Riforma della Giustizia,
l’allarme del ministro Gallant:
“Va fermata, a rischio l’unità nazionale”

Mentre ha preso il via la dodicesima settimana consecutiva di proteste, in Israele sono un caso le parole del ministro della Difesa Yoev Gallant. Esponente di peso del Likud, il partito di maggioranza del premier Netanyahu, Gallant ha preso una posizione in assoluta controtendenza rispetto alla linea del governo sui discussi provvedimenti all’esame della Knesset. Il suo auspicio infatti, in un messaggio alla nazione trasmesso alla fine dello Shabbat, è che questa riforma “sia fermata al più presto”. A detta del ministro, le cui parole hanno suscitato molte reazioni nella sfera politica, con l’apprezzamento tra gli altri del leader dell’opposizione Yair Lapid, sarebbe urgente ritrovare al più presto “l’unità nazionale”. Coesione oggi a rischio in modo “immediato e concreto”. Un pericolo che Gallant vede affacciarsi anche all’interno delle forze armate del cui operato è oggi il primo responsabile nel Paese: “In quanto ministro della Difesa – la sua riflessione nel merito – io dico nel modo più chiaro che le lacerazioni che si stanno verificando nella nostra società stanno penetrando anche nell’esercito e nelle altre istituzioni preposte alla sicurezza”. Lapid, nel commentare l’avversario politico, ha definito il suo intervento “un passo coraggioso e vitale”. Negli scorsi giorni, nel presentare il suo compromesso sulla riforma, il Presidente d’Israele Isaac Herzog aveva parlato di “momento difficile di una crisi interna che minaccia tutti noi”, sottolineando il rischio di “cadere in un terribile abisso”. Da qui il suo tentativo di giungere a una mediazione, finora con scarsi effetti. Si annuncia intanto un’altra settimana “calda” dal punto di vista della mobilitazione del fronte anti-riforma, con molte iniziative e proteste in programma.