Contro lo spreco d’acqua

Si celebra oggi la giornata mondiale dell’acqua e diversi quotidiani raccontano la situazione italiana. Repubblica vi dedica l’apertura, titolando: “Acqua, il grande spreco”. Il quotidiano scrive che, a causa della siccità, emergono in modo ancor più evidente le mancanze del nostro sistema idrico: “perde un acquedotto su due e abbiamo i consumi più alti d’Europa”. E “tre milioni di cittadini sono a rischio razionamento da qui all’estate”. Una gestione oculata delle risorse idriche è dunque sempre più fondamentale e coinvolge tutti i paesi. Per questo, scrive su Avvenire l’ambasciatore d’Israele in Vaticano Raphael Schulz, è necessario avviare “una campagna globale”. Uno sforzo collettivo, scrive il diplomatico, in cui Israele può dare un contributo essenziale “in quanto Paese con uno dei sistemi idrici più avanzati al mondo e con un’abbondanza di ricerca e sviluppo e tecnologie innovative”. L’ambasciatore israeliano porta come esempio “il trattamento e il riciclaggio delle acque reflue in cui deteniamo un record mondiale, con il 95% delle nostre acque reflue trattate, di cui quasi il 90% viene utilizzato in agricoltura. Un altro campo in cui siamo leader è la prevenzione delle perdite idriche nei sistemi urbani. Mentre in Israele solo una piccola percentuale dell’acqua viene persa nei sistemi di approvvigionamento urbano, in altri Paesi questo tasso può raggiungere percentuali altissime. Il paradosso è che spesso questo speco si verifica in Paesi aridi.” Altri esempi: la desalinizzazione dell’acqua di mare, l’uso di acqua salmastra in agricoltura, l’irrigazione a goccia, lo sviluppo di varietà agricole che consumano meno acqua, l’estrazione di acqua dall’aria. “Noi – conclude Schulz – desideriamo condividere tutto il nostro know-how con le altre nazioni”.

Contro le mafie. “La mafia è violenza ma anzitutto viltà. I mafiosi non hanno nessun senso dell’onore né coraggio. E gli antidoti alla mentalità mafiosa che prospera nell’ignoranza, nel disprezzo degli altri e nella paura sono la solidarietà, l’inclusività, l’arte, la cultura, l’allegria”. Le parole del presidente Sergio Mattarella, pronunciate davanti agli studenti dell’Itc Carli di Casal di Principe (Caserta) nella giornata in memoria delle vittime della mafia. Un appuntamento che ha visto a Milano sfilare 70mila persone, tra cui 500 familiari delle vittime, racconta il Corriere. Tutti dietro allo striscione con la scritta “È possibile”. Battere la mafia.

Topografia torinese. Il Comune di Torino vuole cambiare nome a piazze e vie che rimandano all’epoca fascista o imperialista. Lo ha spiegato l’assessore alle Politiche sociali Jacopo Rosatelli presentando il Piano di azione della Città per il contrasto al razzismo. “Dobbiamo fare i conti con il passato coloniale del nostro Paese e della sua presenza negli spazi pubblici, in modo da creare luoghi in cui tutte le persone si possano riconoscere. – le parole di Rosatelli riportate da Stampa Torino – Stiamo giustamente mettendo mano a una toponomastica che ha escluso a lungo le donne, e dobbiamo farlo anche rispetto a un passato di razzismo istituzionale”. Il quotidiano porta alcuni esempi, tra cui Via Francesco Azzi, dedicata a un soldato Medaglia d’oro al valor militare alla memoria durante la guerra d’Etiopia. “Figlio di un professore fascista; alla sua morte, nel 1935, il padre chiese che gli fosse intitolata una via. Fu scelta quella che prima era dedicata a Graziadio Ascoli, un linguista ebreo”.

Palermo non dimentica. “La memoria è come il gioco del telefono senza fili ma è a voi giovani che la affidiamo con la speranza che niente vada perduto”. Così Tatiana Bucci intervenendo insieme alla sorella Andra dal palco del teatro Massimo di Palermo, davanti a 1200 studenti siciliani. Quattromila quelli collegati online, riporta Repubblica nelle pagine locali in cui si ricostruisce l’incontro con le due sorelle sopravvissute ad Auschwitz e con Mario De Simone, fratello del piccolo Sergio, assassinato dai nazisti. A promuovere l’incontro, la Fondazione Museo della Shoah di Roma.

Antisemitismo. Cori antisemiti dalla curva e un tifoso che in tribuna indossa la maglia con la scritta “Hitlerson” con il numero “88”, simbolo utilizzato dai gruppi neonazisti come saluto a Hitler. “È il volto nero della tifoseria laziale, quello mostrato nell’ultimo derby della Capitale e finito al centro di un’indagine della polizia che ha già dato un nome e un cognome alla persona che domenica scorsa indossava la maglia della vergogna”, scrive Repubblica Roma. Tre le persone individuate, tra cui chi ha indossato la maglia. “Il giudice sportivo – scrive il Corriere – ha chiesto un supplemento di indagini su quanto accaduto all’Olimpico, acquisendo anche i video dei cori in curva. La decisione è attesa entro il prossimo 4 aprile: potrebbe portare proprio alla chiusura della Nord”. La Lazio, segnala il Corriere dello Sport, ha rilasciato un comunicato condannano i fatti e annunciando che si costituirà parte civile al possibile processo. Così come farà il Comune di Roma. Il caso del derby arriva a una settimana da un altro episodio che ha coinvolto sempre i tifosi della Lazio: durante la sfida con il Napoli, dalla curva erano partiti per l’ennesima volta cori antisemiti.

L’agente letterario. Quarant’anni fa moriva Erich Linder, l’agente letterario più temuto e rispettato dell’editoria italiana. Montale, Joyce, Calvino, Nabokov, Agatha Christie, Salinger, Roth, sono solo alcuni dei grandi scrittori rappresentanti da Linder. A Linder Repubblica dedica oggi un ampio ritratto. “L’arbitro, il regista, il direttore editoriale occulto delle grandi case editrici, mattatore per oltre trent’anni del mercato nazionale e internazionale”, si legge nel racconto del ruolo i Linder nella cultura italiana del secondo Novecento. Nato nel 1924 in una famiglia ebraica di Leopoli, della sua identità dirà: “sono ebreo e mi sento ebreo, abbastanza faziosamente per dire che in una diatriba tra un ebreo e un non ebreo credo che darei sempre ragione al contendente ebreo”. A Milano frequenterà nel 1934 la scuola ebraica. “A quindici anni comincia a lavorare per Mondadori come assistente di Matilde Finzi, segretaria di Arnoldo, costretta a lavorare a casa per via delle leggi razziali. Linder invece non era intimorito dalla furia antisemita. Nei primi anni Quaranta la sua conoscenza delle lingue lo porta a frequentare la Ali, a caccia di libri da tradurre”. “Nel 1944 a Firenze viene accolto da Bilenchi e beffardamente lavora come interprete per i tedeschi. Dopo la Liberazione si trasferisce a Roma dove trova lavoro prima presso la radio degli Alleati, in seguito nell’ufficio diritti della Bompiani”. Tornerà a Milano, da dove consoliderà il suo ruolo di agente letterario, diventando un punto di riferimento nazionale.

Daniel Reichel