “sono Lubov Levinson, Isaac Katz e Malvina Guralnik-Libenson”. Rientrata in Italia, ha vissuto prima a L’Aquila, fino al giorno del terremoto, e poi a Roma. Nel corso degli anni si è esibita da solista in diverse formazioni cameristiche e in duo con il violinista Antonio Anselmi, spalla dei “Musici di Roma”, in alcune delle più importanti sale da concerto in Russia, Israele, Stati Uniti ed Europa. A Roma è docente di pianoforte alla St. George’s British International School.