Coraggio e responsabilità civile, la lezione di Emanuele Artom
“Se non ci facciamo una coscienza politica, non sapremo governarci, e un popolo che non sa governarsi cade necessariamente sotto il dominio straniero o sotto la dittatura dei suoi”. Riflettere sulla responsabilità civile prendendo spunto dalle lucide analisi di Emanuele Artom nel suo celebre diario. È stato l’invito quest’anno della tradizionale marcia organizzata a Torino e dedicata al noto partigiano ebreo, ucciso dai nazifascisti il 7 aprile del 1944. A promuovere l’iniziativa, che ha visto come in passato il coinvolgimento di scuole e studenti, la Comunità ebraica torinese, assieme al Comune, alla Comunità di Sant’Egidio e alle Comunità ebraiche di Vercelli e Casale Monferrato.
“Il tema di questa edizione è la responsabilità civile – ha spiegato il presidente della Comunità ebraica di Torino, Dario Disegni – perché serve un rinnovato e forte impegno della società in difesa di quei valori di giustizia e libertà per cui la migliore gioventù diede la vita. E lo è ancora di più oggi in cui vediamo nubi minacciose all’orizzonte e ci sono sono ancora venti forti di intolleranza”. Riflessione a cui si è unito il sindaco, Stefano Lo Russo. “Oggi ci sono messaggi con un substrato pericoloso e dobbiamo dire con forza e coraggio che invece è la cultura che deve trionfare, ricordando che la libertà e la democrazia non sono acquisite per sempre. – la parole del sindaco – Occorre un intervento capillare e diffuso che serva a dare ai ragazzi gli strumenti per essere sentinelle dell’antirazzismo”. Del lascito di Artom ha parlato il vicepresidente del Consiglio regionale e presidente del Comitato Resistenza e Costituzione, Daniele Valle. “Ricordiamo un ragazzo normale che ha fatto una scelta da vero eroe. Spesso quando c’è da fare una scelta impegnativa, rischiosa è facile dire ‘per me è difficile deve farla qualcun altro’, ma quando la storia ci chiama, quando c’è qualcosa di importante per cui combattere e credere tocca a noi, perché se pensiamo che dovrebbe farlo qualcun altro il rischio è che non lo faccia nessuno”. Per Valle è importante “studiare la storia, ma anche studiare chi in quella storia era dalla parte del giusto e chi dalla parte sbagliata”. Sulla necessità “impellente di fare cultura” si è soffermato il presidente provinciale Anpi, Nino Boeti, mentre il prefetto Raffaelle Ruberto ha voluto lanciare un monito. “Purtroppo – le sue parole – lo spettro delle discriminazioni è sempre dietro l’angolo, dobbiamo compiere ancora dei passi importanti di civiltà”.
Nel suo discorso Disegni ha inoltre ricordato come quest’anno ricorra il settantacinquesimo anniversario della Costituzione. “Duole registrare come tale fondamentale ricorrenza stia passando pressoché inosservata”, l’amara constatazione del presidente della Comunità ebraica torinese. “Vorrei allora concludere – ha aggiunto – segnalando che, proprio per riproporre i valori della nostra Carta Costituzionale, con particolare riferimento all’art. 3, che – come noto – richiama la pari dignità sociale e l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, le Comunità Ebraiche italiane e il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah hanno promosso un ciclo di incontri e di laboratori didattici nelle principali città del Paese per stimolare una seria riflessione e un confronto su questi fondamentali principi. E non a caso la scelta del luogo da cui il prossimo 17 aprile si avvierà questo percorso virtuoso per la coscienza civile della Nazione è ricaduta proprio sulla Torino di Emanuele Artom e di Primo Levi, città considerata all’avanguardia nella difesa dei valori democratici e dei diritti di tutti i cittadini”.