Le parole sull’eccidio
Non si placano le polemiche per le riflessioni svolte dalla Presidente del Consiglio nel 79esimo anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. “Non è la prima volta che la premier Meloni s’inceppa davanti alla parola antifascismo. Si potrebbe pensare a una forma di dislessia storica, a una patologia lessicale non ancora sufficientemente studiata, se non si trattasse di una faccenda molto seria”, il giudizio di Repubblica. “Meloni riscrive la storia”, il titolo apparso ieri in prima pagina. Oggi a trattare l’argomento è il direttore del quotidiano Maurizio Molinari, in un editoriale in cui imputa alla premier “quattro gravi errori”. Il primo dei quali, scrive, è l’aver negato “l’identità della stragrande maggioranza delle vittime della strage, definendole sommariamente tutte ‘italiane’”. Ciò, prosegue Molinari, “significa ignorare come pensavano e operavano i nazisti, coadiuvati dai fascisti collaborazionisti: dividevano le popolazioni in gruppi e sottogruppi da sottomettere ed eliminare in maniera progressiva e inesorabile; primi fra tutti: partigiani, avversari politici ed ebrei”. Repubblica riporta oggi anche il pensiero tra gli altri del vicepresidente UCEI Giulio Disegni: “È grave che la presidente Meloni dimentichi che le vittime sono stati dissidenti, ebrei, oppositori del nazifascismo”. Sulla vicenda intervengono anche gli storici. Declinando l’identità degli assassinati con La Stampa, l’ex direttore della Fondazione CDEC Michele Sarfatti afferma: “Certo, i cittadini che erano già in carcere erano quasi tutti italiani. Allo stesso modo si può dire che quelli che hanno ammazzato avevano più di dieci anni perché in carcere non c’erano persone con meno di dieci anni. Siamo in una tale ovvietà di cose che diventa anche difficile scendere in polemica e contestare la presidente Meloni. Con tutto il rispetto, ha detto una cretinata”. Così un altro storico, Gianni Oliva: “Erano (italianissimi) il questore di Roma Pietro Caruso, il ministro degli Interni Guido Buffarini Guidi, il capo del reparto speciale Pietro Koch, e quanti altri compilarono l’elenco dei detenuti da mettere a morte. Tutti italiani”. Tra i quotidiani filo-governativi, Libero rilancia una tesi inaccettabile: “Quegli italiani fucilati per colpa dei partigiani”.
“Di che pasta è fatta la destra oggi al governo dell’Italia? Si sta evolvendo verso una posizione nazional-conservatrice di stampo europeo o conserva, oltre alla Fiamma nel simbolo, forti residui del passato neofascista?”. Sono gli interrogativi che la Lettura del Corriere pone a tre studiosi esperti di quest’area: Salvatore Vassallo, Roberto Chiarini e Piero Ignazi. Opinione di quest’ultimo, politologo a Bologna, è che i dirigenti di Fratelli d’Italia “non possono sperare di cavarsela condannando, com’è ovvio, le leggi razziali, quando poi magari bollano George Soros come un ‘usuraio’, con un riferimento scoperto alle sue origini ebraiche”.
Preoccupano le nuove minacce globali di Vladimir Putin, che ha ieri annunciato il prossimo completamento della costruzione di un deposito “di armi nucleari tattiche in Bielorussia”. Era dalla metà degli anni Novanta, dopo lo sfascio dell’Unione Sovietica, “che il governo di Mosca non portava più il proprio arsenale nucleare al di fuori dei propri confini” (Corriere). La Bielorussia, si ricorda, confina con tre membri della Nato: Polonia, Lituania e Lettonia.
Su Repubblica una intervista a Deborah Lipstdat, inviata speciale dell’amministrazione Usa per la lotta all’antisemitismo. “C’è una nuova normalizzazione di antisemitismo e negazionismo. Gli stereotipi sono quelli di sempre. Ma oggi disinformazione e pregiudizi viaggiano più veloci: i social hanno cambiato ogni cosa. E quando il treno della disinformazione parte, non c’è più modo di fermarlo”, l’allarme nel merito della storica. A normalizzare il pregiudizio, sostiene Lipstdat, “contribuisce ogni affermazione antisemita pronunciata da una qualsiasi personalità mediatica: comici, rapper, sportivi, chicchessia”.
“L’antigiudaismo nascosto nella gaffe di Vito Mancuso”. È il titolo di un editoriale di Davide Assael su Domani, che riprende alcune dichiarazioni del teologo in un colloquio con il Venerdì. Mancuso aveva detto: “Il sacrificio di Isacco, uno dei passi più terribili. Un modello di fede, quella di Abramo, che io non tollero”.
Comminato un daspo della durata di cinque anni nei confronti di un tifoso della Roma. Durante l’ultimo derby ha esposto in tribuna Monte Mario (lato Curva sud) “una bandiera nazista con due militari delle SS e i colori giallorossi su elmetto e mostrine” (Messaggero).
Sara Funaro potrebbe essere la prossima candidata sindaco del centrosinistra a Firenze. L’edizione locale di Repubblica descrive l’attuale primo cittadino Nardella come “parecchio convinto su Funaro, assessora al sociale e alla scuola, nipote del sindaco Bargellini ed esponente della comunità ebraica”.
Adam Smulevich
(26 marzo 2023)